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L’orchestra suona ‘Star Wars’: un successo prevedibile

Questa sera e domani agli Arcimboldi di Milano, la 21th Century Orchestra fa venire i brividi musicando dal vivo il primo episodio della saga

Teatro Arcimboldi, Star Wars: Una nuova speranza che viene proiettato mentre appena sotto lo schermo c’è un’orchestra vera (più di 100 elementi) che suona dal vivo la colonna sonora di John Williams, e l’orchestra porta pure il nome altisonante di 21th Century Orchestra: insomma, c’erano tutti i presupposti che Star Wars: A New Hope in concerto fosse effettivamente una bomba di concerto, e infatti è stato così.

Tant’è che dovevano ancora partire i pomposi titoli di testa che dalla platea si alzavano già urli e applausi eccitati. È bastato che l’ensemble guidato dal maestro belga Dirk Brossé suonasse la sigla della 21th Century Fox, e giù di scroscianti ovazioni. Quella di ieri sera, 5 aprile, era la prima di tre serate in cui l’orchestra svizzera, fondata nel ’99 a Lucerna, si cimenta in un’impresa facile da un lato, ma rischiosa dall’altro.

Facile perché, voglio dire, stai proponendo uno dei film più osannati della storia del cinema; rischiosa, perché appunto le aspettative sono molto alte. Qui, l’orchestra non ha fallito (forse per via del fatto che ripete lo stesso spettacolo quasi una volta al giorno, in tutto il mondo, e probabilmente i musicisti avranno imparato a memoria il film in tutte le lingue), suonando in modo così impeccabile e fedele alle sacre scritture pentagrammate di John Williams che ogni tanto ci si dimenticava che sotto allo schermo c’era un centinaio di persone vestite eleganti e con degli strumenti in mano.

Unico neo: i sottotitoli, che traducono la versione americana senza tenere conto del doppiaggio degli anni ’70. E a un certo punto, quando nel pub Han Solo, Luke e Obi-Wan contrattano il compenso per il trasporto, Luke esclama qualcosa come “17!” e nei sottotitoli appare un “40” si sono alzate delle risate del pubblico come gli Arcimboldi non vedevano dai tempi di Zelig. Anche la scena della Cantina Band lascia un po’ di sapore amaro, perché di fatto non è stata suonata dall’orchestra.

Ma sono sottigliezze. E quando, dopo la fine dei titoli di coda, Brossé si è girato verso il pubblico indicando lo spartito, ha giustamente condiviso le ovazioni con il protagonista della serata, un grande assente: John Williams.

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