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‘Trout Mask Replica’ di Captain Beefheart entra nell’era dello streaming

Ahmet Zappa spiega il fascino di un disco leggendario, un'opera talmente strana che l'autore temeva che avrebbe provocato la caduta degli alberi vicini alla casa dove stavano provando

Foto: Richard McCaffrey/ Michael Ochs Archive/ Getty Images

Il ricordo preferito di Ahmet Zappa su Captain Beefheart risale a quando il musicista chiamò per parlare di un sogno. «È la telefonata più memorabile che abbia mai ricevuto, cazzo. Ha detto: “Buongiornoooo, la mamma è in casa?”», racconta Zappa imitando il tipico timbro di Don Van Vliet. «”Ho fatto un sogno di cui vorrei parlarle”».

Gail Zappa non era in casa, ma Ahmet non riusciva a farsi passare la curiosità, perciò domandò al leader della Magic Band cosa avesse sognato. «Ho sognato di avere un ornitorinco dentro una valigetta», ha risposto Van Vliet prima di riagganciare.

In quanto figlio di un folle genio musicale, Ahmet è cresciuto immerso nelle opere di Beefheart, anche perché è stato il padre a produrle e pubblicarle. Ora, in quanto membro del Zappa Family Trust, è lui a custodire parte del catalogo di Van Vliet, tra cui il suo disco più strano e acclamato, Trout Mask Replica.

L’album non è da tempo reperibile in streaming, ma Ahmet è pronto a presentarlo a una nuova generazione. Dopo il debutto in esclusiva su Qobuz, Trout Mask Replica arriverà su tutte le piattaforme in streaming durante l’estate.

Il disco è accompagnato da una nuova versione della copertina, quella dove Van Vliet ha il volto coperto da un pesce, creata a partire dalla fotografia originale, recuperata dal collezionista Paul R. Dickinson Jr. e trattata dal designer Mike Mesker. L’audio invece è quello rimasterizzato nel 2012 da Bob Ludwig, ai Gateway Mastering.

Trout Mask era uno dei pochi dischi introvabili in streaming, fino a poco tempo fa si poteva ascoltare solo in versione fisica. Secondo Zappa, la ragione è semplice: non aveva abbastanza tempo per occuparsene. «Siamo oberati di lavoro e siamo un piccolo team», dice, spiegando che le sette persone con cui collabora lavorano soprattutto al catalogo in continua espansione del padre.

La nuova copertina di ‘Trout Mask Replica’

«Il mio sogno è produrre un grande box set», aggiunge, immaginando un’uscita che completi il box di rarità di Beefheart uscito nel 1999. «Siamo completisti, ma non credo ci sia abbastanza gente che prova il nostro stesso amore per la musica di Beefheart. Non voglio sembrare lo stronzo, diciamo che vogliamo che più persone scoprano questo artista straordinario». E lo streaming è la chiave affinché avvenga, sostiene Zappa.

La mitologia che circonda Trout Mask è affascinante tanto quanto l’album, una collezione di bizzarri bozzetti musicali e farfugliamenti fuori fase. A suonarlo c’era un gruppo di musicisti che sembrava una setta (parola di Zappa padre), la Magic Band, che pare abbia passato otto mesi in una casa di Los Angeles a provare i 28 pezzi in scaletta. I vicini ricordano che Van Vliet andava in giro con un gigantesco cappello da strega e non dava da mangiare ai musicisti, costringendoli a dei piccoli furti. Era Zappa, poi, a tirarli fuori di prigione. Nel libro Captain Beefheart: The Biography, Mike Barnes raccoglie le richieste più eccentriche di Van Vliet, tra cui la chiamata a un medico per verificare la salute di alcuni alberi che circondavano la casa. Il musicista temeva che la musica potesse spaventarli a tal punto da crollare sul tetto.

Zappa voleva registrare il disco in quella casa – la batteria in camera da letto, il basso in cucina, le voci in bagno – ma Van Vliet si rifiutò. «Don era paranoico, mi accusava di voler risparmiare sulle registrazioni e pretendeva di andare in un vero studio», ha detto Zappa nell’autobiografia. Nel libro ricorda anche che Van Vliet si rifiutava di registrare con le cuffie, preferiva stare in regia e cantare più forte che poteva ascoltando la band che suonava dietro il vetro. Quella tecnica, insieme ad altre assurdità, ha contribuito al suono libero e anticonformista di alcuni pezzi di Trout Mask, tra cui Frownland.

«È un disco straordinario», dice Ahmet. «È difficile da ascoltare, un po’ come certa musica di mio padre, ma ogni volta che lo fai scopri qualcosa di nuovo». I fan famosi del disco, tra cui il leggendario dj della BBC John Peel e il creatore dei Simpson Matt Groening, sarebbero d’accordo. Come spiegano nel libro di Barnes, tutti hanno avuto qualche difficoltà ad avvicinarsi a Trout Mask, ma col tempo è diventato uno dei loro dischi preferiti.

«Ci sono tante cose che mi piacciono di quell’album. Non solo le canzoni, ma la connessione tra i musicisti, il fatto che fossero amici d’infanzia. Non ci sono tanti rapporti del genere nella storia di Frank Zappa. Ha fatto quel disco per amore, per uno dei suoi amici più cari. Ecco com’è diventato speciale. E lo si percepisce quando lo si ascolta».

Questo articolo è stato tradotto da Rolling Stone US.

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