Il 2 ottobre del 1995, una band inglese che si stava già facendo un nome, gli Oasis, pubblicò il suo secondo album. Quasi immediatamente, (What’s the Story) Morning Glory?, un capitolo più pop del suo predecessore, cambiò il destino della band: l’album diventò il terzo Lp per vendite nella storia dell’Inghilterra, battuto solo dai Beatles di Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band e il Greatest Hits dei Queen, e fece diventare i fratelli Gallagher, il cantante Liam e il chitarrista-autore Noel, delle star da rotocalchi (un fatto che rese le loro liti un argomento da sparare in prima pagina).
Di sicuro, tutti conoscono le hit come Wonderwall e Champagne Supernova, ma c’è molto di più da imparare su questo album fondamentale del Britpop. Abbiamo scavato negli archivi e tirato fuori dieci cose che non potreste sapere di (What’s the Story) Morning Glory?, dalla giovane donna che ispirò il suo pezzo più famoso fino al metodo non proprio ortodosso di scrittura di Noel.
Le canzoni su (What’s the Story) Morning Glory? sono la risposta diretta a quelle di Definitely Maybe
«Tutto il primo album parla di scappare», raccontava Noel, l’autore principale delle canzoni del gruppo, in un’intervista a Rolling Stone del 1996. «Parla di andare via dalla vita schifosamente noiosa di Manchester. Il primo album parla del sogno di diventare una pop star. Il secondo, invece, parla di com’è essere una pop star».
Wonderwall prende il nome da un album di George Harrison ed è stata scritta per la ragazza di Noel, Meg Matthews
Oltre a prendere il titolo dall’album di debutto di George Harrison, Wonderwall Music, la colonna sonora del film Wonderwall del 1968, la traccia, probabilmente la più nota dell’album, è stata scritta per la ragazza del tempo di Noel, Meg Matthews, che poi diventò sua moglie. Era rimasta senza lavoro e Noel voleva farle capire quanto fosse importante per lui. Meg Matthews disse che per lei era un po’ strano, il fatto di avere una canzone scritta per lei. «Non puoi andare da uno e dire, “Ciao, sono Wonderwall!”», disse Matthews (che poi sposò e divorziò da Gallagher) al The Sunday Times, nel febbraio 1996. «Lo usiamo come scherzo tra i miei amici, ma la gente normale non lo sa. George Harrison ha scritto la musica per il film, quindi quella è il titolo ufficiale. Ma per me, vuol dire essere il suo muro portante. La solidità di Noel».
Nonostante questo significato profondo, Liam non evitò di ridimensionare la cosa. «Un wonderwall può essere tutto», ha detto Liam a Rolling Stone qualche mese dopo l’uscita del pezzo. «È solo una bellissima parola. È come quando cerchi il biglietto del bus, e chissà dov’è finito quel bastardo, dove cazzo è andato. E poi finalmente lo trovi, «Wow, that’s my wonderwall!».
Alcune delle canzoni più famose dell’album non hanno praticamente significato
«Don’t Look Back in Anger non vuol dire niente, nonostante sia un gran pezzo», ha detto Noel a Rolling Stone. «Quando sono sobrio, penso troppo al testo delle canzoni. Do il mio meglio quando sono un po’ fuori e scrivo liberamente». Liam, dal canto suo, non è molto d’accordo. «Non so cosa vogliano dire le parole, ma c’è del significato. Vogliono dire delle cose, anche se non so esattamente cosa».
Il batterista Alan White accettò di unirsi alla band una settimana prima dell’inizio dell’album
«Siamo usciti per una birra, siamo tornati, abbiamo iniziato a suonare e c’eravamo», raccontava White a Rolling Stone nel 1996, dopo che in passato andò via da un concerto degli Oasis pensando che il batterista non fosse bravo. «Pensavo fossero un gruppo di scemi, ma non lo erano, davvero».
Champagne Supernova è il pezzo più egoistico dell’album, secondo Noel
«Champagne Supernova, Cristo che titolo importante!», ha raccontato al The Sunday Times. «È come se dicessi, “Sono Mr. Noel Gallagher. Sapete chi sono? I am the greatest. Sono come Muhammad Ali”. Quando sono sano, faccio cose tipo Roll With It, piccoli pezzi pop. Quando mi drogo, divento davvero uno stronzo. Chiaro, no?»
La frase più famosa di Champagne Supernova è un’espressione usata tra i membri della band
«La frase “Where were you while we were getting high?” è quello che ci dicevamo sempre tra di noi», ha spiegato Noel al The Sunday Times.
Richard Ashcroft, il cantante dei Verve, è l’ispirazione dietro Cast No Shadow
«Ho capito che Richard non stava bene da parecchio tempo, quindi ho scritto questa per lui, e circa tre settimane dopo lasciò i Verve», ha detto Noel a NME nel 1995. «Parla degli autori in generale, che cercano disperatamente di dire qualcosa. Mi piacerebbe saper scrivere testi profondi, ma finisco sempre per scrivere di droghe o sesso. Le persone mi chiedono sempre un sacco di consigli. Sono bravo a darli, ma non riesco a seguirli. Ma ho persone come Richard e Paul Weller che si prendono cura di me: si assicurano sempre che sia cosciente, seduto su una sedia, o che riesca almeno a tornare a casa».
Hey Now è nata come reazione ai cambiamenti delle dinamiche e delle personalità della band
«Parla di cosa vuol dire essere in un gruppo», ha raccontato Noel a NME nel settembre del 1996. «È un grande passo avanti per noi. Alcune persone non apprezzeranno questo pezzo perché vorrebbero più cose tipo Cigarettes and Alcohol o Supersonic. Il gruppo è cambiato molto, c’è un’atmosfera diversa. Abbiamo mandato via Tony (MCCarroll, il batterista, ndt) perché non era abbastanza bravo. Abbiamo chiesto ad alcuni dei migliori insegnanti di batteria della nazione e ci hanno detto che non era molto bravo. Ma io credo nel destino. Tutto questo è nato a partire dalla prima sessione di Definitely Maybe, doveva succedere».
Quasi tutte le canzoni migliori dell’album sono state scritte da Noel appena prima di addormentarsi
«Scrivo una canzone ogni notte prima di andare a dormire», Noel ha detto a Alternative Press nel dicembre del 1995. «Niente parole, solo la melodia. Se riesco a ricordarmela ancora al mattino, allora vuol dire che è buona. Mi è successo con Don’t Look Back in Anger e con quasi tutte le canzoni di Definitely Maybe. Quando mi sveglio, mi ricordo ogni passaggio, ogni accordo. E so anche che parole sto per usare, a questo punto».
Liam stava già cercando un modo di uscire dalla band
«Ero pronto ad andarmene durante gli ultimi due mesi», ha detto al The Sunday Times meno di sei mesi dopo l’uscita di (What’s the Story) Morning Glory?. «Capisco che sta arrivando la fine per me. Capisco che posso scrivere meglio, cento volte meglio, rispetto a come scrive Noel. Ma, detto questo, non posso farlo ora. Sono troppo impegnato ad essere il cantante degli Oasis. Non sto dicendo che non sia felice, sono molto felice. Ma c’è un futuro dopo gli Oasis per me».