Rolling Stone Italia

Sono tornati i Black Crowes, i padri di tutti i revivalisti del rock americano

Rich Robinson racconta la riconciliazione col fratello Chris e spiega come suona il nuovo album ‘Happiness Bastards’. Ovvero: orgogliosamente fuori dal tempo

Foto: Red Light Management

I Black Crowes hanno fatto quel che si pensava impossibile negli anni in cui Chris e Rich Robinson manco si parlavano: hanno scritto e registrato il loro primo album di inediti in 15 anni. Happiness Bastards uscirà il 15 marzo, il primo singolo Wanting and Waiting è già uscito.

La parte facile per i fratelli Robinson, che si sono riconciliati nel 2019 dopo una separazione nel 2015 che sembrava definitiva, è stata creare nuova musica. «Il modo in cui scriviamo non è mai stato un problema», spiega Rich Robinson, chitarrista del gruppo. «Ci è sempre venuto in modo naturale, ci bastava metterci lì a scrivere. Per quando riguarda il resto, abbiamo deciso di comportarci da adulti e non ricadere nei soliti errori. Il fatto di tornare insieme e di farlo in assoluta tranquillità porta tutto a un altro livello».

Fin da quando nel 1990 MTV passava la loro cover di Hard to Handle di Otis Redding, e poi quando hanno pubblicato un secondo album rootsy come The Southern Harmony and Musical Companion in pieno boom dell’alternative rock, i due si sono sentiti orgogliosamente fuori dal tempo. «Noi indossavamo pantaloni di velluto a campana, Eddie Vedder shorts e camicie di flanella. Mentre il mondo continuava a cambiare e cambiare e cambiare, noi continuavamo a fare la nostra cosa. Scrivo come scrivo, che mi piaccia o meno. E pure Chris credo la pensi allo stesso modo. Abbiamo sempre seguito il nostro cuore e le nostre orecchie, a volte a scapito della resa commerciale della musica».

Non sorprende quindi che Happiness Bastards non sembri nemmeno un disco del 2024. I Robinson, il bassista Sven Pipien e il batterista Brian Griffin hanno registrato un’impressionante serie di canzoni ad alto tasso d’energia che rientrano perfettamente nel loro canone di revivalisti del rock. Il produttore Jay Joyce (Eric Church, Cage the Elephant) ha puntato su un suono naturale e vivo. «Avendo un produttore, abbiamo deciso consapevolmente di permettergli di dirci cosa fare. Erano anni che non lavoravamo con un produttore esterno, era dai tempi dei Southern Harmony. Jay ha gestito la dinamica mia e di Chris in studio meglio di quanto potessi immaginare».

Dall’ambizione alla Led Zeppelin III di Cross Your Fingers alla funkeggiante Dirty Cold Sun fino alla malinconica chiusura di Kindred Friend, è una raccolta di pezzi adatti alle radio AOR anni ’70, molto più di, per fare un esempio, Hackney Diamonds dei Rolling Stones. «Sento di essere cresciuto come musicista e di essere in grado, adesso, di portare cose nuove nella nostra forma di espressione preferita, che è il rock’n’roll», dice Robinson. «Che poi alla fine è sempre stata la forma più ampia di musica visto che incorpora la musica nera, quella bianca, il folk, la musica celtica, il jazz. Ecco perché io e Chris ne siamo sempre stati attratti. Sly Stone era rock’n’roll quanto Keith Richards, che era rock’n’roll quanto Joni Mitchell».

L’unica ospite del disco è la cantautrice di Nashville Lainey Wilson, che armonizza con Chris in uno dei brani migliori, la ballata dal sapore gospel Wilted Rose. Lei è una loro fan e loro l’hanno conosciuta ai CMT Awards dell’anno scorso quando si sono esibiti con Darius Rucker. Non che i Crowes vogliano darsi al country: «Siamo sempre stati una cosa a parte».

I due hanno superato i 50 anni e, come suggerisce il titolo dell’album, non si dispiacciono della mezza età. Per dirla col chitarrista, «cazzo, la voce di Chris non è mai stata meglio di così».

La tracklist di Happiness Bastards:

Bedside Manners
Rats and Clowns
Cross Your Fingers
Wanting and Waiting
Wilted Rose (feat. Lainey Wilson)
Dirty Cold Sun
Bleed It Dry
Flesh Wound
Follow the Moon
Kindred Friend

Da Rolling Stone US.

Iscriviti