Mace, “OBE”
È il primo grande disco italiano del 2021. Il titolo sta per “Out of Body Experience” (esperienza extra corporea) ed è perfetto per queste canzoni liquide e oniriche, tra hip hop, r&b e psichedelia. Ascoltarlo è un bel viaggione. E c’è anche un cast da kolossal rap: Guè Pequeno, Salmo, Noyz Narcos, Gemitaiz, Rkomi, Madame e tanti altri. L’intervista.
Foo Fighters, “Medicine at Midnight”
Dave Grohl l’ha definito il suo Let’s Dance. È un’esagerazione, ma Medicine at Midnight è effettivamente un disco un po’ più pop e gioioso rispetto alla media dei Foo Fighters. È pieno di riff in stile radio anni ’70, cori da stadio, persino qualche loop disco. Perfetto per il ritorno dei grandi concerti nelle arene. La recensione.
Black Country, New Road, “For the First Time”
Sei canzoni quasi sempre sopra i sei minuti, influenze jazz e post punk, uno strumentale diretto e orgiastico in apertura, zero compromessi. For the First Time è un disco eccitante, potente, scritto da musicisti che se ne fregano delle regole del pop e della discografia. Un grande esordio per una band da tenere d’occhio.
The Staves, “Good Woman”
Dopo il folk degli esordi e le sperimentazioni con la musica contemporanea di The Way Is Read, le sorelle Staveley-Taylor tornano con un nuovo disco, prodotto da John Congleton (St. Vincent, Angel Olsen), presentato come un tributo alla forza delle donne. «Quando pensiamo a questo disco ci viene in mente il periodo in cui vivevamo una accanto all’altra, poi quello in cui ci siamo ritrovate a oceani di distanza», dicono. «Pensiamo alla nostalgia di casa, alla famiglia. A chi si sente un outsider».
Weather Station, “Ignorance”
Sospeso tra pop e cantautorato, colmo di arrangiamenti ricchi e sofisticati, di spunti improvvisi e fughe inaspettate, Ignorance è un disco notevole. È il quinto album in studio dei Weather Station, il progetto della cantante e autrice Tamara Lindeman, e anche il più pop della sua carriera: «Volevo fare un grande album complesso, hi-fi, pieno di ritmo, appassionato e traboccante di dolore», ha detto. «Volevo rubare un po’ dai classici temi della musica pop per esprimere emozioni primarie».
Vampire Weekend, “40:42”
Un EP con due brani, entrambi dalla durata simbolica di 20 minuti e 21 secondi, nati rielaborando 2021, una traccia dell’ultimo album dei Vampire Weekend Father of the Bride. Insieme alla band ci sono Sam Gendel, musicista inclassificabile autore nel 2020 di un disco incredibilmente schizzato chiamato DRM, e la band dei Goose. Il risultato è affascinante e sperimentale, un piccolo disco in cui perdersi.
Mahmood, “Inuyasha”
Inuyasha conferma ancora una volta che Mahmood è la popstar più convincente d’Italia. È un brano intenso, scritto e prodotto con Dardust, tutto basato sulla voce, pieno di riferimenti a manga e botte, addii e sputi, rich kids e sentimenti. È anche il primo antipasto del nuovo album di Mahmood, una delle uscite più attese dell’anno. Ne abbiamo parlato qui.
Fast Animals and Slow Kids, “Come un animale”
«Come un animale è il momento in cui tutto esplode, il momento in cui la reazione prende il sopravvento sulla paura, quando i nostri difetti diventano le nostre armi», dicono i Fast Animals and Slow Kids del loro nuovo singolo, presentato con una serie di foto scattate davanti ad alcuni live club italiani. È un buon pezzo pop rock, scritto da una band con una gran voglia di tornare sul palco.
Lastanzadigreta, “Macchine inutili”
A quattro anni da Creature selvagge – vincitore della Targa Tenco come migliore opera prima – i Lastanzadigreta tornano con Macchine inutili. Il nuovo album della band torinese presenta un suono diverso, una sorta di pop sinfonico pieno di archi e fiati, sintetizzatori e strumenti “strani” (giocattoli, oggetti recuperati ai mercatini delle pulci e così via). Dicono di ispirarsi a Sufjan Stevens, Penguin Café Orchestra e Gianni Rodari.
La Niña, “‘Na cosa sola”
«È l’ibrido perfetto tra Rosalía e Teresa De Sio», scrivevamo qualche tempo fa de La Niña, e la definizione calza a pennello per ‘Na cosa sola, il suo nuovo singolo. È un brano oscuro e sinuoso, che tiene insieme il pop ipercontemporaneo con la tradizione napoletana e si apre in uno splendido break di violino.
VV e Memento “Paranoie”
Paranoie è un gran pezzo pop, ritmato ed elegante, e un ritornello di cui non vi libererete facilmente. A cantarla c’è VV, cantautrice di cui vi abbiamo parlato qualche tempo fa, e il rapper Memento, che ha detto: «Scrivere su questo brano è stato come una seduta psicologica». Di VV sono da ascoltare pure Il giusto e Collirio.
Pablo America, “Ascoltavo i Nirvana” / “Loco Loco”
«Sono figlio della globalizzazione musicale di MTV», ci ha detto Pablo America qualche mese fa, quando ha pubblicato i suoi primi singoli. Oggi torna con due brani altrettanto pazzi e inclassificabili: Loco Loco, dark e ipnotica, sembra scritta da un Vinicio Capossela del 2030, e la ballata sinfonica Ascoltavo i Nirvana.
Marco Castello, “Contenta tu”
Un gran disco di canzoni d’autore, un po’ Lucio Battisti (sentite Luca) e un po’ Mac DeMarco (Palla), con arrangiamenti elegantissimi a base di basso, batteria e piano Rhodes. Contenta tu è l’esordio di Marco Castello, polistrumentista classe ’93 di Siracusa. Lui lo descrive come un disco di contraddizioni: «È possibile volere bene a quella voglia di somigliare a qualcosa che fa schifo, che fa desiderare di avere la faccia come un filtro di Instagram, che ci fa ambire ad essere tutti famosi, tutti invidiati, tutti i migliori».