Questa è la storia dei di una band della Madonna, di un duo elettronico di Berlino talmente devastante nei live ed efficace, fresco nei dischi da guadagnarsi il titolo di “band preferita da Thom Yorke”. Detto da Yorke stesso, s’intende.
Una band, i Modeselektor, che a un certo punto della sua vita, è il 2002, decide di unire le forze con un altro musicista berlinese, Apparat, e dare vita a un progetto, i Moderat, che porterà tante soddisfazioni a tutti ma anche tante maledizioni da parte di chi li vorrebbe da soli, nudi e crudi e dritti come la cassa che ha letteralmente scrostato l’intonaco dei Magazzini Generali ieri sera.
Già perché, per quanto i Moderat ci abbiano regalato grosse emozioni ai tempi del primo Moderat del 2009 (il primo EP tutto strumentale e glitch però è del 2003, poi più nulla perché dev’essere stato un bel parto), gli ultimi slanci tradiscono una fine un po’ annunciata. Vedendoli sul palco con Apparat nel tour dell’ultimo III, con la sua simil-EDM caciarona e sgraziata, pareva che anche loro non sapessero più cosa stavano facendo e perché. E infatti concluso il tour i tre hanno congedato “almeno per un po’” il progetto.
E va bene così, perché, quando sono loro due soli, i Modeselektor tornano bambini, e da bambini, si sa, ci si diverte di più. Loro però hanno sempre saputo che ci si divertiva ancora meglio prima, quando eravamo scimmie e altro non dovevamo fare se non badare a nutrirci, accoppiarci e dormire. Ritorna spesso nei visual alle loro spalle, la scimmia, che non è soltanto il logo dei Modeselektor ma è anche l’espressione del ritorno alle origini, del bisogno ancestrale di ritmi tribali che parafrasando Battiato ritroviamo nei ritmi ossessivi. La techno.
Pazienza se coi Moderat ci riempivi l’Alcatraz mentre coi Modeselektor devi accontentarti dei più discreti Magazzini. Who Else, il nuovo album che stanno portando in tour, è un ritorno alla vera essenza dei Modeselektor, alla caverna, a quello che ci neghiamo e dimentichiamo quotidianamente di essere ma che alla fine siamo in tutto e per tutto: scimmie spelacchiate.