Rolling Stone Italia

Provateci voi a restare seduti quando suonano i Fontaines D.C.

Ieri sera all'Alcatraz di Milano le sedie sistemate per accogliere i fan della band sono rimaste inutilizzate. Un'altra celebrazione per i nuovi eroi del rock irlandese

Foto: Kimberley Ross

Seduti e distanziati all’aperto, seduti e distanziati al chiuso, seduti ma non più distanziati, in piedi senza distanziamento ma con mascherine e Green Pass. Dall’inizio della pandemia le formule utilizzate per la musica dal vivo, nel rispetto dei decreti che di volta in volta hanno scandito i ritorni alla normalità seguendo la curva dei contagi da Covid-19, sono state le più diverse. Dopo mesi in cui i concerti nei club sono stati posticipati anche a poche settimane dalla data programmata, i Fontaines D.C. sono stati una delle eccezioni. Il loro concerto previsto ai Magazzini Generali di Milano è stato spostato, nella stessa data, nel più grande Alcatraz, ma con posti a sedere.

A sedere, però, non è stato nessuno dall’inizio alla fine del live, senza alcuno sforzo da parte dello staff per contenere l’entusiasmo. La sola presenza delle file di sedie, alle quali nelle diverse fasi della pandemia i club si sono sempre opposti, ha favorito un maggiore distanziamento tra le persone, a parte un po’ di confusione e affollamento sotto il palco. Dai balconcini dell’Alcatraz l’impatto visivo è quello di una marea di pressoché inutili sedie rosse spinte da un pubblico che cerca di ballare trascinato dalle schitarrate della band irlandese.

I Fontaines D.C. nel backstage. Foto: Kimberley Ross

Molti fan sembrano copiare lo stile di Grian Chatten, che sul palco sbatte con violenza l’asta del microfono, si tira la maglietta, scatta sulle note con guizzi irregolari. La band tiene la scena con la freschezza irriverente e rumorosa, al punto che c’è chi vede in loro la formazione in grado di prendere la fiaccola del rock irlandese dalle mani degli U2, non tanto per affinità musicali quanto per rilevanza artistica. Difficile che accada, considerando che musica dei Fontaines D.C. è orientata a una nicchia di pubblico lontana dal nazionalpopolare. Di certo, dalla prima apparizione sulle scene con Dogrel nel 2019 il gruppo di strada ne ha fatta, stuzzicando a quanto pare anche le orecchie di Manuel Agnelli e Rodrigo D’Erasmo, affacciati a uno dei balconcini del locale.

I singoli del nuovo album Skinty Fia che uscirà il 22 aprile (qui spiegato dal gruppo canzone per canzone, ndr), ovvero la title track, Jackie Down the Line e I Love You, sono tra le canzoni più apprezzate dal pubblico dell’Alcatraz e hanno già trovato posto tra i brani più densi e meglio costruiti del gruppo. L’apertura di Big, “Dublin in the rain is mine, a pregnant city with a catholic mind”, è già un mantra della band che ricorda le sue origini un po’ ovunque e un po’ ovunque ne cancella le tracce.

La sensazione è che dopo le nomination ai Mercury Music Prize e ai Grammy e a giudicare dalla presenza nei cartelloni di qualsiasi festival in programma in giro per il mondo, la band punti parecchio in alto. Anche se, di questi tempi, può voler dire anche solo portare la propria musica dal vivo tra la gente.

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