Steve Wynn ti fa sentire parte di un club esclusivo | Rolling Stone Italia
Wynn on Bellezza

Steve Wynn ti fa sentire parte di un club esclusivo

Ieri sera a Milano il leader dei Dream Syndicate ha raccontato storie tratte dalla sua autobiografia, suonato i suoi piccoli classici con Enrico Gabrielli e Rodrigo D’Erasmo, rievocato un’epoca in cui la musica non doveva essere per forza di massa per essere di successo

Steve Wynn ti fa sentire parte di un club esclusivo

Enrico Gabrielli, Steve Wynn, Rodrigo D’Erasmo

Foto: dall’account Instagram di Steve Wynnm @cultartist

Una delle storie che Steve Wynn racconta nel suo reading-concerto è questa qua. È un ragazzo, vive a Los Angeles e adora i Big Star di Alex Chilton, uno di quei gruppi di culto che ti fan sentire speciale, di quelli che conoscono pochi, ma quei pochi si sentono una comunità di eletti. Sul retrocopertina d’un disco dei Panther Burns trova un indirizzo di Memphis, non è chiaro a chi o cosa corrisponda, se lo fa bastare. Sale su un bus Greyhound e parte senza appuntamento e senza speranze facendosi 3000 chilometri senza quasi mangiare o dormire. Arriva e si presenta alle 9 del mattino a quell’indirizzo. Bussa. Non gli apre la porta il suo idolo, ma Tav Falco, altro musicista di straculto che gli dice dove Chilton va a bere la sera. Per una settimana Wynn sta accanto al musicista dei Big Star, che se lo usa per farsi comprare birre e sigarette. Quando Wynn finisce i soldi, viene congedato senza tante cerimonie.

Nel concerto di ieri sera all’Arci Bellezza di Milano Wynn ha mostrato quel che resta di questa passione bruciante se hai 65 anni, ma non smetti di credere che la musica, una certa musica almeno, ti migliori la vita. Il musicista dei Dream Syndicate, che come Chilton all’epoca è uno di quelli che ti fa sentire parte di una comunità di gente che condivide un segreto che gli altri non capiranno mai, sta portando in giro uno spettacolo che è per metà concerto acustico e per metà raccolta di storie tratte dal suo libro autobiografico, che nella traduzione italiana s’intitola Non lo direi se non fosse vero. È la storia di una band disfunzionale, di scelte sbagliate, di gioventù consumata a tutta velocità e senza farsi troppe domande. Ma anche di grandi dischi underground, di canzoni memorabili, di momenti di estasi sul palco.

Wynn recita in modo teatrale storie tratte dal libro con passione, senso dell’umorismo e la dose giusta di autoironia. Le alterna a versioni acustiche dei pezzi di cui parla. La sua primissima band suonava Jumpin’ Jack Flash? Ecco la cover degli Stones. A 9 anni ha scritto un pezzo intitolato Sing My Blues? Se ne sente un accenno (sì, era un bambino strano). Parla della scoperta dei Velvet Underground e dei Big Star? Arrivano Sunday Morning e Jesus Christ. Wynn suona alla primissima prova coi Dream Syndicate That’s What You Always Say? Eccola. Ad accompagnarlo ci sono gli amici italiani Rodrigo D’Erasmo al violino ed Enrico Gabrielli a tastiere e strumenti a fiato che alzano il livello delle esecuzioni. Perché sentire, chessò, Merrittville interpretata da Wynn alla chitarra acustica in versione rallentata è di per sé una gran cosa, ma con gli interventi di D’Erasmo e Gabrielli diventa magnifica. Ed è strano e interessante ascoltare alcuni di questi pezzi, nati dalla scelta di ignorare le regole e la bellezza della musica sofisticata, in versioni direi così da camera, ma comunque con uno spirito rock.

Wynn ogni tanto piazza un riferimento all’Italia, come quando racconta della soddisfazione di vedere il primo disco dei Dream Syndicate nella collezione di dischi tenuta in ordine alfabetico dopo i Doors e prima di Dylan, «o forse vicino a Drupi». Non è un concerto, non è reading e non è nemmeno una specie di Springsteen on Broadway, è Wynn on Bellezza e quindi un racconto senza drammi e con storie decisamente più piccole. È questo il punto. Si capisce che gli over-qualcosa che ascoltano queste storie in una piccola sala dove si muore dal caldo hanno provato per i Syndicate la stessa passione e devozione che Wynn sentiva per Chilton o Lou Reed. E così lo show è per metà un’evocazione del passato e per metà una piccola celebrazione fra amici dello spirito di un certo rock che ti fa sentire parte di un circolo segreto. È la rievocazione di un’epoca in cui la musica non doveva essere per forza di massa per essere di successo. È una storia di passione raccontata con leggerezza, come quando Wynn mostra che Tell Me When It’s Over, uno dei pezzoni del primo disco della sua band non è altro che una versione rallentata di Save It for Later dei Beat. «È così che si scrivono le canzoni!», esclama sorridendo e distruggendo con una frase il mito dell’ispirazione.

C’è sempre una strana trepidazione quando t’appresti a vedere sul palco un musicista che hai tanto amato anni prima. Speri con tutto te stesso che non sia invecchiato troppo o male perché non vuoi vedere riflesso in quel disfacimento te stesso e le tue passioni di un tempo. Wynn è invecchiato bene. Dopo che la sua band si è schiantata male, consumata dalle incomprensioni e dalla vita on the road, superata da nuovi fenomeni, ha inventato per sé un bel secondo tempo con la carriera solista e con la reunion dei Dream Sindacate. Si guarda indietro, che è sempre un esercizio pericoloso, però lo fa con lo spirito di chi non molla e va avanti con la testardaggine di chi vuol vedere che cosa c’è alla fine della strada. Ha scritto e pubblicato centinaia di canzoni, ma cerca ancora il vino e le rose nella vita. Come mi diceva qualche mese fa, «apprezzo la vita in tour oggi più che mai. All’epoca mi divertivo, ma volevo solo ubriacarmi. Immagino fosse divertente. Oggi invece mi godo tutto quanto: il concerto, le persone, le città, i pasti, persino i viaggi tra un posto e l’altro. La strada è la mia casa, è la mia vita. Da qui a giugno farò un centinaio di concerti tra l’Europa e gli Stati Uniti. Non vedo l’ora di scoprire dove mi porterà questa nuova storia».

Set list

Jumpin’ Jack Flash
Sing my Blues
Sunday Morning
Jesus Christ
That’s What You Always Say
Save It for Later / Tell Me When It’s Over
Definitely Clean
When You Smile
Merrittville
Make It Right
Medicine Show
Boston
When the Curtains Fall
The Days of Wine and Roses