«Roma non è stata costruita in un giorno». Dice proprio così, due ore prima del concerto, Gué Pequeno. È in ciabatte, pantaloncini e maglia XXL, capelli appena sistemati e una self-confidence che va oltre le aspettative.
La metafora, ovviamente, è per la sua carriera e per il risultato che andrà in scena tra poco. Due ore di rap presi dagli ultimi 10 anni. Sembra che si sia seduto al tavolo e abbia scelto di compilare un Greatest Hits tutto personale, pezzi poco sentiti ma sentiti, hit pop, alcuni tormentoni, altri segreti. È il Guetest Hits.
Come puntini, sulla scaletta ci sono tantissimi nomi, annunciati poco prima della data.

Gué e Marracash
Lascia spazio alla carica di Izi, come fa un padre con un figlio. Abbraccia Elodie, esprime il suo rispetto per Noyz Narcos e Gemitaiz, ma si esalta con Carl Brave e Frah Quintale, due che il mondo rap l’hanno conquistato facendo un giro diverso. Se con Sfera ha una complicità da sorrisini e gomitate, con Marracash c’è stima e chimica perfetta.
«Ho dato tanto a questo business, ho fatto marciare la baracca per tanti: ho pensato che gli artisti avrebbero avuto piacere per questo a esibirsi con me». Eccolo, il discorso del re.
È un concerto importante. È un ripassone di quello che ha funzionato e quello che non ha funzionato nell’hip hop italiano. Con tutti i suoi cortocircuiti contemporanei, Gué ha surfato su un’onda complessa, che si è trasformata tantissime volte e che gli ha sempre dato spunti per trasformarsi a sua volta. La distanza temporale nulla, sulla scaletta, tra Ragazzo d’oro e Trap phone, tra Rose nere e Spunte blu, è lì a sottolineare gli sbalzi di una carriera che hanno fatto solo bene al rapper.
E che oggi è qui a raccontarla, con un fumetto alle spalle che lo trasforma in un supereroe manga, armato di katana, tra crimini e sentimenti.
«Nessuno degli artisti che esistono oggi può dire, davanti a me, che io non abbia cambiato le regole del gioco. Alcuni sembrano dei grandi artisti, alla fine sono dei coglioni». Ancora, il re.

Gué con Elettra Lamborghini e Sfera Ebbasta a fine concerto
Perché bisogna dare una risposta alla frase che appare all’inizio sugli schermi: “Dimostra che c’è un solo king”.
Qualcuno gliel’ha data: stanotte il king è qui.