Nel Regno Unito c’è una legge vecchia, tutt’ora in vigore, che consente a chiunque abbia una patente per automobile di guidare anche cingolati da guerra. L’unico problemino è che non sei assicurato – niente di che, se guidi un carro armato il problema non ti riguarda. Stephen Morris di carri armati ne possiede e guida quattro, ma non è grazie a questo hobby che si è guadagnato la fama di nerd. È diventato un nerd il giorno in cui si è presentato alle prove dei neonati New Order con in mano una drum machine Oberheim DMX. Quel giorno, l’impossibile metamorfosi da Joy Division a New Order si è completata.
Il nuovo album, Music Complete, uscirà il 25 settembre per Mute Records. Mettiamola così: se ne sarete entusiasti la metà di quanto lo siamo noi, vi troverete per le mani un eccellente disco dance. Di quelli da bufere di endorfine sul ritornello.
Sumner, il vostro frontman, ha definito gli ultimi due album “una vacanza dai synth”. Sembra che la vacanza ora sia finita.
Sì, è vero. Gli ultimi due dischi erano più incentrati sulle chitarre, mentre Music Complete segna un ritorno agli albori; alle tastiere e alla dance più “facile” – facile da ascoltare, ma non da fare. Abbiamo lasciato riposare un po’ le chitarre. Ma non completamente, ecco. Di sicuro è un disco felicissimo.
L’ho notato. In barba a chi vi accusava di eccessiva malinconia o nostalgia.
Nel 2012, un tour a base di greatest hits l’abbiamo fatto. L’anno scorso, invece, sono spuntate fuori due tracce nuove. Le abbiamo suonate dal vivo, ma non è andata granché bene, non funzionavano… E in questo senso il live costituisce il banco di prova perfetto, se devi testare nuove tracce. Così le abbiamo perfezionate e risuonate. Il trucco è quello: inserisci un paio di nuovi brani in un paio di date e così via. Finché non ti ritrovi con un nuovo album fra le mani. Devo dire che, avendo ricevuto carta bianca dall’etichetta, la libertà su testi e musiche è stata totale. La differenza sostanziale con il passato è che in Music Complete siamo partiti sempre da qualcosa di solido — come un giro di tastiere o un testo — senza procedere a tentoni.
E poi l’elettronica ormai detta legge. Vi state riprendendo ciò che vi spetta?
Sì, mi fa strano pensare che molti ragazzini si avvicinino ai New Order soltanto ora. Qualche anno fa mi è capitato di collaborare con i Factory Floor, una giovane band post-industrial londinese. La mia esperienza con loro mi ha riportato all’atmosfera stimolante dei primi New Order. Ho pensato: “Anche noi eravamo così!”. Mi riempie di fierezza constatare che le nostre idee strampalate hanno avuto il potere di influenzare intere generazioni di musicisti.
E di nerd. Sei tu il nerd del gruppo?
Assolutamente, anche se penso sia una parola crudele. In effetti, ho sempre avuto il pallino degli aggeggi tecnologici. Preferisco di gran lunga spippolare sui macchinari analogici piuttosto che sui software. È vero che ho comprato la prima drum machine dei New Order e che colleziono carri armati, però non credo di potermi definire un nerd a tempo pieno. Non potrei mai competere con i veri nerd.
C’è una traccia nell’album che mi ha fatto impazzire: Tutti Frutti. La trovo divertente, perché c’è questo tizio che dice cose ambigue in un italiano suadente.
È davvero un brano sfacciato. L’idea del titolo è stata di Tom Rowlands dei Chemical Brothers. È un ottimo produttore. Bernard (Sumner, ndr) aveva collaborato con lui e i Chemical in alcuni loro album, negli anni ’90. Le cose erano filate davvero lisce, perciò il rapporto si è semplicemente consolidato nel tempo. Tom conosceva questo signore italiano, un tipo davvero gentile e disponibile, dal timbro vocale molto profondo. Tanto sensuale che gli è stato chiesto di sussurrare parole nella tua lingua. (Ride). Ecco com’è nata Tutti Frutti!
Chi è questo italiano misterioso?
Il nome non lo so, ma lo scoprirò! Devo chiedere a Tom.
E che mi dici della presenza di Iggy Pop?
Ah, con Iggy è stato assurdo. L’anno scorso — credo fosse Natale — abbiamo partecipato allo stesso concerto benefico e fu una cosa fighissima. Giuro però che non mi sarei mai, e dico mai, sognato di sentire Iggy Pop cantare su un brano dei New Order. Anche se “cantare” non è il termine esatto, visto che Stray Dog assomiglia più a un poema dalla forma irregolare. Qui Iggy recita, e forse molti fan preferiranno la traccia con Brandon Flowers dei Killers.
Non io.
Sono entrambe ottime, ma in fondo sono gusti.
Come hanno reagito i fan alla notizia di un nuovo bassista?
All’inizio male. Anche perché Peter (Hook, ndr), come me e Bernard, è un membro fondatore dei Joy Division. Ma ora penso che la maggior parte del pubblico abbia ormai digerito il cambio. È chiaro che qualche scontento ci sarà ancora là fuori, ma era inevitabile.
Non correva più buon sangue con lui? Forse la sua uscita dalla band ha aiutato tua moglie a tornare nei New Order…
Peter non era più interessato ai New Order, tutto lì. E allora continuare è risultato inutile. La cosa non ha nulla a che vedere con il ritorno di Gillian (Gilbert, ndr). Mia moglie è tornata nella band, perché il nostro amico Michael Shamberg era gravemente malato e c’era un disperato bisogno di soldi per via delle cure mediche. Così abbiamo messo in piedi un paio di concerti a scopo benefico. Questo ci ha fatto tornare la voglia di suonare e, soprattutto, comporre.
Te lo devo chiedere: dopo tanti anni, che ricordo conservi dei Joy Division?
(Sospira) Nulla al di fuori di un terribile shock. Fu tremendo, perché nessuno si accorse in tempo di cosa stesse succedendo a Ian (Curtis, ndr). Tutto ciò che mi resta dei Joy Division è il dolore, nonostante siano passati secoli.
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I New Order presenteranno il nuovo album il 25 settembre dalle 19 in diretta streaming sul sito di Rolling Stone. Preparate le vostre domande via Twitter con l’hashtag #AskNewOrder, le nostre sono qui sotto.