Salvatore e Stefano, in arte Sem&Stènn, hanno conquistato il pubblico di X Factor con il loro synthpop, ma non sono riusciti a sottrarsi alla roulette del televoto, che li ha eliminati alla fine del terzo live. Ecco cosa ci hanno raccontato, dopo la loro uscita dal programma.
Cosa non ha funzionato, secondo voi, ieri sera?
Stènn: non so se ci sia qualcosa che non ha funzionato. Noi ci siamo sempre ritenuti una variabile impazzita in questo programma. Ogni cosa che è arrivata, è arrivata sempre con grande sorpresa, anche quando abbiamo superato le prime puntate, e fino a ieri. Non so se ci sia qualcosa che non ha funzionato.
Sem: esatto, io mi ritengo molto soddisfatto delle due performance, anche del cavallo di battaglia, perché penso che siamo arrivati a un punto in cui eravamo veramente liberi sul palco. Sono felice comunque di non aver rimpianti di questo tipo.
C’è stata un po’ di polemica e discussione sul fatto che Manuel Agnelli, il vostro giudice, abbia chiesto di chiamare il tilt invece di sottoporsi all’implacabile ghigliottina dei suoi colleghi. Voi cosa ne pensate?
Sem: capiamo sicuramente Manuel, perché era una brutta situazione per lui scegliere tra i due componenti della sua squadra. Da una parte, però, a noi sarebbe piaciuto ricevere quello che è lo stesso trattamento degli altri. Se si fosse arrivati con una parità al tilt, sarebbe stato meglio.
Stènn: sì, saremmo stati molto curiosi di vedere come sarebbe andata diversamente, anche perché, comunque, abbiamo ricevuto sempre dei feeedback molto positivi dagli altri giudici, quindi mi sarebbe piaciuto vedere come sarebbe andata.
Sem: siamo anche riusciti a conquistare Fedez ai live!
Non so se siate già riusciti ad avere contatti con l’esterno e il mondo, ma il pubblico più attivo sui social era molto dalla vostra parte, avete ricevuto molti consensi.
Stènn: ci fa molto piacere questo.
Sem: siamo molto contenti.
Stènn: essendo partiti non dalla prima, ma dalla retromarcia, far ricredere le persone è una grande soddisfazione!
C’è stata l’eliminazione, ma c’è stato anche l’annuncio dell’apertura al concerto per i 30 degli Afterhours ad aprile, ieri sera.
Stènn: sì, ieri è stato un po’ un mix di emozioni, ce l’ho ancora in corpo, avrò dormito un’ora scarsa, perché ovviamente dopo siamo andati a festeggiare la libertà! [ride] È una notizia bomba quella, e l’ha sganciata proprio poco prima che partisse la base!
Nel senso che l’avete saputo anche voi in quel momento?
Stènn: in realtà nì, Manuel ci aveva accennato qualcosa, ma non ci aveva dato la notizia per intero, quindi è stata una bella botta
Sem: sì, ha sempre esposto la sua volontà di collaborare, magari con un remix per gli Afterhours, sia video sia audio. Poi con Rodrigo [D’Erasmo, membro storico degli Afterhours, che affianca Agnelli anche a X Factor] si parlava di fare magari una chiusura o un’apertura per loro, e ieri l’annuncio ufficiale! Ci aiutato molto ad andarcene con il sorriso e con stile. [ridono]
Vi siete presentati alle audizioni con un pezzo vostro, inedito. Poi, ovviamente, proseguendo il percorso, vi siete dovuti gioco forza confrontare con delle cover. Era una cosa che facevate già? Vi siete trovati a vostro agio?
Sem: la nostra prima perplessità, quando ancora eravamo in dubbio se partecipare o meno a X Factor, era proprio la questione cover, perché abbiamo iniziato a fare musica direttamente con cose scritte da noi e nella scaletta dei nostri concerti c’era forse una sola cover ogni tanto, e questa cosa ci terrorizzava. In realtà, è stata una cosa molto, molto stimolante. Con i tempi televisivi, poi, eravamo costretti a riarrangiare dei pezzi in mezza giornata, avevamo degli orari bulgari, con le troupe dietro che entravano in sala prove proprio magari nel momento in cui volevi sclerare, è stata una palestra ottima.
Stènn: la cosa molto positiva di questa esperienza è che in ogni sua fase, dalle audizioni ai bootcamp, agli home visit e poi i live, abbiamo arrangiato qualsiasi pezzo in, veramente, quaranta minuti ––era una cosa mostruosa. È stata una sfida continua con noi stessi e questo ci ha fatto mettere tanto alla prova.
Sem: ogni volta c’era una difficoltà diversa: o vocale, o tempistica, o performativa, quindi pensiamo sia stata proprio una crescita per noi, e questo ci dispiace, perché chissà quali altri ostacoli avremmo potuto superare, dove saremmo potuti arrivare.
Avete anche spaziato, da Ariana Grande a Marilyn Manson, passando per i Cure e gli MGMT.
Stènn: ed è un’altra cosa che ci è piaciuta molto della nostra esperienza. Fare un percorso molto eterogeneo ci ha permesso di mostrare diversi lati di noi e anche i diversi gusti musicali che abbiamo.
Sem: perché quei brani ci appartengono tutti.
Stènn: e poi, con la complicità di Manuel, portare anche dei pezzi che nei talent si sentono meno, rispetto alle playlist di Spotify di qualcun altro…
Sem: e comunque li abbiamo reinterpretati sempre in un linguaggio pop senza snaturarli troppo.
Stènn: portando sempre rispetto per le versioni originali, o almeno questo è stato l’intento.
Siete stati i primi nella storia di X Factor a cantare un brano di Marilyn Manson, sarete ricordati per sempre per questo.
Sem: esatto, ora pretendiamo almeno un retweet o una cosa del genere da Manson! [ridono]
Stènn: lo attendiamo con ansia!
Faccio anche a voi la domanda di rito: c’è un lato o un gusto, o qualcosa che vi appartiene che non avete fatto in tempo a mostrare e che vi dispiace non sia venuto fuori?
Sem: sì, avevamo in mente di portare intanto qualcosa in italiano. Poi, noi lavoriamo tanto anche sulle ballad elettroniche, ovviamente con un bel beat sotto, ma abbiamo dei range diversi, dei modi diversi di cantare, sarebbe stato bello portare una ballad elettronica alla Sem&Stènn!
Stènn: oltre che l’inedito, ovviamente, che era il nostro obiettivo principale di questa competizione.
Sem: esatto, noi speravamo, ma non credevamo di vincere, l’obiettivo vero era arrivare con l’inedito su quel palco, che è unico.
Ora siamo più agguerriti di prima!