Lucio Corsi ha preparato un bestiario musicale per il suo nuovo disco. Anzi, Bestiario musicale è proprio il titolo dell’album, in uscita il 27 gennaio per Picicca. In anteprima ci ha fatto vedere la copertina e già che c’eravamo ne abbiamo approfittato per fargli un paio di domande sul suo ultimo lavoro.
Da dove è nata l’idea di fare un bestiario?
Era un periodo in cui scrivevo canzoni ma non ero soddisfatto, così mi ritrai nel podere dei miei, in maremma, dove ho uno studio. Era estate e volevo parlare di qualcosa che conoscessi ma che allo stesso tempo avesse a che fare con il luogo in cui mi ero ritirato. Mi sono venuti in mente gli animali dato che quando torno a casa mi attraversano sempre la strada, come fossero delle apparizioni, e questo mi affascina molto. Inoltre non ho mai avuto veri e propri vicini di casa, ma ha trascorso la mia vita circondato da animali. Non avevo mai provato a fare un concept in cui ogni canzone deve avere una sua identità, ciò nonostante decisi di mettermi alla prova. Ho scelto otto animali e sono andato a cercare le storie e le leggende legate ad ognuno.
Hai scelto prima le storie o gli animali a cui si legano?
Dipende, di alcuni animali in particolare volevo parlare, come l’upupa ad esempio. Per altri invece sapevo che c’erano già tante leggende a cui si legavano. Mi ero stufato anche di affrontare le canzoni sempre nello stesso modo, il bello della musica è la libertà che ti dà. In musica puoi parlare anche dei problemi dei carciofi; raccontare storie sugli animali mi ha permesso di scrivere e comporre con una libertà per me inaspettata.
Le tue nuove canzoni si legano anche a questioni di attualità?
Il fulcro del disco è l’upupa che parla al bosco, dicendo agli alberi, “Attenti, queste strade prima non erano asfaltate. Se vi prende il cemento vi trasformerà in lampioni per dare luce, non più ombra”. Quindi è l’upupa, il re degli uccelli, a parlare agli altri. Tutti i loro poteri e la loro grandezza sono schiacciati dalla società che avanza, che promuove una vita totalente diversa da quelle di prima. Il bello di queste canzoni è che ognuno ci può trovare dentro quello che vuole per esempio accostandole a ricordi e storie personali. Ci sono delle vicende interessanti, come la lepre che racconta di essere arrivata sulla Luna prima dell’uomo, con un balzo. Oppure delle volpi del Parco dell’Uccellina, che sono diventate grassissime perché assaggiano i gelati dai bambini.
Da dove nasce l’idea della copertina?
Come per gli album precedenti, la copertina è un quadro realizzato da mia madre di cui spero di utilizzare i dipinti anche nei prossimi lavori. Per i dischi precedenti ho scelto fra i quadri che già aveva creato mentre per Bestiario musicale le ho spiegato il progetto dietro l’album in modo che realizzasse in quadro appositamente studiato per l’occasione.
In italia si sentono davvero pochi artisti in grado di suonare come te, uno dei primi nomi che ci è venuto in mente è Dalla…
I cantautori a cui sono più legato appartengono al passato, su tutti direi anche Paolo Conte, un maestro nel legare fra di loro le parole. Quello che mi affascina di Conte è la sua capacità di essere un cantautore ‘paesaggistico’.