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Lizzo ha portato in trionfo chi è sempre stato preso per il culo

Se in Italia la conosciamo soprattutto per il tormentone 'Juice', negli states Melissa Jefferson è un'icona. Di fronte all'unico live italiano, tra balletti esagerati, battute e una forza vocale impressionante, abbiamo capito perché

Foto via Facebook

Si può tranquillamente dire che il pubblico di Lizzo non è qui per la sua musica. E nessuno provi a smentirlo.

La gente è qui per qualcosa di più grande, è qui per lei. Rappresenta tanto, tantissimo per una generazione intera, forse due. Rappresenta chi ce l’ha fatta, chi non ha mollato, chi è stato preso per il culo, chi non ha reagito per poi sorridere alle spalle degli altri. La cantante di Juice è nota per i suoi spettacoli dal vivo: è nota per cantare da dio, per muoversi sorprendentemente bene e per suonare il flauto (un momento sul finire dello show, epico). I suoi spettacoli sono da vedere, perché sono molto di più di un’ora abbondante di musica.

È un fiume di parole, Lizzo. Sembra una stand up comedian che ha un po’ di battute e tantissimi discorsi motivazionali. Chiama “bitch” qualsiasi cosa: le sue ballerine, se stessa, il pubblico. Anche “queen” viene molto usato. E poi c’è l’amore. In un Paese come gli Stati Uniti, Lizzo è una figura che si fa sentire, che racconta concetti in modo semplice, che inneggia all’uguaglianza, che esalta le differenze per dire che, in fondo, non importano nulla. Qui, in Italia, tutte queste parole, insistite, fanno un po’ predicatore nel deserto, per una differenza culturale fondamentale e inevitabile.

Ma la gente, questa sera, è qui per questo. È qui per godersi Melissa Jefferson. È qui per affogare nel suo amore urlato verso tutti, è qui per ridere ad ogni battuta e imitare ogni balletto. «Più la gente mi conosce, più si renderà conto che ho molti, molti, molti, molti, molti livelli diversi», aveva detto a Rolling Stone qualche mese fa.

Lo show è essenziale, basico quasi. Se è negli States è già al rango di super star, qui la 31enne Melissa, è nota per un paio di canzoni: il maxi tormentone Juice, la nuova hit Truth Hurts e poco altro. Normale, quindi, che con lei ci siano quattro ballerine, una dj/seconda voce e stop. La sua potenza, il suo carisma e la sua forza vocale forse avrebbero bisogno di una band, o meglio, godrebbero ad averne di fianco una. Ma sono così imponenti che, alla fine, reggono il palco da soli.

Scorre via, lo spettacolo, ma tutto viene assorbito dalla carica esplosiva ed energica di Lizzo. Con un contorno così – volutamente – scarno, basta un gorgheggio su “Milano” a sistemare le cose. E a trasportare tutti in un mondo parallelo. Il suo mondo, in cui lei si diverte a cantare e basta, perché i racconti e i messaggi di empowerment non servono nemmeno più.

Fate come ha chiesto Lizzo durante il concerto. Giratevi e abbracciate la persona più vicina a voi. Ecco, benvenuti nel mondo di Lizzo.

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