Nick Cave & Warren Ellis, “Carnage”
Là dove si ferma la vita comincia l’immaginazione. L’album di Nick Cave e del suo braccio destro Warren Ellis pubblicato ieri potrebbe essere il disco del lockdown più potente uscito finora. È un luogo fantastico in cui rifugiarsi per ricordare la vita com’era e com’è secondo la lente deformata dell’anno osceno che abbiamo vissuto. Ne abbiamo scritto qui.
Julien Baker, “Little Oblivions”
Little Oblivions è un disco di sbronze, sangue e corpi, di storie ambientate in un bar o a letto. L’ha scritto la cantautrice Julien Baker, che rispetto ai brani spettrali degli esordi ha trovato una scrittura più ricca, intensa e potente. È il suo primo disco con una band e anche il più “pop” della sua carriera. «Mi sembra che in Turn Out the Lights ci fossero due parti che si affrontavano, la parte ostile e quella buona e idealista. Scrivendo il nuovo album ho capito che in realtà sono la stessa persona», ci ha detto.
King Gizzard & The Lizard Wizard, “L.W.”
Il diciassettesimo (!) album in studio della band psichedelica si intitola L.W., è ispirato alla «musica classica delle culture orientali» ed è un seguito ideale del precedente K.G., in cui gli australiani sperimentavano con la scala microtonale. A giudicare da quanto dice il frontman Stu Mackenzie, L.W. è ricco di trovate particolari: «Nell’ultimo brano ci sono sample assurdi: una macchina per la risonanza magnetica, dei martelli, utensili elettrici, un ponte levatoio, una smerigliatrice, una sega elettrica».
Offpsring, “Let the Bad Times Roll”
Se deve essere revival del punk-pop, allora ci devono essere anche i padrini di quello stile. E allora riecco gli Offspring più piacioni che mai nel singolo che apre la strada al nuovo album che uscirà nel 2021, il primo da nove anni a questa parte. Lo spirito della canzone lo racconta il chitarrista Noodles: «La gente dice che se tutto deve andare all’inferno, sarebbe il caso almeno di farlo alla grande, magari divertendoci».
Artisti Vari, “Ciao 2020”
Ricordate Ciao 2020, l’assurdo show russo ispirato alla tv commerciale italiana degli anni ’80? Bene, perché ora è diventato un disco, una raccolta con cui potrete riascoltare tutte le canzoni improbabili cantate nel programma: La Cometa, Bambina balla, Piango al tecno, Ragazza copertina, Chiesi io al frassino e così via. Un bel regalo per chi sogna Giovanni Urganti sul palco dell’Ariston. L’abbiamo intervistato.
Alice Cooper, “Detroit Stories”
Detroit Stories è un tributo «alla città dov’è nato l’hard rock incazzato», suonato da diverse leggende musicali del posto: Wayne Kramer degli MC5, Johnny “Bee” Badanjek dei Detroit Wheels, Paul Randolph e i Motor City Horns. «La mia musica e la mia immagine erano fuori posto in tutto il Paese», ha detto Cooper a proposito del suo rapporto con la città, «Detroit è l’unico posto che ha riconosciuto il nostro suono e i nostri concerti assurdi. Detroit era il paradiso degli emarginati. Eravamo a casa».
Erin, “Luce spenta”
Dopo due singoli interessanti come 100 Scheletri e Lacrime Rosse, Erin, producer e autore già nel collettivo post-rap BNKR44, pubblica il suo esordio vero e proprio. Luce spenta è un EP di canzoni futuristiche e sintetiche, ma allo stesso tempo ricche di grandi melodie pop. Anche i testi sono in equilibrio tra tematiche opposte: da una parte la solitudine e la difficoltà nei rapporti sociali, dall’altra un contesto leggero, quasi bambinesco. Da tenere d’occhio.
Blanco, “Paraocchi”
Lui è quello di La canzone nostra con Mace e Salmo, per oltre un mese prima nella classifica FIMI. Prodotta da Michelangelo e d.whale, anche Paraocchi è interpretata con “la fotta” tipica del cantante, in un misto di esuberanza e inquietudine.
Drama, “Ancora vivo”
Da Busto Arsizio, un po’ trap e un po’ punk, sopra le righe, sporco, eccessivo. «Racconta la mia storia, il mio passato, la mia vita, trattando di esperienze vissute realmente sulla mia pelle e della voglia di voler gridare al mondo che sono ancora vivo», spiega Drama della canzone. «È un viaggio all’inferno, una gita nel buio assoluto diretta verso la luce».