Martedì 11 febbraio durante la prima serata del Festival di Sanremo, l’israeliana Noa e la palestinese Mira Awad duetteranno sulle note di Imagine di John Lennon, un chiaro riferimento alla guerra e Gaza e alla speranza che la tregua regga. Lo riporta Repubblica.
Il rapporto fra le due cantanti risale a molti anni fa. Nel 2002 hanno cantato assieme We Can Work It Out dei Beatles a Taratata, nel 2009 hanno partecipato a Eurovision Song Contest in rappresentanza di Israele con There Must Be Another Way. Non hanno mai smesso di collaborare.
Molto nota nel nostro Paese dove si esibisce spesso e dove ha raggiunto grande popolarità grazie alla colonna sonora del film di Roberto Benigni La vita è bella, Noa è stata insignita nel 2018 con l’onorificenza di Commendato dell’ordine al merito della Repubblica Italiana. È da sempre impegnata in iniziative per la pace e attiva nel dialogo tra i due popoli. Da prima dell’invasione a Gaza critica il governo Netanyahu.
«Stiamo vivendo un orrore di proporzioni inimmaginabili», ha detto dopo il 7 ottobre, visibilmente scossa. Ma, ha aggiunto, «voglio che finisca l’occupazione, non voglio conquistare un altro popolo, non voglio che sia in miseria. Voglio che sia felice. So che il suo benessere è il mio benessere».
A febbraio 2024 ha detto a Repubblica che «dopo il 7 ottobre ci hanno chiesto, mi hanno chiesto, se finalmente fossi “rinsavita”: da cosa? Dalla mia fede nell’umanità e nel dialogo? Quel giorno, nel sangue, è crollata la mia visione o piuttosto quella arrogante, suprematista, militarista che da anni questo Paese segue?». Ma, ha aggiunto, le idee esposte in Europa e negli Stati Uniti da liberal e progressisti, che pensava fossero «compagni di strada», è stata scioccante.
«Ci siamo sentiti abbandonati, traditi, non riconosciuti come vittime: solo perché israeliani. Non c’è il bianco e il nero nella vita: se scegli di stare da una parte, senza guardare l’altra, se squalifichi l’altro, non puoi dire che credi nella pace e nella convivenza. Andare in piazza a urlare “Dal fiume al mare” senza ricordare il diritto di Israele ad esistere, e ad esistere in questa terra, significa propagandare odio. Esattamente come fanno quelli che vorrebbero cancellare i palestinesi da questa stessa terra».