Vivo per ridere / Piango dal ridere / Morirò con una risatatà”. Nel dubbio, Mudimbi la mette sempre sul ridere. E poi te lo ripete pure come un mantra sopra il reggae Risatatà, che sta al terzo posto nella tracklist del suo primo album. «Nel disco comunque ci sono anche un paio di pezzi conscious, ma solo un paio perché poi rompi i coglioni», scherza Michel, che di cognome fa Mudimbi per davvero, essendo suo padre di origini congolesi e sua madre italiana – e lui è nato a San Benedetto del Tronto.
Quasi ogni suo video, post sui social o live è letteralmente votato al “LOL”, cosa che fa di lui un rapper davvero anomalo. Menarsela non gli appartiene, né tantomeno si ricopre collo e dita di gioielli. «Se devo essere sincero, non ascolto nemmeno troppo hip hop», racconta. «Credo sia dovuto un po’ al rapporto conflittuale con i genitori, che si genera a una certa età. Gli vuoi bene prima e dopo, ma a quindici anni odi tutti, loro compresi». Lo stesso vale per il rap. È stato il suo primo grande amore, ma dopo tanti anni è arrivato il momento di ascoltare qualcos’altro. Una scelta che deriva forse anche dalla cattiva luce sotto cui i rapper hanno messo il genere: «Ringraziando Dio sono proprio lontano da tutte queste stronzate di gelosie e dissing. E credo che sia abbastanza evidente. Infatti, quando prima ti stavo chiedendo aggiornamenti, ero serio. Non ho davvero idea di cosa succede nel rap, oggi!», dice. Aggiungendo però che gli piacciono A$AP Rocky e i Migos – ma di questi ultimi non ascolta i dischi, perché «sono solo divertenti da vedere».
Il resto del suo tempo Michel lo passa ascoltando tutt’altra musica e, a giudicare dalla sua stazza, stando anche parecchie ore in palestra. Sembra quasi impossibile che il bambino ricciolino e paffuto nella copertina sia lo stesso armadio che mi sta di fianco, seduto nel divano dello Studio Mobile di Red Bull. Siamo all’Home Festival di Treviso e stasera Mudimbi si esibirà su uno dei tanti palchi dell’area. «Prima di questo live ne facevo uno classico, con tutti i pezzi di YouTube così come li trovi», confida Michel, «era un tappeto di cannonate che prima o poi finisce per appiattirti».
Il nuovo live invece è un equilibrio omogeneo di diverse densità, con momenti di caos totale e pure sorprese. «Il mio Dj, Dj Jovanotto, una volta mi ha fatto uno scherzetto», dice. «In un live, al posto di mettere la base reggae di Risatatà, ne ha messa una con le batterie raddoppiate, quindi praticamente drum’n’bass». Fatto sta che ci rimangono tutti di stucco, Michel compreso. Ma il caso vuole che quelli di Warner fossero fra il pubblico. Risultato: il remix in versione jungle è uscito come un singolo, svariati mesi dopo l’uscita di Michel, lo scorso marzo. Per Mr. Mudimbi il prossimo passo è imparare a prendere due note con la voce. «È uno dei tanti piccoli obiettivi della vita», dice. «Perché quando hai le idee ma non i mezzi vocali per realizzarle, te rode er culo».