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“Rock-the-casah”, la quarantena di Gazzelle

Il cantautore racconta come sta passando questo periodo di isolamento, tra Hemingway, i libri che si è sempre ripromesso di leggere e il sogno di incontrare John Lennon, «perché per me lui è la musica»

Artwork: Stefania Magli

Gazzelle sta passando questo assurdo periodo di isolamento casalingo cercando di rimanere se stesso. «Guardo molti film, sto scrivendo delle canzoni o anche solo della musica», ci racconta, mentre sui social pubblica frasi delle sue canzoni travestite da slogan motivazionali – “Hai mai visto una casa… ecco, restaci” – e qualche post ironico per sdrammatizzare la tensione.

Il 24 marzo ha pubblicato E ti guardo da qui, una mini-canzone lanciata a sorpresa su Instagram come regalo ai fan. È una ballata dura e pura, senza compromessi, e ad ascoltarla sembra che la situazione non abbia intaccato minimamente la sua scrittura. «Quando scrivo seguo sempre solo il mio di umore, anche perché è l’unico che riesco a decifrare e spesso neanche ci riesco del tutto. Mi faccio suggestionare anche dalla collettività, ma solo nel bene», ci ha detto.

Abbiamo contattato Gazzelle e gli abbiamo chiesto di raccontarci meglio il suo isolamento.

Dove e come passi queste giornate di isolamento?
Ovviamente le passo a casa, guardo molti film e sto scrivendo anche delle canzoni o anche solo della musica. Mangio tanto, sto cercando di imparare a cucinare meglio poiché i ristoranti sono chiusi. 🙁

Quali dischi stai ascoltando, quali libri stai leggendo, quali film o serie stai guardando?
Non sto ascoltando molta musica, ma in generale non ne ascolto mai tanta… so che sembra strano ma è così. Credo che inizierò a leggere libri che mi ero promesso di leggere, ma non ho mai avuto il tempo di farlo, penso che inizierò con Fiesta di Hemingway. Sto guardando molti film, e molte serie tv. L’ultima che ho visto si chiama I’m Not Okay With This, la consiglio, molto carina.

C’è una canzone in particolare che ami ascoltare quando sei solo?
Non ce n’è una in particolare, ascolto poca musica, spesso straniera.

Quale artista del presente o del passato, italiano o straniero, vorresti avere lì con te per fare musica? E perché lui/lei?
Chiaramente John Lennon, perché per me lui è la musica.

Là fuori l’atmosfera è pesante. Quando scrivi musica l’umore collettivo ti influenza?
Non molto a dire il vero, seguo sempre solo il mio di umore, anche perché è l’unico che riesco a decifrare e spesso neanche ci riesco del tutto. Ad ogni modo comunque mi faccio suggestionare anche dalla collettività, ma solo nel bene, mai nel male.

Le puntate precedenti: Tutti Fenomeni, Generic Animal, Anastasio, Calibro 35, Coma_Cose, Dente, Boosta, Bugo, Ghemon, Kiss

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