Fra le tante cose, quello che sta emergendo di più da queste Brunch Sessions con Nastro Azzurro è il lato più intimo dei musicisti: domenica mattina, situazione informale, qualche microfono e una chitarra per un live che assomiglia di più a una schitarrata fra amici di lunga data.
Ma Ghemon è riuscito in un’ulteriore impresa, ovvero regalare questo momento d’intimità magica, senza però rinunciare a una formazione piuttosto estesa, praticamente la stessa che segue il musicista avellinese in tour, sui palchi. È come se, con una chitarra elettrica, un basso, una tastiera, una batteria e due splendide coriste, Gianluca Picariello ci abbia aperto le porte della sua sala prove.
Con la differenza che, stavolta, la sala prove era il Club Apollo di Milano e al posto di quelle brutte confezioni delle uova usate come pannelli fonoassorbenti tutt’attorno c’eravamo noi del pubblico, felici di poterci gustare pezzoni del repertorio ghemoniano come Quassù e 100.
Tra l’altro, se avete l’orecchio allenato sui suoi pezzi, avrete notato che Quassù sfoggia una livrea inedita rispetto alla versione contenuta in Mezzanotte, che a un certo punto si fa più danzereccia. Quanto a 100, è il frutto della collaborazione con Bassi Maestro, finita poi all’interno di NoLo, progetto di Bassi che vuole essere una lettera d’amore a Milano e in particolare North Of Loreto (o NoLo), che è un quartiere entrato da qualche anno nel mirino dell’intellighenzia artistica meneghina.
Sempre Milano da qualche anno è anche la casa di Ghemon, e l’Apollo il luogo in cui qualche domenica fa ci ha regalato brividi ed endorfine a profusione. Non è stato il primo né l’ultimo artista ospitato in queste Brunch Sessions, ma è chiaro che finora il live di Ghemon rimarrà negli annali di Nastro Azzurro Live.