La prima volta che ho intervistato Ditonellapiaga è stato nell’aprile dello scorso anno per l’uscita del suo primo EP, Morsi, un intrigante e avventuroso mix di suoni, ironia, stile. Pur intuendone l’evidente potenziale, dubito che qualcuno avrebbe avuto la chiaroveggenza di prevedere i dodici mesi successivi dell’artista romana. La svolta è stata Sanremo, ma ancor più della partecipazione (e della brillante idea di andarci accompagnata da un’icona istrionica come Donatella Rettore), la grande capacità di Ditonellapiaga è stata quella di sopravvivere a Sanremo, uscendone davvero bene. Nel furioso mondo sanremese, infatti, vince chi sopravvive, come dimostrano tutti quei nomi (soprattutto esordienti) scomparsi nel nulla, edizione dopo edizione.
Ed è così che ci troviamo in un lunedì sera abbastanza freddo per aprile al Circolo Magnolia di Milano per questa data sold out di Ditonellapiaga. Il brusio eccitato del pubblico, le luci e le birrette; tutto sembra tornato alla normalità. Prima dell’inizio del live, come ultima canzone passata nell’impianto, Ditonellapiaga sceglie Toxic di Britney Spears («È e rimarrà per sempre un mio idolo» ci disse in quell’intervista) e la gente in sala reagisce come fossimo nel 2003. Le luci si spengono e lei si presenta di spalle ripetendo il mantra iniziale di Morphina, il brano che apre Camouflage, il suo primo disco. Dietro di lei campeggia una scritta con il suo nome, illuminata. Si comincia.
Il live di Ditonellapiaga è solido, efficace, coi giusti tempi: poco spazio alle chiacchiere, brani suonati uno dietro l’altro, un ottimo ritmo. Margherita si approccia al palco con la stessa innata consapevolezza con cui l’avevamo vista a Sanremo, come se per lei fosse un’abitudine stare su certi palchi con così tanta attenzione rivolta verso di lei; si capisce che è fatta per questo mestiere. Che sia in diretta televisiva nazionale o nel gremito padiglione del Circolo Magnolia, poco cambia, l’approccio è quello di chi il palco se lo vuole mangiare sempre e a prescindere. L’attenzione è monopolizzata dalla sua presenza (la band di tre elementi che l’accompagna, a livello visivo, quasi scompare), come è giusto che sia in un concerto pop. La sensazione generale è di non essere di fronte ad un’artista emergente, né tantomeno ad una meteora. Tra la capacità di tenere il palco e le dimostrazioni d’affetto del pubblico, siamo di fronte a qualcos’altro. Qui si sta costruendo la diva del futuro.
Il pubblico segue la sua nuova eroina nelle montagne russe del live, dimenandosi nei momenti dedicati alla pista e cantando a squarciagola nei passaggi più sentimentali. La musica di Ditonellapiaga infatti vive tra due anime, una che punta al dancefloor (Morphina, Repito, Vogue, Prozac) e una più smaccatamente classica, eterogenea e pop (Spreco di potenziale, Non ti perdo mai, Altrove), in un costante muoversi tra ironia e emotività; Camouflage infatti si presenta come un disco capace di raccontare, a livello sonoro, il meglio del pop italiano di oggi, annettendo a sé un miscuglio continuo di R&B, house, funk, it-pop.
Per tutta la durata del live, un gruppo di ragazzi di fronte a me segue il concerto con il cellulare in mano, scorrendo i testi delle canzoni che non conoscono come in un karaoke 2.0. A fine concerto racconto questo aneddoto a Margherita che, divertita, mi spiega quanto sia difficile per lei, dopo Sanremo, capire quale pubblico, e che persone, troverà sotto il palco. E non mi viene difficile capire cosa intenda pensando a come due giorni fa era ospite di Verissimo su Canale 5, mentre questa sera è qui in uno dei locali storici della musica alternativa a Milano ad aizzare folle.
Dopo un anno così denso, pieno di situazioni così belle ma contrastanti, quali saranno i prossimi step di questa promettente artista? Chi vorrà essere Ditonellapiaga da grande? Mi auguro solo che possa essere se stessa, e nient’altro; solo così potrà continuare a trovare queste splendide soddisfazioni sul suo percorso.
PS: Se siete arrivati fin qui nella lettura, siete dei veri fan di Ditonellapiaga e quindi posso dirvi questo: nel bis è arrivata lei, sì, la magica Donatella Rettore, accolta da un’ovazione clamorosa, per un’esecuzione di fuoco di Chimica. Come finire bene.