Rolling Stone Italia

5 live da non perdersi questo agosto allo Sziget di Budapest

Four Tet, Mannequin Pussy, Teezo Touchdown e tanti altri: nel cartellone del festival che vanta headliner come Halsey, Sam Smith e Liam Gallagher sbucano perle da non perdersi. Qui ve ne consigliamo cinque
Sziget 2023

Foto: press

Sei giorni di concerti, più di 50 palchi, oltre 100 artisti in cartellone: la trentesima edizione dello Sziget arriva sull’isola di Óbuda dal 7 al 12 agosto, e tra campeggi, gruppi di amici da tenere insieme ed headliner da non perdersi (li ricordiamo: Halsey, Sam Smith, Liam Gallagher, Fred Again.., Kylie, Janelle Monáe) sarà fondamentale sapere quali sono alcune perle minori, ma non meno brillanti, a cui presentarsi puntualissimi sotto cassa.

Dunque, facciamo un riassunto in cinque tappe: per chi sarà in prima fila all’apertura del festival, il nome da cui dirigersi a quello de L’Impératrice. Il gruppo francese (di Parigi per la precisione) è uscito quest’anno con un nuovo album in studio, Pulsar, dopo aver ricevuto il plauso della critica per il precedente Tako Tsubo, del 2021. In giro dal 2012, il gruppo è formato da Charles Dugros de Boisseguin, Hagni Gwon, David Gaugué, Achille Trocellier, Tom Daveau e Flore Benguigui, e negli ultimi anni di attività si è distinto per aver unito le influenze del French Touch alla Daft Punk a testi che parlano di intimità ma, soprattutto, di politica – come quello di Peur des Filles (“paura delle ragazze” in italiano): Hai paura delle ragazze / Se solo fossero ragazzi […] / Non capisci tutto / Tutto è così confuso / Come se avessi inghiottito acqua / E fossi affogato come tutti questi idioti. Come si dice: se non è il fan ad andare in Francia…

L’appuntamento per il 9 agosto è con Teezo Touchdown, rap-rocker che avevamo definito “un Morrissey mutante” (trovate il pezzo completo qui). Chiodi di metallo che penzolano dai capelli, Teezo sembra avere tutte le carte in regola per essere il nuovo idolo della GenZ. Probabilmente lo è, anche se, anagraficamente, non ne fa parte: a 31 anni, Teezo (al secolo Aaron Lashane Thomas) si sente già troppo vecchio per essere il nuovo arrivato sulla scena (chissà se gli capita anche quando i grandi del rap game come Drake e Travis Scott si mettono a tessere le sue lodi). Dopo un’infanzia difficile e un incidente che gli ha letteralmente cambiato la vita, l’anno scorso il primo album How Do You Sleep At Night?, be’, gliel’ha cambiata di nuovo, proiettandolo nell’anticamera dell’Olimpo. E, allo Sziget, l’occasione di vederlo nella sua prime potrebbe rivelarsi storica.

Il 10 agosto, invece, bazzicare su Óbuda vorrà dire godersi il live di uno dei gruppi che, ultimamente, ha generato più curiosità nel mondo della musica: le americane Mannequin Pussy, che hanno fatto parlare di sé per le “storie di vita vissuta” che accompagnano la loro produzione. Dai racconti delle discriminazioni subite (Maxine Steen, componente della band, è trans) alle difficoltà di doversi barcamenare tra altri lavoretti per riuscire a portare avanti la propria musica, le Mannequin Pussy incarnano un modello ormai “altro” di gruppo musicale, ed emergono come se provenissero da un altra dimensione. E nel loro ultimo album, I Got Heaven, uscito quest’anno, vanno dritte senza riserve, e cantano: E se fosse proprio proprio Gesù a leccarmi la fregna?

Gli ultimi consigli li teniamo per la giornata di chiusura dello Sziget, il 12 agosto, dove arrivano in scena (ma su palchi e momenti diversi) Fred Again.., Skrillex e Four Tet, che l’anno scorso hanno pubblicato varie tracce in collaborazione. Di questi vi consigliamo di passare dall’ultimo, aka l’inglese Kieran Hebden, fresco del suo ultimo album Three (a discapito del nome, il dodicesimo della sua carriera): entrate nel mood con la prima track, Loved, e il resto verrà da sé.

Per chiudere in bellezza, passate dagli Yard Act direttamente da Leeds, UK, post-punk da manuale abbastanza consapevoli da essere auto-ironici anche quando fanno scatenare il pogo sotto il palco. Disincantati, cinici, divertenti: la loro promessa è farvi avere “a fuckin’ good time” (parole loro), e vi possiamo assicurare che manterranno la parola. Se non ci credete, scaldatevi con il nostro report dal concerto che hanno tenuto alla Santeria di Milano giusto ad aprile.

Allora, ci vediamo a Budapest?

Iscriviti