Mecna e CoCo hanno parecchie cose in comune. Innanzitutto si chiamano entrambi Corrado, un nome non particolarmente comune. Entrambi sono nati e cresciuti nel sud Italia (il primo a Foggia, il secondo a Napoli), entrambi hanno imparato ad amare la musica grazie al rap e poi si sono avvicinati a generi come contemporary R&B, soul e pop. Entrambi sanno rappare, ma non disdegnano di cantare. E soprattutto, entrambi sono fan l’uno della musica dell’altro.
«Ho iniziato ad ascoltare Mecna tardi, nel 2015/2016. Per pura coincidenza, proprio nel periodo in cui stavo consumando i suoi dischi, mi ha mandato un DM su Instagram per farmi i complimenti per il mio primo album, La vita giusta per me. Ero fuori di me dalla gioia!», racconta CoCo al telefono mentre Mecna ride in sottofondo. Da allora, l’amicizia tra i due si è cementata in un vero e proprio sodalizio artistico, che è sfociato qualche giorno fa nell’uscita dell’album Bromance, un piccolo gioiellino irresistibilmente catchy, che sotto la superficie scintillante nasconde una grande profondità musicale e testuale e un ascolto ossessivo di tonnellate di dischi provenienti dalla scena americana.
Com’è nata l’idea di un album insieme?
Mecna: L’idea è partita in maniera molto spontanea, anche dal pubblico, perché ogni volta che collaboravamo per qualche pezzo si creava una specie di magia. Abbiamo cominciato a pensarci seriamente già nel 2017, ma come raccontiamo in Bromance – la title track, che è una specie di intro del disco e ne racconta un po’ la genesi – sembrava non essere mai il momento giusto: CoCo doveva finire Acquario, io nel mentre entravo in studio con Sick Luke per registrare Neverland… Abbiamo fatto in tempo a fare una sola session di registrazione prima di fermarci per un anno intero. Alla fine però ce l’abbiamo fatta.
Tra l’altro, la title track che citavi prima ha un sound molto particolare: il beat è diviso tra due anime, con una prima metà molto pop e moderna e la seconda con un sound boom-bap da hip hop anni ’90…
Mecna: All’inizio era prevista solo la prima metà, ma poi abbiamo pensato che non avrebbe rispecchiato bene i nostri gusti musicali: entrambi adoriamo le sonorità più moderne, ma siamo tutti e due cresciuti con il rap classico, e ci sembrava giusto mostrare anche quell’aspetto.
Per le sonorità più fresche e attuali, invece, sembrate un po’ la risposta italiana a Drake (molto convincente, tra l’altro). Era un modello voluto?
CoCo: Ovviamente entrambi lo ascoltiamo molto e da sempre, è tra i nostri riferimenti.
Mecna: Oddio, forse escludendo l’ultimo album… (ride)
CoCo: In generale, comunque, il motivo per cui entrambi ci ritroviamo così tanto l’uno nelle canzoni dell’altro è proprio che ascoltiamo le stesse cose e abbiamo gli stessi riferimenti. Frank Ocean, Sampha, tutto il neo soul e l’R&B dell’ultimo periodo. Non c’è solo Drake tra le ispirazioni di questo disco, ma tutta una serie di artisti che magari hanno un sound più delicato e dei testi più poetici rispetto alla media.
A proposito di questo, fino a qualche anno fa nella scena rap italiana era quasi impossibile trovare artisti come voi, che propongono un modello di mascolinità diversa, e se c’erano non avevano vita facile. Lo stesso titolo Bromance e quel tipo di copertina sarebbero stati accolti da commenti da scaricatore di porto…
CoCo: A noi onestamente non è mai interessato: abbiamo sempre portato avanti le nostre idee e la nostra musica così com’erano, fin dall’inizio, anche quando sembrava strano parlare di sentimenti nelle canzoni. A furia di rivendicare la nostra identità, il pubblico si è abituato.
Mecna: I commenti da scaricatore di porto ce li siamo beccati anche noi, ovviamente, ma per fortuna ormai la situazione è cambiata, e non c’è nulla di strano o anomalo nel genere che proponiamo. Credo sia merito non solo dell’evoluzione naturale delle cose, ma anche della nuova wave del rap, la famosa “generazione 2016” che ha portato un rinnovamento nel suono e nel look: sono stati tra i primi a fregarsene di certi modelli di comportamento che nel rap sembravano essere quasi obbligatori.
Come dite scherzosamente anche nell’album, siete noti anche per avere da sempre un pubblico diverso rispetto agli altri vostri colleghi: sotto i vostri palchi da sempre si trovano tante coppie e soprattutto tantissime ragazze. La cosa più pazza che hanno fatto le vostre fan per voi?
CoCo: Beh, nell’ultimo live che ho fatto a Napoli due ragazze hanno rubato le bottigliette d’acqua vuote che avevo bevuto sul palco, e hanno cominciato a pubblicare un sacco di storie sui social per giorni, in ci fotografando la bottiglietta sul loro comodino con didascalie tipo “Qui c’è ancora la saliva di CoCo”…
Mecna: In tempi di Covid, poi… (risate generali) Io, invece, non mi abituerò mai a chi si tatua le mie frasi o i loghi dei miei dischi. E tra l’altro, secondo me spesso i maschi sono ancora più hooligan delle ragazze. A un mio live a Napoli, ad esempio, stavo iniziando a cantare 31/08 quando un tizio ha scavalcato le transenne ed è salito sul palco, allarmando e mobilitando tutto il team dietro le quinte. Alla fine è arrivato davanti a me e mi ha abbracciato fortissimo, semplicemente.
CoCo: Sai che è capitata la stessa cosa anche a me? Dev’essere lo stesso tizio (ride).
In Amici, a chiusura del pezzo, includete una serie di vere note vocali prese dai vostri telefoni. Chi ve le ha mandate e cosa ci fanno lì?
CoCo: Sono nostri amici stretti, che fanno parte della nostra vita sia personale che musicale. Ci piaceva l’idea di dedicare un piccolo spazio alle persone a cui vogliamo bene, a mo’ di sorpresa, e così abbiamo scavato tra i nostri WhatsApp. C’è Luché, Geeno, il mio tastierista del tour…
Mecna: E dal mio lato ci sono Iamseife, Lvnar, Alessandro Cianci, ma anche i soci del mio primissimo gruppo di quando ancora stavo a Foggia, i Microphones Killarz.
Uno dei pezzi che più colpiscono la generazione cresciuta negli anni ’90 è La più bella, in cui riprendete Sei la più bella del mondo di Raf. La nuova versione è riuscitissima…
CoCo: Ci piaceva l’idea di riprendere un brano del passato, perché anche le nostre adolescenze musicali si somigliano molto. La prima idea che avevamo avuto era stata riprendere Solo lei ha quel che voglio dei Sottotono, così chiamammo Fish per chiedergli la sua benedizione. Ci rispose che gli sarebbe piaciuto tantissimo darcela, ma che purtroppo non si poteva fare, perché stavano già lavorando loro a una nuova versione del brano per il loro album del 2021. Così abbiamo deciso per quella, che era una delle nostre preferite quando eravamo ragazzini: anche a Raf è molto piaciuta la nostra rivisitazione, cosa che ci ha fatto davvero piacere.
Mecna: Secondo noi Sei la più bella del mondo è una scelta molto centrata, perché come sound è molto adatta al 2021, e già all’epoca aveva qualcosa che catturava parecchio i fan dell’hip hop, pur essendo molto pop. Inoltre ormai è un brano talmente vecchio che molti ragazzi di oggi lo scoprono solo ora: è come se fosse una canzone del tutto nuova. Molti di quelli che ci hanno scritto per farci i complimenti non conoscevano neanche l’originale.
L’ultima traccia dell’album, Alla fine, è una delle più intense e si discosta moltissimo dal mood di tutto il resto del disco…
CoCo: Uno dei miei pezzi preferiti, quello in cui forse ci siamo lasciati andare di più, lasciandoci trasportare dalle vibrazioni che ci trasmetteva la musica. Lo abbiamo scritto di getto, e ancora oggi mi emoziona tantissimo: è molto semplice a livello testuale, ma chiude un cerchio.
Mecna: È dolce ma disperato, ed è la cosa che mi piace di più. Quando l’abbiamo registrato, nelle prime take ero davvero emozionato. Parla di cose piccole, ma in un certo senso immense, come il non sentirsi mai adeguati, neanche nella vita di tutti i giorni.
A questo punto, dopo gli aneddoti sui vostri hooligan congiunti, la domanda sorge spontanea: andrete in tour insieme?
CoCo: Sì, certo, non vediamo l’ora. Partiremo sicuramente con le prime date nel 2022. Questo per noi è un disco molto importante, e credo lo sia anche per il nostro pubblico: portarlo dal vivo è il modo perfetto per chiudere il cerchio.