Il tour mondiale di Dua Lipa, dopo una serie di rinvii legati alle problematiche pandemiche, arriva finalmente alla prima delle due date programmate al Forum di Assago, a Milano. Ha tutto il necessario per un grande concerto pop internazionale: visual interstellari, luci sparaflashanti, dodici tra ballerini e ballerine che da soli potrebbe fare lo show, quattro musicisti della madonna, quattro coriste ancor più della madonna, un palco pazzesco da rockstar, cinque cambi d’abito che ciao. E in effetti, potevamo aspettarci qualcosa di meno da un’artista che fino ad oggi ha fatto registrare 29,3 miliardi di stream nel mondo, vincendo tre Grammy Awards?
Assistere a queste grandi produzioni internazionali (che ancora raramente arrivano nel nostro Paese) è sempre un’occasione per imparare le potenzialità e le possibilità dei concerti pop. Il Future Nostalgia Tour di Dua Lipa è un bignami, un corso accelerato su come si costruisce una performance base di una popstar e, per questo, speriamo vivamente che – taccuino alla mano – le popstar italiane fossero sedute nei primi banchi a prendere appunti (un paio c’erano, ma manteniamo l’alone di mistero). Certo, Dua Lipa è in un altro campionato, la Champions League del pop internazionale, ma per crescere bisogna pur aver modelli molto lontani con cui confrontarsi per cercare di colmare il divario.
La cosa più importante che si può apprendere da live come questi è cosa significa professionalità nella musica e nella performance. Il concerto di Dua Lipa infatti funziona splendidamente, dalla messa in scena al suono, e le ventuno persone coinvolte attivamente sul palco si muovono senza sbavature in una coreografia perpetua che controlla ogni gesto; nulla è lasciato al caso, tutto è costruito per essere memorabile agli occhi dei fan. Nessun movimento è incerto o vago, ma tutto ha una specifica forza, una ragione di esistere. Una sicurezza che diventa padronanza di movimenti, di arti, di spazi, coinvolgendo profondamente il pubblico del Forum. In questo energico tripudio di corpi danzerecci, Dua Lipa per tutta la durata dello show mantiene il centro della scena con un magnetismo maturo, ballando, cantando e aizzando il pubblico per due ore filate senza mostrare mai un segno di stanchezza. Lei continua imperterrita tra cambi d’abito, luci flash e mossette, e a noi, solo a guardarla, viene il fiatone.
Per gli standard italiani, ovvero per la qualità di concerti che siamo abituati a vedere durante l’anno, quello di Dua Lipa è un live da fuoriclasse. In relazione agli standard internazionali, invece, è un live solido, ma non ancora ai livelli travolgenti di dee come Beyoncé, giusto per fare un nome. Proprio per questo però svolge al meglio la sua funzione di bignami, di concerto pop 101, riuscendo nella sua pulita efficacia a insegnare le fondamenta di questo lavoro. Il live della cantante d’origine kosovara-albanese funziona proprio perché si attiene in modo schietto alle basi del pop, focalizzando la performance su tre tòpos comprensibili a chiunque: l’amore, il corpo, il sesso. Tra canzoni sull’amore, corpi danzanti e ammiccamenti sessualmente espliciti, il pubblico del Forum viene conquistato, dalla teenager al boomer, dal queer al normie, attenendosi appieno all’unica regola che il concerto pop deve rispettare: intrattenere.
Un live come quello di Dua Lipa dovrebbe essere studiato dal mercato musicale italiano. Andrebbe studiato da ogni musicista, artista, cantante, ma anche dallo stesso pubblico per comprendere il vero significato di intrattenimento e pretendere un certo livello di performance dai nostri artisti. È un bignami che dovrebbe essere fruito da tutti gli addetti ai lavori, dalle case discografiche agli uffici stampa, dai creativi ai media interessati alla musica e alla pop culture, per comprendere quanto si possa fare con le armi del pop. Fare pop è una cosa difficile; significa intrattenere, portare un momento di svago nella vita delle persone, regalare sogni. Fare un live pop, quindi, è una grande responsabilità. Saranno solo canzonette, ma per farle bisogna essere preparati, proprio come Dua Lipa.