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Springsteen e la E Street Band sono ancora il metro di paragone di ogni concerto rock

«Vogliamo mandarvi a casa coi piedi che vi fanno male, il culo paralizzato e gli organi sessuali stimolati». Tornato in tour dopo la malattia, ieri sera a Los Angeles Bruce ha dimostrato d’essere ancora in forma. La recensione (e sì, in scaletta sono tornate le sorprese)

Foto: Daniel Knighton/Getty Images

Dopo tre ore di concerto epico con la E Street Band, nel bel mezzo di Twist and Shout Bruce Springsteen ha urlato al pubblico del Forum di Los Angeles: «Ce l’avete ancora un po’ di forza?». Dopo cinque decenni di musica, la magia d’un suo concerto è intatta: se c’è uno a cui non manca mai la forza, quello è Springsteen.

Anche nel 2024 è lui il metro di paragone per ogni concerto rock. Ha 74 anni, eppure i suoi show sono più lunghi e carichi d’energia di quelli di molti suoi colleghi più giovani. Lo sa chi l’ha visto dal vivo l’anno scorso, ma è gusto ribadirlo dopo che Springsteen ha dovuto rimandare alcune date negli Stati Uniti previste nel 2023, inclusa quella di ieri a Los Angeles. L’ulcera peptica che l’ha bloccato era così grave da fargli temere di non essere più in grado di cantare. «Mi spiace se non ci siamo visti l’ultima volta», ha detto dal palco. «Spero di non avervi creato troppi problemi, ma ho avuto il peggior mal di pancia che si possa immaginare. Ma è passata».

A differenza del 2023, la set list del 2024 non è fissa e così ieri Springsteen ha attaccato con una vera rarità, la cover di Boom Boom di John Lee Hooker che faceva spesso nel Tunnel of Love Express Tour del 1988, prima di passare a Lonesome Day (fatta di rado l’anno scorso, ora rientrata in scaletta), Prove It All Night e Trapped di Jimmy Cliff.

A sorpresa, è salita sul palco Patti Scialfa, moglie di Springsteen e a lungo membro della E Street Band quasi del tutto assente da questo tour. Hanno fatto assieme due canzoni: Tougher Than the Rest ha ricordato quanto bene stanno assieme le loro voci, pur essendo molto diverse, mentre l’acustica Fire è diventata un vero e proprio duetto.

Arrivati al sesto concerto dopo il ritorno post malattia, è come se Springsteen e la E Street Band non avessero mai smesso. «Vi state divertendo?», ha chiesto Bruce dopo un’ora. «Perché noi non ci siamo ancora divertiti. Questa è stata la parte che precede il vero divertimento. Siamo qui per svegliarvi, per scuotervi, per portarvi in cielo. La E Street Band è qui per portare nelle vostre vite il potere gioioso del rock’n’roll. Ma abbiamo bisogno del vostro aiuto. Abbiamo intenzione di mandarvi a casa con i piedi che fanno male, con le mani che fanno male, col culo paralizzato e gli organi sessuali stimolati».

Rispetto agli altri grandi concerti, l’allestimento è semplicissimo. Ci sono giusto gli schermi video e le luci di scena, eleganti. L’attenzione è tutta sui 17 musicisti sul palco con lui. Non c’è bisogno d’altro.

A un certo punto Springsteen ha preso uno dei cartelli che i fan gli porgono con le loro richieste, ma ha faticato a decifrarlo. «Non si capisce cosa c’è scritto». L’ha alzato per per farsi aiutare dal pubblico e alla fine ha capito che si trattava della richiesta di un’altra rarità: il pezzo tradizionale cajun Jole Blon, che ogni tanto viene tirata fuori da quando Springsteen l’ha fatta con Gary U.S. Bonds nel 1981. «Non la suoniamo da anni, ma lo faremo adesso».

Anche il concerto di ieri, come quelli dell’anno scorso, gira in parte attorno al tema della mortalità, che diventa ancora più toccante dopo la scomparsa della madre di Springsteen, Adele, avvenuta a gennaio. «So che a molti di noi manca una persona speciale», ha detto Bruce in uno dei momenti forti della serata, una versione sentita di My City of Ruins che ha fatto il suo gradito ritorno nella scaletta di 2024 dopo essere mancata completamente l’anno scorso. «Non so dove andremo quando sarà tutto finito, so però cosa rimane. Vi garantisco è che se voi siete qui e noi siamo qui, allora le persone che ci mancano sono qui con noi».

Come fa ogni sera, ha ricordato George Theiss, membro della sua prima band, i Castiles, dicendo che «con la morte arriva una certa chiarezza di pensiero. Il lutto è il prezzo che si paga per l’amore», per poi lanciarsi in due canzoni che sono un po’ la firma del tour fin dal primo show nel 2023, ovvero Last Man Standing e Backstreets. Parlano entrambe di gioventù e perdita, ma da angolazioni decisamente differenti.

Da quel momento è stata solo gioia e catarsi, con una sequenza di hit e pezzi forti al vivo, da Because the Night alle inevitabili Thunder Road e Born to Run. E infine, Springsteen ha chiuso il concerto da solo con I’ll See You in My Dreams, la sua meditazione sulla vita dopo la morte.

Da Rolling Stone US.

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