Il bello è che quando parla di Bellaria, il suo prossimo album (il primo pubblicato per Universal Music), Vegas Jones sta parlando di Milano. Ma non è così matto da riferirsi alla irrespirabilità dell’ambiente causata dalla quantità di polveri sottili: Matteo Privitera è un rapper, quindi il collegamento lo si deve alle classiche cose dei rapper: la sua macchina preferita, una vecchia Chevrolet Bel Air («preferibilmente azzurrina», confessa) e a una zona della sua Cinisello Balsamo. Aleggia, però, in tutto il disco una specie di manicheismo fra qui e altrove, fra la periferia e il paradiso tropicale.
Il primo singolo estratto da Bellaria si chiama Malibu, mentre uno dei pezzi di punta vede una collaborazione con Gué Pequeno, ma in versione future dancehall. Come solo Drake potrebbe fare, per intenderci. «È vero, ma per quanto a volte ci siano dei rimandi caraibici, il disco rimane velatamente scuro, racconta come vivo nella mia città». Ed è facile sognare le spiagge bianche se ti imponi di creare da zero, fra ottobre e dicembre del 2017, l’album che deve far decollare la tua carriera. «Mi sono imposto di farlo tutto in due mesi e in due mesi invernali», racconta Matteo, che quest’anno compie 24 anni. «E poi io d’estate non scrivo mai. Mi fermo del tutto, preferisco fare altro». Una volta questo “fare altro” comprendeva andare in giro per locali, in posti come l’Amnesia e il Cocoricò (è un grande fanatico della techno). Ma ora è venuto il momento di darsi da fare: «Adesso bisogna che tutti sappiano chi è davvero Vegas Jones».