Fino a dodici mesi fa, quelli di Nahaze e Lil Jolie erano nomi praticamente sconosciuti al grande pubblico. Le cose, però, ormai si muovono sempre più velocemente, ragion per cui queste due giovanissime ragazze (20 anni la prima, materana con origini inglesi, 19 la seconda, nata e cresciuta in provincia di Caserta) hanno già accumulato certificazioni (Nahaze, disco d’oro per la sua Carillon), collaborazioni prestigiose (Lil Jolie, che ha firmato Panico con Ketama126) e tante soddisfazioni. Incidentalmente hanno anche firmato con la stessa casa discografica, la Warner, e quindi ognuna delle due ha avuto modo di ascoltare la musica dell’altra. «Abbiamo cominciato a seguirci su Instagram e a un certo punto le ho scritto», racconta Nahaze. «Quando è passata da Milano mi ha proposto di venire a trovarmi in studio: l’idea di scrivere una canzone insieme è nata molto naturalmente».
La canzone in questione si intitola Empty, è uscita ieri e rappresenta molto bene quello che è il nuovo pop italiano: un misto di influenze da oltreoceano e oltremanica, ma in chiave urban italiana. La sintonia tra loro è scattata immediatamente, racconta Lil Jolie: «Era come se ci conoscessimo da una vita, cosa che mi capita raramente. Ci piacciono le stesse cose, ascoltiamo la stessa musica e abbiamo lo stesso sogno. In più siamo entrambe ragazze del sud, molto attaccate alla nostra terra. Mi ha fatto sentire un po’ di provini e beat e mi sono subito innamorata di questo pezzo».
Il brano parla della fine di un’amicizia, o meglio, delle incomprensioni che possono nascere quando, ad esempio, una delle tue amiche d’infanzia si ritrova all’improvviso a diventare famosa e tutto cambia. «Quando hai un legame molto forte con qualcuno, e poi per mancanza di tempo o per il fatto che si intraprendono strade diverse, può capitare di non riconoscersi più», dice Nahaze, ammettendo che in effetti sono situazioni che ha sperimentato spesso dopo aver cominciato a dedicare la sua vita alla musica. «L’ho scritta quando andavo ancora a scuola, e raccontavo il muro che si era venuto a creare con persone che pensavo mi conoscessero benissimo e invece si sono allontanate». Anche per Lil Jolie è stato lo stesso: «Quando la gente si accorge che il contorno attorno a te è cambiato, cambiano anche gli altri. È una cosa che all’inizio mi ha fatto soffrire, perché non mi sentivo più capita da chi prima mi stava vicino, magari per gelosia».
Si dice spesso che le artiste donne tendono a non collaborare insieme perché nascono inimicizie e rivalità, ma non è certo il loro caso. Anzi, hanno una teoria in merito a questa nuova generazione: «La competizione non c’è solo tra artiste donne, ma tra tutti, ormai», ride Nahaze. «Sono d’accordo, ma da un lato è positiva, perché ti dà la spinta e la carica per inseguire le tue ambizioni», sottolinea Lil Jolie. Comunque, non si sentono toccate dal problema. La sintonia che è nata tra di loro dipende anche dal fatto che hanno vissuto esperienze simili, raccontano: entrambe sono arrivate al successo molto giovani e vengono da una piccola realtà di provincia. «Io abito in un paesino di 5000 abitanti e quando esco la gente mi guarda come un’aliena che ha fatto chissà cosa per arrivare dove è arrivata», sospira Lil Jolie. «Nessuno si è mai complimentato con me. So che anche a Nahaze è successa la stessa cosa, più o meno». Quest’ultima nel frattempo è riuscita ad ampliare un po’ i suoi orizzonti: «L’estate scorsa sono andata ad abitare a Milano, per essere più vicina alla mia casa discografica e al mio management. È tutta un’altra vita», dice. Anche Lil Jolie sta pensando di trasferirsi a Roma, anche se ancora vive con i suoi.
Per entrambe è stato un periodo a dir poco surreale, perché proprio mentre arrivavano alla notorietà il mondo attorno a loro si fermava. «È stato tutto stranissimo, perché quest’anno ho vissuto alcune delle esperienze più clamorose della mia vita, ma è come se non fossero successe davvero», confessa Nahaze. Lil Jolie ha sofferto molto il lockdown: «Sono stata malissimo, non mi sentivo per niente produttiva o ispirata, guardavo fuori dalla finestra e vedevo solo desolazione. Sono una che non sta mai a casa, oltretutto, quindi non potere uscire è stato molto pesante. Per fortuna in estate sono andata a Roma a registrare, ma penso sempre, se non ci fosse stato il Covid a quest’ora cosa avrei fatto e dove sarei potuta arrivare?».
Al contrario, per Nahaze il non avere stimoli l’ha portata a scrivere molto di più. «Non necessariamente canzoni, ma anche semplicemente pensieri. Quando ho ricominciato a uscire la vivevo male, perché avevo paura di contagiare la mia famiglia: paradossalmente ora che vivo a Milano sto meglio, perché so che non rischio di fare stare male i miei genitori, sono responsabile solo di stare attenta per me stessa».
Ciascuna di loro ha un album praticamente pronto, che sperano di poter pubblicare quando sarà possibile anche presentarlo su un vero palco: esibirsi dal vivo manca molto a tutte e due. Ed Empty non sarà la loro ultima canzone a quattro mani, assicurano: sono già decise a rientrare insieme in studio alla prima occasione.