I musicisti stanno reagendo sui social al nuovo DPCM che, fra le altre cose, blocca ogni concerto. Tra le misure presentate ieri in conferenza stampa da Giuseppe Conte – che vi abbiamo raccontato nel dettaglio qui e che sono valide fino al 24 novembre – c’è anche la sospensione delle attività di cinema, teatri e sale da concerto. «Una decisione particolarmente sofferta, il mondo della cultura è in sofferenza da mesi», ha detto Conte, che colpisce un settore che la scorsa estate aveva dato prova di organizzazione e disponibilità (qui il racconto di com’è andata).
«Un dolore la chiusura di teatri e cinema. Ma oggi la priorità assoluta è tutelare la vita e la salute di tutti, con ogni misura possibile», ha scritto su Twitter il ministro del MIBACT Franceschini. «Lavoreremo perché la chiusura sia più breve possibile e come e più dei mesi passati sosterremo le imprese e i lavoratori della cultura».
Un dolore la chiusura di teatri e cinema. Ma oggi la priorità assoluta è tutelare la vita e la salute di tutti, con ogni misura possibile. Lavoreremo perché la chiusura sia più breve possibile e come e più dei mesi passati sosterremo le imprese e i lavoratori della cultura pic.twitter.com/q9HnsJYNDe
— Dario Franceschini (@dariofrance) October 25, 2020
La reazione del settore è stata molto dura. Da una parte c’è la rabbia per l’inutilità degli sforzi compiuti negli ultimi mesi, dall’altra viene fatto notare che i teatri e le sale da concerto sono posti più sicuri poiché più controllati di mezzi pubblici e supermercati. A supporto di questa tesi viene citata un’indagine dell’AGIS (Associazione Generale Italiana dello Spettacolo) secondo la quale «su 347.262 spettatori in 2.782 spettacoli monitorati tra lirica, prosa, danza e concerti, con una media di 130 presenze per ciascun evento, nel periodo che va dal 15 giugno (giorno della riapertura dopo il lockdown) ad inizio ottobre, si registra un solo caso di contagio da Covid 19 sulla base delle segnalazioni pervenute dalle ASL territoriali». Non è così semplice rintracciare l’origine di un contagio e l’indagine è stata compiuta tramite l’app Immuni, che a inizio ottobre era stata scaricata “solo” da 8 milioni di persone e a fine agosto era ferma a 5 milioni. Ecco cosa hanno detto gli artisti.
Motta
Motta scrive su Instagram un messaggio fra l’incazzato e lo scoraggiato, con un pensiero a chi in questi mesi ha lavorato per mettere in sicurezza gli spettacoli «nonostante nessun politico abbia mai fatto capire l’importanza dell’arte e delle persone che ci lavorano. Abbiamo perso per l’ennesima volta, la nostra guerra pacifica civile ed educata non è servita a un cazzo».
Vasco Brondi
Vasco Brondi dice che nessuno «si faceva illusioni», e che era certo che il governo non avrebbe difeso i luoghi e i lavoratori della cultura: «Tutte le fabbriche sono aperte ed è salvo il pranzo della domenica al ristorante, per questo settore non è riuscito a salvare niente».
Nessuno si faceva illusioni che @dariofrance fosse in grado di difendere e rispettare i luoghi della Cultura e i suoi lavoratori. Tutte le fabbriche aperte e salvo il pranzo della domenica al ristorante invece per questo settore culturale non è riuscito a salvare niente. https://t.co/7sX1n4pIYJ
— Vasco Brondi (@vasco_brondi) October 25, 2020
Colapesce
«Quando si parla di chiudere qualcosa, si finisce sempre per penalizzare i teatri, i cinema, i concerti. Cioè quei luoghi che dalla fine della fase uno si sono rivelati tra i pochissimi a rispettare le regole», dice Colapesce con una storia su Instagram.
Lodo Guenzi
«Io non sarei capace di governare neanche un condominio, ma una cosa mi pare chiara. O se ne esce insieme o ci si scanna», scrive Lodo Guenzi su Instagram. Il frontman dello Stato Sociale dice che il decreto «spacca a metà la società, criminalizza i ventenni col gin tonic e non gestisce i sessantenni con il biglietto della metro in tasca».
Ministri
Alcuni musicisti hanno risposto al tweet di Franceschini sul «dolore la chiusura di teatri e cinema». I Ministri lo hanno fatto con ironia.
Un’altra giornata in cui, grazie a professionisti come lei, vorremmo cambiarci nome. Per disambiguare.
— Ministri (@iMinistri) October 25, 2020
Frankie hi-nrg mc
Sempre in risposta al ministro Franceschini, Frankie scrive: «Se avete lavorato come avete fatto finora, per favore, SMETTETE IMMEDIATAMENTE!! Se non se ne fosse accorto, Ministro, siamo all’osso, ma il midollo è sempre più velenoso».
Se avete lavorato come avete fatto finora, per favore, SMETTETE IMMEDIATAMENTE!!
Se non se ne fosse accorto, Ministro, siamo all’osso, ma il midollo è sempre più velenoso.— Frankie hi-nrg mc (@frankiehinrgmc) October 25, 2020
Saturnino
Il bassista risponde al ministro con un facepalm.
— Saturnino Celani (@Saturnino69) October 25, 2020
Boosta
Anche Boosta dei Subsonica risponde a Franceschini: «Io non so più a cosa credere. Inadeguatezza o dolo. Non riconosco, e mi ritengo un discreto moderato, altra via». E aggiunge in un secondo tweet: «E per dolo intendo quello perpetrato in malafede».
Io non so più a cosa credere. inadeguatezza o dolo.
Non riconosco, e mi ritengo un discreto moderato, altra via. https://t.co/JIYJuYY4s4— Davide Boosta Dileo (@Boosta) October 25, 2020
Enrico Ruggeri
Per Enrico Ruggeri «non ci sono più parole».
Non ci sono più parole. https://t.co/p1K4PM2TTO
— Enrico Ruggeri (@enricoruggeri) October 25, 2020
Emis Killa
Il rapper Emis Killa scrive su Twitter che il nuovo decreto è «un nonsense totale».
Concerti no. Musei sì. Ristoranti no. Mezzi pubblici sì. E così via. No sense totale.
— Emis Killa (@RealEmisKilla) October 25, 2020
Max Collini
Max Collini (Offlaga Disco Pax) si presenta così su Instagram: «Ciao, sono Max. Il dpcm del governo dice che devo continuare a vendere magliette indie fino a nuovo ordine, per gli spettacoli invece se ne riparla non si sa quando. Mentre bevo per dimenticare voi scrivete in privato: spedizioni in tutto il mondo e prezzi covid free».
Alessandra Amoroso
Alessandra Amoroso ritwitta l’indagine AGIS sullo spettacolo dal vivo luogo sicuro.
Lo spettacolo dal vivo “luogo sicuro”. pic.twitter.com/riwk0yzGiL
— Alessandra Amoroso (@AmorosoOF) October 25, 2020
Giorgieness
Ed ecco il buongiorno di Giorgieness, accompagnato dalla scritta “Non necessari” riferito ai lavoratori della musica e dello spettacolo. Nel testo la cantante descrive «un settore già dilaniato dall’interno, svalutato dalla facilità con cui il bene che produce circola in modo praticamente gratuito», aggiungendo che tutti i sacrifici fatti «potrebbero diventare vani. Perché non siamo necessari». I lavoratori dello spettacolo, aggiunge, «hanno dimostrato di saper fare senza aumentare i contagi, in totale sicurezza, e magari facendo passare una bella serata a qualcuno anche in un momento del genere. La cultura non può essere assimilata al solo divertimento, è qualcosa di più, è fondamentale per dare alla vita un senso diverso dal solo alzarsi la mattina e andare a letto la sera. È civiltà». Hashtag: #buongiornouncazzo.