Ieri pomeriggio, davanti al Duomo di Milano, centinaia di donne hanno partecipato a un flash mob contro la violenza di genere, in un’iniziativa promossa da Non una di meno in solidarietà con le donne cilene. Durante il flash mob le partecipanti hanno cantato El violador eres tu – una canzone anti-stupro nata in Cile e che nelle ultime settimane è diventata un inno femminista globale.
La canzone, scritta da un gruppo teatrale femminista di Valparaìso chiamato Lastesis, è stata scritta prima dell’inizio delle grandi proteste contro le disuguaglianze che ancora infiammano il Cile. Ma è stato in quell’occasione che è stata cantata per la prima volta in piazza e che ha cominciato a diffondersi. “Non voleva essere una canzone di protesta”, ha detto al Guardian Paula Cometa, una portavoce del collettivo, “le donne delle proteste l’hanno trasformata in qualcosa di più di quello che era”.
Il senso della canzone, ispirata al lavoro della femminista argentina Rita Segato, è che la violenza sessuale non è un problema morale ma politico. “Lo stupratore sei tu / sono i poliziotti / i giudici / lo Stato / il presidente”, dice il testo, accusando le strutture di potere di violare sistematicamente i diritti delle donne.
Secondo Cometa, il motivo principale del successo della canzone sta in un aspetto particolare della crisi cilena: le accuse di stupro, tortura, omicidio e sistematiche violazioni dei diritti umani mosse contro la polizia durante la repressione delle proteste. La canzone, a suo dire, “si è adattata al momento che stiamo vivendo ora in Cile”.
Dal Cile, la canzone – il flash mobile che la accompagna – è diventata virale diffondendosi prima in America Latina e poi in tutto il mondo. Lo scorso 29 novembre, a Città del Messico, la canzone è stata cantata da una piazza piena di donne bendate. Altre performance sono state organizzate a Bogotà, Madrid, Barcellona, Londra e Parigi.