L’ultima volta che avevamo intervistato VillaBanks, a settembre 2020, era un rapper ventenne emergente alle prese con il suo primo album in una major importante. Meno di un anno dopo, come spesso accade in questo periodo ai rapper emergenti, è diventato un nome più che affermato, con collaborazioni importanti all’attivo (Gué Pequeno e Madame, tanto per citarne alcuni), fresco di disco di platino, di un EP dal titolo Filtri che aggiunge ancora più featuring al suo carniere (Random, Taxi B, Lil Kvneki degli Psicologi, Boro Boro, Ketama126) e da oggi anche di un nuovo album ufficiale, Nudo, che definisce «il mio lavoro più personale» e va a completare idealmente l’EP. In tutto ciò prosegue anche la sua scalata al mondo del porno, come ci racconterà al telefono.
Come hai passato l’ultimo periodo?
Ho approfittato del lockdown per dedicarmi ininterrottamente alla musica. Paradossalmente, queste che precedono l’uscita del disco sono state le prime settimane in cui ho staccato davvero e sono uscito dallo studio, come forse si nota dai miei social (ride). Voglio cercare di ripulirmi di tutto ciò che ha alimentato i miei precedenti progetti e nutrirmi di nuovi stimoli.
E cosa ha alimentato i tuoi precedenti progetti?
Le vicissitudini di una vita tormentata: so che suona strano, ma a volte più le cose vanno nel verso in cui speravo, più aumentano gli ostacoli e mi rendo conto che l’obbiettivo in realtà era un altro.
Basandosi su questa tua considerazione, però, verrebbe da chiedersi come ti sei sentito quando qualche giorno fa il tuo brano Pasticche feat. Capo Plaza è stato certificato platino…
In realtà quella è stata una gran bella soddisfazione, così come la certificazione oro della settimana prima di Caribe: è il mio primo pezzo senza featuring ad arrivare a quel traguardo. A volte, quando hai la testa immersa nel lavoro, ti sembra di girare in tondo, di scavare a vuoto. Poi, non appena molli un attimo il colpo, finalmente i risultati arrivano tutti insieme. E ti torna voglia di tornare a lavorare!
Quando dici che ti sei reso conto che l’obbiettivo era un altro, cosa intendi?
Per molto tempo, il mio unico scopo era fare un sacco di soldi. So che è una cosa sbagliatissima, però sono cresciuto con questo pensiero fin da piccolo, i soldi per me erano la libertà. Se non potevo avere quello che volevo, essere dove volevo, era perché non avevo una stabilità economica. Ora però ho capito che sono un motore, non un punto d’arrivo: l’essenziale è stare bene, capire i miei limiti e scorticare l’ego e le paure. Fanno parte di me, ma devono scomparire per lasciare spazio al vero me.
I due progetti, Filtri e Nudo, escono uno di seguito all’altro. Perché?
L’idea era di fare uscire prima i brani di Filtri, che veicolano diverse sfumature di me anche attraverso dei featuring, e poi pubblicare quelli più intimi e personali, quelli di Nudo. Che forse a tratti spiazzerà un po’ i fan, perché è diverso dalla roba che ho pubblicato finora.
In effetti è un album dal sound molto più cupo, rispetto ai precedenti. Forse l’effetto è così straniante anche perché esce d’estate, e non ci siamo abituati…
Beh, ci sono anche pezzi reggaeton e più leggeri, quindi penso che sia adatto all’estate. Però sì, è bello cupo, perché mi è servito per liberarmi di un sacco di cose che volevo trovare la forza di fare uscire, e che trattenevo per timore e ansia. A posteriori mi sono reso conto di essermi fatto un sacco di pare.
Molti artisti non amano commentare i loro testi, sostenendo che le canzoni si spiegano da sole. Tu cosa ne pensi?
Non possiamo lavarcene le mani, di quello che diciamo. Io sono responsabile delle mie canzoni: mi sono fatto il culo perché uscissero e se qualcuno le ascolta ho il dovere di spiegarle e difenderle. Anche per questo sono sempre contento della possibilità di essere intervistato, quando escono i miei dischi: sono progetti a cui lavoro tanto e ci tengo che passi il messaggio giusto. So, da rapper, di avere sempre più influenza sui ragazzini, perciò cerchiamo tutti di dire cose intelligenti e, se viene recepito un concetto errato, è importante che ci sia modo di correggere il tiro.
Ti è già capitato di essere frainteso in qualche testo in particolare?
Guarda, io ho due sorelle più grandi. Prima che una canzone esca, passa prima attraverso le loro cuffie e quelle di mia mamma, e mi prendo tutte le critiche possibili (ride)! Poi ne parliamo, dialoghiamo, capisco cosa abbia potuto far alzare loro un sopracciglio e sistemo le cose, se è il caso. Ormai ho interiorizzato quel sopracciglio che si alza, perciò sto preventivamente attento a quello che scrivo, pensando che poi loro lo ascolteranno; e quindi no, non mi è mai capitato di essere frainteso, grazie al loro intervento a monte. Mai stato protagonista di una shitstorm su Internet.
Per cosa si alza il loro sopracciglio?
Per qualunque cosa! Per come mi pongo, per il fatto che uso la stessa parolaccia dieci volte nella stessa canzone… (ride)
La tua passione per il mondo del porno è nota: su quello niente sopracciglia alzate, invece?
In realtà quella passione è nata molto presto, già a 16 anni in famiglia sapevano che avrei voluto fare porno in maniera professionale. Una convinzione che si è rafforzata quando ho cominciato a fare musica in maniera professionale, tra l’altro.
L’ultima volta che ti avevamo intervistato, infatti, avevi detto che la tua intenzione era proprio questa…
Continuo a muovermi in quella direzione, sì. Al momento sto facendo un percorso su OnlyFans, dove carico video di coppia: ci siamo io e The Puta You Hate che facciamo contenuti per i fatti nostri, in modo molto indipendente e rilassato. Ma per il mio ultimo video abbiamo collaborato con Pornhub, e lì mi sono ritrovato su un vero set. Vedrete, sarà un bel trip.
Domanda purtroppo dovuta, di questi tempi: come hai intenzione di regolarti per i live estivi? Ce ne saranno?
Bella domanda, vorrei chiedere la stessa cosa anche io! (ride) Onestamente quest’estate ho evitato di programmare un tour, perché è improbabile che si riescano a fare alle condizioni previste e non voglio deludere nessuno. Non voglio neanche creare problemi agli organizzatori e ai locali, che stanno subendo da due anni: non è il momento di fare investire qualcuno in una serata, con il rischio che poi venga annullata. Preferisco aspettare e fare le cose solo quando potrò, ed è per questo che ho programmato le mie date a novembre, sperando che per allora ci sarà qualche certezza in più.