Viviamo nel Paese degli “attesissimi”. A leggere i comunicati stampa che arrivano quotidianamente nelle mail dei redattori dei giornali apprendereste solo di quanto siano attesi i dischi di artista X, i concerti di cantante Y, e via così. Di solito l’effetto che sortisce è opposto: leggi attesissimo e capisci non c’è proprio nessuno ad aspettare, forse giusto qualche parente. Stavolta però l’utilizzo era legittimo: c’era, almeno nella mia bolla, molta attesa per il concerto di Elodie al Forum di Assago. «Ci vai? Conosci qualcuno che vende un biglietto?». La risposta era sempre la generica «se sento ti dico», pronunciata da chi non sentirà mai, e che comunque anche se sentisse si dimenticherebbe di dirvelo.
Iniziamo a capire che questo concerto fosse però veramente atteso dal tragitto verso il Forum. Metro pienissima ben prima dell’orario di inizio, molte macchine in coda al palazzetto. Il concerto era sold out (altro termine amatissimo dagli staff dei cantanti), e in effetti al Forum non c’era un posto vuoto. Il parterre stava per scoppiare, gli anelli pure.
D’altronde, è la quarta volta che lo scriviamo e dovreste aver afferrato il concetto, c’era attesa: è il primo concerto di questa portata di Elodie, forse il suo primo concerto vero. Ce n’era stato un altro, l’anno scorso al Magnolia, ma era un’altra roba. Era un’altra Elodie. Nel mezzo sono successe un sacco di cose: un film da protagonista presentato a Venezia, un David di Donatello freschissimo, una serie su Prime, un nuovo Sanremo, un nuovo disco. Il Forum era da aggiungere alla lista. Check, fatto.
Quando ha iniziato era il 2015, aveva i capelli rosa, gli occhiali in tinta e puntava ad arrivare al serale di Amici. Otto anni dopo Elodie è diventata una popstar. A leggerla così potrebbe essere la trama di un film con Hilary Duff, invece è tutto vero.
Il palco è giga: c’è una passerella lunghissima che taglia in due il palazzetto. Alla fine un altro palco, più piccolo, dove parte lo show. Si comincia col botto, Elodie sale con i ballerini e parte Purple in the Sky. Canta e balla con un body nero che luccica. Ci sta comunicando che stasera si fa sul serio.
La produzione è effettivamente rara per un concerto italiano, soprattutto nella coolness: è tutto studiatissimo, dagli abiti ai visual. Volendo potremmo dire tutto in tinta (o forse bisognerebbe dire in palette, viviamo tempi in cui le persone parlano di “armocromia” senza ridere).
A vederla apparentemente tranquilla su quel palco vien da dire che Elodie è diventata quello che voleva essere: una performer che non ha paura di fare uno show pop come andrebbe fatto in un Paese dove, salvo eccezioni, l’unico pop concesso è sempre stato quello dei cantanti che nei video alzano le mani al cielo, meglio se sta piovendo.
Quelli che si divertono li abbiamo sempre un po’ snobbati, per esser presi sul serio bisogna dire che sei autore, non importa se le canzoni le firmi con “una scatenata dozzina”, volendo citare ancora un film di Hilary. Elodie ha messo sul piatto un altro modello: «Sono orgogliosissima, felicissima di essere qui con voi stasera. Ho aspettato tanti anni», dice alla fine del primo blocco.
Sul palco un corpo di ballo di quindici persone, una band di dodici più quattro coriste e, soprattutto, sotto al palco, migliaia di fan urlanti. Si passa al secondo blocco aperto da Ok. Respira e si va verso il momento delle sue hit più adulte, Andromeda e Vertigine. La prima da sola, la seconda con la prima ospite, Elisa. Insieme fanno anche Together, brano della cantautrice di Monfalcone che diventa un messaggio contro le guerre.
Poi è il momento del fuoco sul palco quando arriva BigMama, insieme fanno American Woman, come a Sanremo, poi Stash. Ogni ospite ha un set visivo diverso, con i ballerini che cambiano ritmo e dress code. Poi è il momento del suo ultimo singolo e il pubblico esplode su quel “per me le cose sono due, lacrime mie o lacrime tue”, frase che ha fa tremare gli eredi di Osho.
Si cambia ancora, stavolta per un momento un po’ Pussycat Dolls, con Elodie e le ballerine alle prese con una sbarra da scuola di danza. Poi si torna ai duetti, c’è Joan Thiele e insieme fanno Proiettili. Non una hit radiofonica, è la colonna sonora del film Ti mangio il cuore, ma un brano che sicuramente le ha fatto spuntare un’altra casella dell’elenco che dicevamo prima.
Un po’ Elodie and Friends, ci sono quasi tutti quelli che sono stati decisivi nella sua carriera. La raggiungeranno anche Rkomi per La coda del diavolo e Paola & Chiara con un atteso, sì, l’abbiamo scritto ancora, mash up tra Tribale e Festival. Un duetto che suona un un po’ come un passaggio di testimone generazionale tra chi si è saputo divertire.
Poco dietro noi la famiglia di Elodie. Sorella, mamma, nonna. La seconda scatenatissima, canta ogni canzone e incita i presenti più timidi a scatenarsi. Andiamo a casa confermando quanto scritto nei comunicati stampa: il concerto di ieri sera meritava davvero l’appellativo di cui sopra. I parenti c’erano, sì, e c’erano anche migliaia di persone. La storia di Elodie è bella perché l’abbiamo vista crescere e finalmente possiamo dirlo: anche l’Italia, nel 2023, ha la sua popstar. Siamo qui per vederne ancora, non fate i timidi.