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Billie Eilish: «I post sull’Amazzonia? Mi fanno incazzare»

Abbiamo incontrato la popstar classe 2001 a poche ore dal live all'Area Expo di Rho dove, più attesa degli headliner Twenty One Pilots, è stata costretta a fermarsi dopo un infortunio alla caviglia durante ‘Bad Guy’

Foto di Luigi Rizzo

Una culata micidiale e nelle lacrime trattenute a stento ci sono tutta la forza e tutta la fragilità di un’adolescente alla conquista del mondo. Serata a dir poco intensa quella di Billie Eilish sul palco di Milano Rocks, davanti a un pubblico di oltre 20mila persone: saltellando al ritmo pulsante di Bad Guy è stata tradita dalla caviglia destra, rischiando di compromettere seriamente il concerto iniziato da pochi secondi.

Chiuso il primo e il secondo pezzo a denti stretti, Billie sparisce per qualche minuto, imprecando a microfono aperto dietro le quinte. Torna? Non torna? Certo che torna. The show must go on e così eccola rientrare in scena sulle spalle di un bodyguard che la appoggia su uno sgabello. Gamba fasciata da un tutore, dice affranta «è un incubo» e i fan rispondono con un boato: “Bil-lie, Bil-lie, Bil-Lie”. Forza e coraggio, avanti con la prossima canzone, la ballata eterea idontwannabeyouanymore.

Billie Eilish con il tutore durante il concerto. Foto di Luigi RIzzo

Forza e coraggio trasmessi nel backstage, sicuro, dalla madre che la segue passo passo. Naturalmente c’era anche lei, la signora Eilish, durante l’incontro con la stampa in un hotel di Malpensa, quattro ore prima del concerto. «Lei è mia mamma», dice Billie ai giornalisti indicando la donna che – smartphone in mano – riprende domande e risposte, sempre col sorriso sulle labbra.

Perché il mondo di Billie Eilish è una grande, ormai grandissima impresa a parziale conduzione familiare: papà e mamma road manager e l’inseparabile fratello Finneas autore delle canzoni e musicista sul palco, bassista/tastierista pronto a trasformarsi in massaggiatore/motivatore subito dopo la rovinosa caduta della sorellina Billie. In un momento di plateale sconforto live, le stringe le mani sulle spalle incoraggiandola a proseguire.

Classe 2001, forte del trionfo dell’album When We All Fall Asleep, Where Do We Go?, Billie Eilish è la pop star che tutti amano: impazziscono per lei bambine, adolescenti, vecchi nostalgici emo-goth, stilisti e fashion victim, colleghi ben più anziani come Thom Yorke e Dave Grohl, che in passato ha fatto un paragone tra l’ascesa dei Nirvana e quella di Eilish.

Billie Eilish con il fratello Finneas. Foto di Luigi RIzzo

«Dave Grohl ha detto qualcosa tipo “Il rock non è morto grazie a Billie Eilish”», ricorda Billie aggrappata a una bottiglia d’acqua, il mento appoggiato sul tappo. Unghie lunghissime color caffellatte, per questo giro di interviste ha scelto un total-look evidenziatore: sneaker, pantaloni baggie e t-shirt oversize giallo fluo, in tinta con i suoi capelli.

«Il fatto che l’abbia detto qualcuno che ha dedicato tutta la sua carriera, tutta la sua vita al rock» continua carica, «mi ha aiutato molto durante una lunga fase della mia vita in cui avevo paura di non essere abbastanza figa. Ho passato due anni difficilissimi perché è davvero dura essere una ragazzina in questo mondo. Volevo piacere al mondo rock, volevo piacere al mondo hip hop, ma ero terrorizzata dal non farcela. Così le parole di uno come Grohl mi hanno aiutata molto di più di quanto possa sembrare».

E più tardi, vedendola cantare seduta su uno sgabello con la gamba stretta in un tutore, viene in mente per forza di cose proprio lui, Re Dave Grohl costretto da un infortunio a esibirsi con le chiappe incollate sul trono del rock.

Billie Eilish festeggerà 18 anni a dicembre 2019. «Ho iniziato a 13 anni, a 15 ero già in tour. Pensate alla vostra adolescenza: già sono anni tremendi, metteteci poi la fama! Ero arrivata a odiare l’essere diventata famosa. Non potevo neanche uscire di casa in santa pace, andare a comprarmi una maglietta o uno spazzolino al supermercato. Sono stata depressa, ma ora sono felicissima di non stare più male e, sapete una cosa?, essere famosi è fantastico». Ride di gusto.

You can’t fake authenticity. Billie Eilish cita il claim di una campagna pubblicitaria a cui ha prestato voce e immagine per spiegare il segreto del suo successo, la capacità di andare oltre ogni genere musicale e sedurre tanto i teenager quanto un pubblico più adulto. «Può suonare stupido, ma non puoi fingere la genuinità. Io non mi sono mai detta: “Odio il pop, infrangerò tutte le regole della musica, mi vesto così per dare fastidio alla gente”. Io mi metto addosso questi vestiti solo perché penso siano fighi, ma se il pubblico pensa sia una dichiarazione di intenti, prego! Non ho un programma da seguire, non sono contro nulla, non escludo niente a priori. Sono aperta a tutto e sono super-felice di piacere a giovani e meno giovani: significa che sto facendo la cosa giusta».

Una dopo l’altra, Billie risponde senza troppi freni a ogni domanda dei giornalisti, guardando tutti negli occhi e rivolgendosi di tanto in tanto alla madre per un cenno di conferma.

Il prossimo album che, a differenza del primo scritto e registrato in cameretta con il fratello, sarà forse realizzato on the road: «Tornare dal tour e mettersi a scrivere e registrare i nuovi pezzi in cameretta sarebbe come portarsi il lavoro a casa». Il rapporto con i talent show, dove le aspiranti star ormai cantano le sue canzoni. Doppio pollice verso: «Avete visto Black Mirror? I talent sono la stessa cosa, rischiano di rovinare la vita dei concorrenti. E se io avessi partecipato a un talent credo non avrei passato le selezioni».

Foto di Luigi RIzzo

Infine, il supporto incondizionato a un’altra adolescente altrettanto famosa, vegana come lei: l’ambientalista Greta Thunberg. «Mia mamma parla sempre di lei, è la sua più grande fan!», parte a raffica Billie: «Se solo le persone ascoltassero di più quello che dice Greta. La rispetto infinitamente. Tutti fanno post sugli incendi in Amazzonia e io mi incazzo: siete lì a postare invece di fare qualcosa! Sapete davvero perché l’Amazzonia è in fiamme? Danno fuoco agli alberi per fare spazio alle mucche che voi stronzi vi mangiate, ecco perché. E so bene che in questa stanza c’è qualcuno che mangia le mucche!». Risate generali. Il tempo per le domande è scaduto, Billie deve saltare su un furgone e correre all’Area Expo per il concerto a Milano Rocks, evento ovviamente sold out.

Il suo show è in programma alle 19.15, tra i rocker Fidlar (anche loro due fratelli, Elvis e Max, figli di Greg Kuhen, un veterano della scena punk americana noto soprattutto come tastierista dei TSOL) e i Twenty One Pilots, altra band che ha fatto a brandelli i generi musicali conquistando il pubblico più giovane, veri headliner della serata.

Billie Eilish viene accolta da un applauso clamoroso, assordante, parte la cassa di Bad Guy, salta su un piede e, boom, cade a terra. «Un mese fa mi è successa la stessa cosa all’altra gamba… Questo è il concerto più imbarazzante della mia vita», dice a un certo punto con la voce tremante, ma Milano Rocks esplode in suo sostegno, qualcuno alza due stampelle dimostrando smisurata empatia.

Lei scuote la testa, si punta due dita alla tempia, tra un pezzo e l’altro continua a scusarsi: «Mi dispiace da morire. Proprio stasera che Tyler e Josh dei Twenty One Pilots stanno guardando il mio concerto…. Al posto vostro me ne sarei andata». E invece i fan rimangono tutti fino alla fine, cantando felici Ocean Eyes, When The Party’s Over e Bury A Friend, riconoscendosi in quella ragazzina sul palco perennemente in bilico tra sogno e incubo.

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