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Loredana Berté: «Non farò mai pace con la vita»

La vita, la società, la politica, Asia Argento e X Factor. Una delle donne più rock della musica italiana torna con un solo grido: LiBerté
Loredana Bertè - Foto di Giovanni Squatriti

Loredana Bertè - Foto di Giovanni Squatriti

È la diva anti-diva, la cantautrice che ha seguito l’istinto. Quando la vita le ha messo un muro davanti ci si è schiantata contro. Ossa rotte e dolore sono diventate urla e poi canzoni. Dopo 13 anni di assenza torna Loredana Bertè. E lo fa con LiBerté, un disco di inediti che invita a fottersene delle convenzioni sociali. Un inno a essere sé stessi, a costo di essere considerati matti. Lupa fuori dal branco, la Bertè ha fatto della sua solitudine l’arma vincente.

Questo disco è il bilancio di una vita rock, lei che ha avuto un’esistenza che ne racchiude (almeno) altre cento. Per questo motivo LiBerté è importante, perché dopo 40 anni di carriera, il pettirosso da combattimento torna a esorcizzare i propri demoni, a sputare in faccia ai benpensanti, a leccarsi le ferite degli errori passati. Loredana è un’icona che non vuole essere venerata. Le basta gridare la sua verità. Lo fa anche con noi di Rolling Stone dedicandoci dieci-minuti-dieci. Nonostante il pochissimo tempo che ci concede riusciamo a scucirle qualche parola. Le sue risposte sono secche, come le leggete. Senza “se” e senza “ma”. Del resto Loredana è così: prendere o lasciare.

Sono passati 13 anni. Perché così tanto tempo prima di un altro disco di inediti?
Perché non avevo niente da dire. Quando c’ho avuto qualcosa da dire me so’ messa lì a lavorare. E a imbastire questo album che poi è diventato realtà.

Soddisfatta del risultato?
È la mia rivendicazione assoluta alla follia e alla libertà. Il mio manifesto.

Il titolo LiBerté fa pensare che, questo lavoro, arrivi dopo un periodo di costrizioni. Eppure canti “La mia vocazione è essere un cane sciolto”.
Appunto, rivendico il diritto di essere liberi, di essere diversi, di libertà di pensiero, di dire quello che cazzo mi pare, quando mi pare, come mi pare. E poi rivendico il diritto alla follia, perché genio e follia vanno a braccetto.

Canti anche che non stai “con chi ha smesso di pensare”.
È da tempo che ho fatto questa scelta. Per questo sono sola. E sto benissimo da sola.

Ok, ma oggi chi ha smesso di pensare?
La società. Guarda come ce troviamo. Stiamo come stiamo, proprio come la canzone che ho scritto (titolo di un brano presentato al Festival di Sanremo del 1993, in duetto con la sorella Mia Martini, ndr). Basta guardare la classe dirigente che ci siamo beccati.

Non ti piace chi sta al Governo?
No. Non sono politici, i politici so’ altri.

E chi sono?
Quelli che non ce stanno più. E poi la gente è troppo superficiale, pensa all’apparire invece che all’essere.

Un tema che troviamo anche in Maledetto Luna Park.
È una metafora dell’esistenza, dello squallore che gira, degli alti, dei bassi, delle montagne russe.

Sempre in LiBerté urli “niente potrà farmi più male”. Chi ti ha fatto male?
La vita m’ha fatto male. Perché purtroppo c’ho litigato nel ’95 (anno della morte della sorella Mia Martini, ndr) e non c’ho ancora fatto pace. Non ci farò pace mai.

Poi c’è il brano Babilonia.
Questa canzone è stata scartata da Sanremo. E l’ho messa nel disco, felice che ci sia. È il secondo singolo insieme a Maledetto Luna Park.

In questo pezzo mi ha colpito la frase “C’è chi ha messo a riparo il cuore da un amore triste”. Quante volte hai dovuto riparare il tuo, di cuore?
Una volta e basta. L’amore è sopravvalutato. L’amore invade.

In Messaggio dalla Luna canti “Mi sono ancora dovuta accontentare di te” e c’è questa immagine di torte nuziali che ruzzolano giù per le scale. Ma non mi pare tu sia una che si accontenta.
Io intendo che “forse mi dovrò accontentare di te”, ma mica so’ convinta. Che mi frega della torta nuziale che è caduta dalle scale? Capito? Ecco.

La canzone più bella del disco è Anima carbone. Ricorda Io ballo da sola (canzone contenuta in Babyberté, ndr), per quel che riguarda gli argomenti.
Eh…

In questo brano dici che gli altri guardano solo il lato oscuro.
So’ contenta di avercelo anch’io, il lato oscuro. È quello che me fa anda’ avanti. Con il lato solare ho già dato.

Come mai?
Ho. Già. Dato.

Capito. Arriviamo a Non ti dico no, che hai portato al successo insieme ai Boomdabash.
È nata per caso, così. Mi hanno proposto questo brano e, dal primo momento in cui ho cominciato a cantarlo, ho capito che sarebbe stato un grandissimo successo. Non immaginavo di questa portata. Era scritto nel DNA del pezzo che sarebbe stato uno dei tormentoni dell’estate. E infatti è stato “il” tormentone dell’estate.

E poi c’è Tutti in Paradiso. Pensi che vadano lì tutte le canaglie della Terra.
Tutti la fanno franca, nessuno paga il conto e vanno tutti in Paradiso e in prescrizione.

E tu dove vai?
Io vado all’Inferno, vado a casa. È meglio stare all’Inferno.

Cambiamo argomento. Hai fatto molta tv ultimamente.
Ho fatto quella che dovevo fare come promozione.

Be’, ti abbiamo vista, recentemente, in Ora o mai più. Ti è piaciuto?
Certo che mi è piaciuto Ora o mai più, mi sono divertita con Patty Pravo e Marcella.

Restiamo in tema tv. Rumors ti volevano a X Factor al posto di Asia Argento.
Sì, ma erano solo voci di corridoio.

E, a questo proposito, come vedi l’affaire Asia Argento per le presunte molestie a Jimmy Bennett?
Non lo vedo. Asia è così tanto amica mia che non vedo niente. Non parliamo di queste cose, io e Asia.

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