La delicata voce di Theresa Wayman sembra più quella di una ragazzina agli esordi, che non di un’artista affermata, con quasi 15 anni di carriera musicale alle spalle con le Warpaint, quattro album, un figlio adolescente, ruoli minori in un paio di film, e centinaia di live alle spalle.
Il mese scorso, a 37 anni, Theresa ha preso il coraggio di debuttare come solista con LoveLaws, sotto lo psedonimo di TT, un disco languido e supersexy in cui fa tutto da sola: scrive, canta, produce, e suona tutti gli strumenti – tranne uno: «Il disco ha tante chiavi di lettura, ma quella principale è che non suono la chitarra. Era il modo più facile per distanziarmi dal sound delle Warpaint. La cosa più importante era che la band non ne uscisse danneggiata: altrimenti non avrei mai avuto il coraggio di fare un disco da sola», racconta.
È un momento in cui il rock, a differenza di rap o r&b, ha poche figure femminili forti: St. Vincent, Ellie Rowsell dei Wolf Alice, e poche altre: «Il mio modello resta Björk. È lei che mi ispirato a fare musica. Da ragazzina la guardavo e pensavo: è così che dev’essere un’artista vera. Non posso dire che St. Vincent sia per me una grande influenza musicale, ma è un personaggio potente. Mi piacerebbe avere la sua capacità di comunicare un progetto con la stessa chiarezza».
Sempre parlando di rapporti di genere, nel rock’n’roll un certo machismo è ancora ben presente. Prendete la cover del prossimo disco di Lenny Kravitz, Raise Vibration: il simbolismo masturbatorio dell’assolo è ancora forte. Come chitarrista, artista solista e componente di una band 100% femminile, lei ha mai sofferto di atteggiamenti sessisti? «Nella mia esperienza, no. Però, a pensarci bene, quando parlo con i tecnici, a volte mi guardano come se fosse un club per soli maschietti. Hanno un atteggiamento paternalistico con me, come se per il fatto di essere una donna io non abbia un vocabolario tecnico. E a volte forse è così: certe artiste donne si presentano solo per cantare, e finisce lì».
Wayman cita spesso il figlio nelle interviste, e il disco affronta il tema della difficoltà di gestire affetti lontani. Le domando se si riferisce a lui: «Quando hai un figlio devi superare la tentazione di dedicarti completamente, per seguire ciò che ti rende felice. Altrimenti nessuno sarà felice. È difficile partire per il tour, ma so che se restassi sempre con lui, verrebbe su comunque incasinato. Ma per motivi diversi!», e scoppia a ridere. Saggia Theresa