Molto rock, poco Coachella: ecco come è andato il Nos Alive 2024 | Rolling Stone Italia
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Molto rock, poco Coachella: ecco come è andato il Nos Alive 2024

Un festival in città (Lisbona) in cui dominano band come Pearl Jam e Smashing Pumpkins. Non fa caldo, non c'è un pubblico molesto e ci si arriva coi mezzi pubblici. Ma, soprattutto, niente influencer. Un festival per boomer? Forse, ma nel miglior senso del termine

Molto rock, poco Coachella: ecco come è andato il Nos Alive 2024

Nos Alive 2024

Foto: Hugo Macedo Mac

C’è sempre una grande curiosità quando si va per la prima volta a un festival estivo internazionale. Come sarà organizzato? Che gente troveremo? Come andranno i concerti? Dopo aver passato il weekend a Lisbona, città che già di per sé vale una fuga più o meno lunga nella pazza estate climatica italiana, il Nos Alive ci ha dato delle ottime risposte a queste domande.

Il Nos è un festival vecchia scuola, ovvero di quelli che puntano fortissimo sull’headliner (quest’anno Smashing Pumpkins/Arcade Fire, Dua Lipa e Pearl Jam, giusto per inquadrare la portata) riempiendo il resto di cartellone con qualche artista culto (Khruangbin, Micheal Kiwanuka, Benjamin Clementine) e una buona dose di act locali. Sette palchi, tra cui uno dedicato alla stand up comedy (ma solo in lingua portoghese), uno agli artisti locali e un altro alla musica tradizione portoghese. A trainare il tutto il rock, che qui la fa da padrone, che di conseguenza popola il festival di un pubblico maturo come raramente si vede in certe manifestazioni (il pro è così viene allontanato il rischio coachellizzazione). Dalla sua il Nos ha anche un certa comodità: è sul mare, ma rimane un festival cittadino.

Ve lo spieghiamo in 5 punti.

Il rock non è morto

I Pearl Jam. Foto: Hugo Macedo Mac

Ai portoghesi il rock piace molto, moltissimo. E il Nos Alive, da questo punto di vista, è un luogo ideale. Escluso il venerdì pop dedicato a un’impressionante Dua Lipa (in cui comunque troviamo le Larkin Poe, gli Heavy, i Sea Girls), gli headliner di giovedì e sabato sono infatti Peal Jam (vi abbiamo raccontato il loro show qui), Smashing Pumpkins, Sum 41 e Arcade Fire, quattro differenti interpretazioni del genere. Aggiungiamoci anche Parcels, Black Pumas, Nothing But Thieves, Khruangbin, Breeders, Black Honey e il gioco è fatto. Qualcuno diceva che il rock era morto, ditelo ai 60 mila presenti (per giorno) e ai palchi strapieni.

Un festival estivo, ma con la felpina

Amore e felpina. Foto: Joao Silva

Una volta si parlava di meteo per ammazzare i silenzi imbarazzanti con gli estranei. Ora si parla di meteo come politica di sopravvivenza. Da questo punto di vista Lisbona è un sogno e il Nos Alive approfitta di questa benedizione oceanica. Certo, a metà pomeriggio quando iniziano i concerti il caldo c’è, ma essendo a due passi dall’acqua il venticello è una salvezza. Dopo mezzanotte felpetta e giacchina leggera, quasi fossimo in montagna. Una (quasi) rarità nella geografia dei festival estivi.

Il “momento droni”. Foto: Eduardo Filho

Da qualche anno si sente parlare di coachellification dei festival, ovvero della trasformazione di questi eventi in grandi Instagram opportunities per influencer e tiktoker. Il Nos spinge molto sul marketing e sui brand (sono ovunque, su questo non se ne esce), ma rimanendo in una dimensione molto 1.0, senza quindi trasformare il proprio pubblico in creator bramosi di contenuti. Unica eccezione il “momento droni” che però diventa presto una boomerata che fa il giro. Un festival per boomer quindi? Forse, ma nella migliore declinazione del termine.

Il pubblico: adulto, maturo, educato

Il Presidente della Repubblica portoghese Marcelo Rebelo de Sousa al festival per i Pearl Jam. Foto: Joao Silva

Legandoci al punto precedente, questa è forse la sorpresa più grande. Il pubblico del Nos è molto adulto. Dimenticatevi quei festival di neo-ventenni che vomitano e urlano a ogni angolo, e dimenticatevi anche italiani, spagnoli, inglesi molesti come spesso accade. Nella tre giorni portoghese il pubblico è composto principalmente da over 35 (età che scende nel Dua Lipa Day, ma che aumenta con i Pearl Jam) con tutte le eventualità del caso: c’è forse meno foga, testosterone, intensità, ma a guadagnarne è la rilassatezza e la tranquillità con cui ci si può godere gli show.

Un festival in città

Foto: Eduardo Filho

Avere un grosso festival estivo (qui parliamo di sette palchi per 60 mila persone a giornata) in città è un privilegio. Lo sa bene chi frequenta eventi come il Primavera o il Sonár a Barcellona o il Flow a Helsinki. Poter raggiungere la location con i mezzi di trasporto pubblici, a piedi, è un bel vantaggio per residenti e anche per il pubblico straniero che arriva in città, una soluzione che permette di bilanciare turismo e concerti (per chi arriva da fuori) e lavoro/studi e live (per chi invece in città vive). Il Nos si posiziona dove il Tago diventa oceano, ma allo stesso tempo si trova a 500mt da un importante svincolo ferroviario cittadino come Algés. Comodità.