Tutti noi abbiamo i nostri concerti dei sogni – il nostro artista preferito (o anche più di uno) che vorremmo vedere dal vivo, anche se fosse necessaria una macchina del tempo. Ma ancora più allettanti, in un certo senso, sono i concerti fantasma, quei tour incredibili che per poco stavano per succedere ma poi ci si è messo di mezzo il fato, l’avarizia o (a volte) il buon senso.
Qui di seguito i 15 tour fantasma che stavano per succedere negli ultimi 50 anni di storia del pop; alcuni hanno raggiunto quasi uno status mitologico, mentre altri avrebbero segnato un punto di svolta nella storia dell’artista mentre altri hanno semplicemente messo in evidenza le difficoltà di avere a che fare con degli ego smisurati. Ma alla fine, tutti noi avremmo voluto che questi tour davvero potessero succedere. Per stare in prima fila.
Kanye West & Lady Gaga: Fame Kills (2009)
Nell’estate del 2009 c’era questo rumor riguardante un tour di coppia con Kanye West e Lady Gaga, un incontro di hip hop e pop che avrebbe visto i due artisti occupare in contemporanea due diverse aree di un palco disegnato per l’occasione. «Lo faremo insieme, senza opening act», aveva detto West alla ABC, nel mese di giugno. Il tour sarebbe dovuto partire nel novembre 2009 da Phoenix, per finire 10 settimane dopo a Dallas. Ma il 13 settembre, 12 giorni prima della messa in vendita dei biglietti, West interruppe il famoso discorso di Taylor Swift durante i Video Music Awards. La conseguente tempesta mediatica portò una nube scura sopra il tour, che venne cancellato ufficialmente il primo ottobre – anche se non venne data nessuna spiegazione ufficiale. «Abbiamo deciso insieme di cancellare il tour», disse Lady Gaga, che annunciò il suo Monster Ball Tour poco dopo. «Lui si prenderà una pausa, io no».
Genesis: “Lamb Lies Down on Broadway” Reunion con Peter Gabriel (2005)
Nonostante i milioni di dischi venduti dai Genesis con Phil Collins come frontman, una reunion con il cantante originale Peter Gabriel e il chitarrista Steve Hackett è stata per lungo tempo in cima alle liste dei desideri dei fan. Una voce su una possibile reunion iniziò a circolare alla fine del 2005, quando Hackett, Gabriel e Collins espressero tutti la volontà di almeno considerare l’idea. Alcuni mesi dopo, Collins mise altra carne al fuoco, dicendo che lui, Gabriel, Hackett e i membri attuali dei Genesis, Tony Banks e Mike Rutherford, avessero in effetti discosso la possibilità di portare in tour il loro concept album del 1974, The Lamb Lies Down on Broadway.
Alla fine non se ne fece niente, ma il discorso tornò d’attualità nel 2014, quando i fan misero insieme alcuni indizi che sembravano indicare una reunion in onore del 40esimo anniversario dell’album – ma tre anni dopo, siamo ancora qui a parlarne. «Non è mai stata esclusa», ha detto Gabriel nel 2013 a Rolling Stone. «Sto cercando di capire quando potrebbe andare in cime alle mie priorità».
Beastie Boys & Rage Against the Machine: Rhyme and Reason (2000)
Un tour lungo un mese tra anfiteatri e stadi per tutto il nord America, il Rhyme and Reason 2000 tour sembrava essere uno dei biglietti più caldi del nuovo millennio. «È ora di fare il tour più funky e rock della storia, il migliore di tutti i tempi», disse il chitarrista dei Rage Against the Machine, Tom Morello, nel 2000, annunciando il tour della band con i Beastie Boys.
Ma il tour – che avrebbe dovuto vedere la partecipazione di gente come i Green Day, Busta Rhymes e Common – subì uno stop improvviso il 22 di luglio, quando Mike D dei Beasties prese una buca mentre girava in mountain bike, rovinandosi la spalla destra, poco prima dei primi concerti. Inizialmente semplicemente posticipato, il tour poi venne cancellato a metà settembre. Un mese dopo Zack de la Rocha annunciò di voler lasciare i RATM.
Guns ‘N Roses & N.W.A (1991)
All’inizio degli anni ’90 non c’erano due band più combattive o controverse dei Guns N’ Roses e degli N.W.A., quindi sembrava perfettamente ovvio che la più grande rock band di Hollywood e il più importante gruppo rap di Compton si vedessero degli spiriti affini. Axl Rose indossò un cappello con il logo degli N.W.A., durante alcuni concerti e nei video, mentre Appetite for Destruction degli N.W.A., tratta dal loro album del 1991, Niggaz4Life, era parzialmente ispirata all’album dei GN’R che aveva lo stesso titolo. I due gruppi entrarono anche in contatto, uscendo insieme e facendo qualche barbecue. Al concerto dei Guns a Los Angeles, nell’estate del 1991, l’idea di fare un tour insieme venne abbozzata.
«Dovevamo fare un paio di show con loro, ma il nostro manager era un po’ troppo avido», ha detto DJ Yella degli N.W.A. nel 2016. «Volevano darci 25mila dollari per 10 minuti, lui ne chiese 50, quindi non si fece niente». Visto cosa sono stati capaci di fare i due gruppi nelle loro rispettive tournée, possiamo solo immaginare di cosa sarebbero stati capaci di combinare insieme.
Led Zeppelin: The 1980s, Part One (1980)
Il tour nord americano dei Led Zeppelin del 1977 fu uno dei capitoli più scuri nella saga della leggendaria rock band inglese. Rovinato dalle rivolte dei fan, dall’uso di droga da parte dei membri della band e della crew, oltre che da alcuni terribili incidenti come quella volta in cui il band manager Peter Grant aggredì una guardia durante uno show all’Oakland-Alameda Coliseum, il viaggio terminò improvvisamente quando il cantante Robert Plant scoprì di aver perso suo figlio a causa di un misterioso virus allo stomaco.
Nonostante fosse comprensibilmente riluttante a tornare negli Stati Uniti dopo quell’esperienza, Plant alla fine accettò di fare un tour di 19 date tra la East Coast e il Midwest nell’autunno nel 1980, con l’accordo di suonare in locali di minori dimensioni e con una buona dose di tempo libero. Chiamato The 1980s, Part One, il tour avrebbe avuto una set list senza gli eccessi del rock da arena che avevano caratterizzato le perfomance degli Zeppelin degli ultimi anni e (come successo durante il tour europeo a giugno e luglio 1980) mostrato un lato musicale più solido e energico. Sfortunatamente, il batterista John Bonham perse la vita a causa di un eccesso alcolico, obbligando la band a cancellare tutto il tour appena tre settimane prima della data zero a Montreal, portando la band allo scioglimento.
Madonna & Prince: The Royalty Tour (2010)
Uno degli aspetti più sorprendenti emersi dopo la scomparsa di Prince è stata la rivelazione che Madonna e Prince Rogers Nelson avessero preso in considerazione la possibilità di un tour di coppia. Secondo un post su Instagram di Guy Oseary, il manager di Madonna, pubblicato il 21 aprile 2016, ai due è stata proposta la possibilità di un tour che li coinvolgesse insieme. Madonna fu immediatamente convinta dell’idea: “Possiamo chiamarlo Royalty Tour, con la Regina e Prince”. Ma secondo Prince il mondo non era pronto per un progetto del genere. “Sarebbe troppo”.
Mettere insieme le due pop star – che sono usciti insieme per un periodo a metà anni ’80 e più tardi avrebbero collaborato per un paio di tracce –
sarebbe stato un evento incredibile. “Ho sempre pensato che ce l’avremmo fatta un giorno”, ha scritto Oseary. Purtroppo, sbagliando.
Bob Dylan: “Blonde on Blonde” Tour USA (1966)
Bob Dylan passò buona parte del 1966 per strada, girando il Nord America, l’Australia e l’Europa con quattro quinti degli Hawks (che erano la backing band della leggenda rockabilly Ronnie Hawkins) e il batterista Mickey Jones. Ma con l’arrivo del suo nuovo album, Blonde on Blonde, era chiaro che avrebbe dovuto portare i suoi stivali di nuovo a spasso per gli stadi americani. Venne fissata una data per il 6 agosto allo Yale Bowl di New Haven, Connecticut; a Jones venne anche anticipato che ci sarebbe stato uno show allo Shea Stadium di New York, con altri eventi in programma.
Ma l’incidente in moto di Dylan del 29 luglio mise fine a ogni progetto. La serietà di quell’incidente (e anche la sua veridicità) è stata più volte messa in dubbio, ma servì sicuramente come buona scusa per Dylan per prendersi una lunga pausa dal turbinio dei tour. E mentre i fan di Dylan vennero privati dall’opportunità di vedere all’opera lui e gli Hawks sulle incredibili canzoni di Blonde on Blonde – solo quattro di quelle vennero suonate dal vivo nel mesi precedenti l’uscita del disco – la pausa di Dylan dalla “strada” portò al capolavoro low-key John Wesley Harding, oltre alla trasformazione degli Hawks in The Band.
The Supremes: Return to Love (2000)
Una reunion del miglior gruppo femminile della storia della Motown avrebbe potuto essere la notizia della vita per i fan delle Supremes ma il Return to Love tour del 2000 ha dato vita soltanto a una marea di cuori infranti. L’idea iniziale dietro al progetto era quella di avere Diana Ross – che aveva lasciato le Supremes nel 1979 per un’ottima carriera solista – di nuovo insieme con le sue ex compagne Mary Wilson e Cindy Birdsong per uno show composto esclusivamente da canzoni delle Supremes; alle tre si sarebbero unite di volta in volta alcune delle più recenti Supremes, Jean Terrell, Susaye Greene, Scherrie Payne e Lynda Laurence (Florence Ballard, che faceva parte del primo nucleo del gruppo, morì nel 1976).
Purtroppo, le trattative si bloccarono quando Wilson e Birdsong scoprirono che avrebbero preso molto meno rispetto a Diana Ross, che alla fine decise di unirsi soltanto a Payne e Layrence. Nonostante la spinta da parte di VH1 e Oprah, i fan delle Supremes – che erano un po’ scocciati dal fatto che non ci fossero nè Wilson nè Birdsong – si rifiutarono di pagare troppo per i concerti e Ross e compagnia si ritrovarono a suonare in arene spesso vuote per tre quarti. Il tour venne cancellato dopo meno di metà delle 29 date annunciate e da allora non ci furono mai stati ulteriori tentativi di reunion.
The Velvet Underground: Tour USA (1993)
L’inaspettata notizia che Lou Reed, John Cale, Sterling Morrison e Maureen Tucker si sarebbero riuniti per un tour mandò in visibilio i fan dei Velvet Underground in tutto il mondo. Sfortunatamente, la leggendaria band suonò per sole sei settimane in Europa prima che Cale chiudesse il progetto. «Avremmo potuto fare di tutto», disse Cale a Marc Maron nel 2013. «Ma diventò tutto un esercizio di stile sul nostro catalogo, invece che un’operazione a cui tutti avrebbero guardato con ammirazione». Senza più nessuna data in programma, i fan statunitensi dovettero consolarsi con Live MCMXCIII, un album dal vivo registrato durante le tre serate di residency all’Olympia di Parigi.
Michael Jackson: This Is It (2009–10)
Il 5 marzo 2009, Michael Jackson annunciò che avrebbe tenuto 10 concerti alla O2 Arena di Londra, la sua prima performance di un certo rilievo dopo la fine dell’HIStory World Tour del 1997. Ci fu un’altissima richiesta di biglietti da tutto il mondo, costringendo la pop star ad aggiungere 40 date al progetto, che sarebbe dovuto partire l’8 luglio. Le date vennero divise in due parti, una da luglio a settembre, e un’altra da gennaio a marzo 2010. Gli spettacoli che avrebbero segnato il ritorno di Jackson sarebbero dovuto essere incredibili e etnusiasmanti, con una scaletta lunghissima, coreografie esagerate, video proiezioni e effetti 3D. Purtroppo, Jackson scomparve prima di iniziare le date: il 25 giugno, il Re del Pop morì per un’assunzione di quantità elevate di anestetico. Il documentario Michael Jackson’s This Is It, girato durante le prove, offre uno stuzzicante sguardo su cosa sarebbe stato lo show.
Kanye West & Rihanna Tour (2015)
Anche se non fu mai ufficialmente annunciato, alcune voci circolate nell’inverno del 2014 davano per certo un tour di coppia con West e Rihanna. Tra un tweet di RiRi, un paio di post prematuri di Live Nation che accennavano a un possibile show di Kanye e Rihanna e il fatto che i due artisti avessero recentemente collaborato su FourFiveSeconds con Paul McCartney, tutto faceva pensare a un probabile tour blockbuster. E poi… nulla. Diversi giornali di gossip dichiararono che Rihanna (che aveva aperto il tour di West del 2008, Glow in the Dark) si fosse tirata indietro a causa della sua antipatia nei confronti di Kim Kardashian, ma non potremo mai sapere cosa successe davvero.
Buffalo Springfield: Reunion Tour (2012)
42 anni dopo lo sciogliemento dei mitici Buffalo Springfield in un turbinio di ego e problemi finanziari, i membri ancora rimasti in vita, Neil Young, Stephen Stills e Richie Furay si riuniorono per una trionfale performance ai concerti benefici della Bridge School. Tornarono insieme nel 2011 per suonare sei date sulla West Coast e al Bonnaroo, e Furay annunciò che ci sarebbero state altre 30 date in Nord America.
Purtroppo, il lunatico Neil Young decise di mollare il tour degli Springfield per scrivere il suo libro Waging Heavy Peace – costringendo i fan ad affrontare le sue lunghe arringhe contro gli orrori della musica digitale, al posto di godersi una delle principali band americane degli anni ’60 interpretare classici come Mr. Soul, For What It’s Worth e Nowadays Clancy Can’t Even Sing.
«Devo dire che probabilmente abbiamo perso l’occasione giusta», disse Furay nel 2012, dopo aver messo una pietra sopra sulla possibilità di tour. «Non vuol dire che non sarà possibile in futuro, ma certamente non lo vedo realistico quest’anno». Cinque anni dopo, le possibilità si stanno assottigliando.
Paul McCartney and Wings: tour Giappone & USA (1980)
Il 16 gennaio del 1980, Paul McCartney arrivò a Tokyo per un tour di 11 date con i Wings, il ritorno in Giappone di Macca dopo le performance con i Beatles del 1966. Ma per colpa dei due etti di marijuana che tentò di portare stupidamente nel suo bagaglio, fu costretto a passare 10 giorni in prigione. Il problema con la ganja dell’ex Beatle non solo costrinse la band a cancellare tutto il tour, ma li obbligò anche a rinunciare alla parte estiva in Nord America, che sarebbe stata la loro prima uscita negli States dal 1976. La band si sarebbe sciolta dopo quel momento senza suonare mai nessun altro concerto.
Joy Division: tour USA (1980)
Almeno in apparenza, le cose sembravano essersi messe bene per i Joy Division, nella primavera del 1980. Il loro acclamato primo album, Unknown Pleasures del 1979, diede visibilità alla Factory Records, l’etichetta di Tony Wilson, e permise alla band di andare in tour con i Buzzcocks. Ora, con il secondo album Closer, si ritrovarono di nuovo pronti a una nuova serie di concerti, per la prima volta anche nel Nord America, con alcune date programmate in posti come l’Hurrah di New York, Tuts a Chicago, Duffy’s a Minneapolis (con dei giovani Hüsker Dü come opening) e lo Starwood a Los Angeles.
Ma le cose non giravano troppo bene per Ian Curtis, il cantante dei Joy Division. Frustrato da problemi di coppia, stressato dalle pressioni subite dalla band e alle prese con l’epilessia, si impiccò nelle prime ore del 18 maggio 1980, pochi giorni prima di partire per gli Stati Uniti. I restanti membri della band, che formarono poi i New Order, andarono negli Stati Uniti qualche tempo dopo; ma il suicidio di Curtis privò il pubblico americano della pura potenza live dei Joy Division.
XTC: tour USA (1982)
I fortunati presenti al concerto degli XTC il 3 aprile del 1982 a San Diego si ritrovarono di fronte a un evento unico. La prima data del più grande tour negli Stati Uniti della band conteneva già alcune versioni dell’ultimo Lp English Settlement, oltre ad alcune delle tracce di Black Sea e Drums and Wires, e vista la maestosità della performance nessuno nella sala avrebbe mai pensato che sarebbe stato l’ultimo show della carriera degli XTC.
La notte successiva, una combinazione paralizzante di ansia e panico da palcoscenico, portarono il frontman Andy Partridge a mollare un concerto sold-out all’Hollywood Palladium; Partridge tornò in Inghilterra, obbligando la band a cancellare il resto del tour, oltre a quello successivo, in programma in Europa. Mentre gli XTC continueranno a pubblicare album per altri 18 anni, la loro esistenza come live band si chiuse definitivamente.