A fine dicembre Julia Misley (all’epoca dei fatti Julia Holcomb) ha denunciato Steven Tyler per violenza sessuale, molestie sessuali e danni morali. Nei primi anni ’70 il cantante degli Aerosmith avrebbe convinto la madre a concedergli la custodia della ragazza quando la minore aveva solo 16 anni al fine di coinvolgerla in una relazione sessuale. Non solo: quando di anni ne aveva 17 l’avrebbe spinta ad abortire.
È una storia che, sebbene non in questi termini, era sotto gli occhi di tutti essendo citata nell’autobiografia di Tyler. Il cantante scrive di avere «quasi sposato un’adolescente» i cui genitori «si erano invaghiti di me e avevano firmato un documento che mi concedeva la custodia della ragazza in modo che non venissi arrestato nel caso l’avessi portata fuori dallo Stato. L’ho fatta viaggiare in tour con me».
«Aveva 16 anni e sapeva fare la porca», scrive il cantante. «Io avevo 26 anni e lei aveva a malapena l’età per guidare ed era sexy da morire: mi innamorai perdutamente. Era un maschiaccio, era magra e vestita come Little Bo-Peep. Era il desiderio del mio cuore, la mia complice nei crimini passionali».
Tre mese dopo la denuncia, è arrivata la replica di Steven Tyler. Secondo i suoi legali, non solo la ragazza era consenziente, ma il cantante godrebbe dell’immunità garantita dal fatto che i genitori della ragazza gli avevano concesso la custodia di Julia.
È una linea di difesa che gli avvocati consultati dall’edizione americana di Rolling Stone considerano perdente, se non sconsiderata. «È una cazzo di follia», dice Susan Crumiller, avvocata che si è spesso occupata di cause per abusi sessuali. «Nessun tutore gode di immunità per i reati di tipo sessuale. Non ho parole per descrivere quanto sia assurdo».
La risposta di Tyler, continua Crumiller, è «particolarmente grave» poiché molte delle eccezioni presentate non sono applicabili al caso. Non vi è alcuna base legale, sono perplessa».
Anche Katherine Atkinson, avvocata specializzata nella materia, è stata spiazzata dalla tattica dei legali di Tyler e cita il Codice civile della California che stabilisce espressamente che non si può evocare il consenso qualora la persona che ha commesso la presunta violenza sessuale sia «un adulto che si trova in una posizione di autorità sul minore». Per il codice, gode di un ruolo di autorità anche chi ha la custodia del minore.
Secondo Dave Ring, avvocato di Los Angeles che spesso rappresenta bambini e adulti in casi del genere, la richiesta di immunità è sì sconcertante, ma è normale che un imputato metta in campo all’inizio di una causa civile un ampio spettro di risposte, in attesa che il caso sia definito con maggiore precisione.
Sempre secondo Ring, Tyler «è nei guai se davvero nel libro ammette di aver saputo che la ragazza aveva 16 anni e averla portata intenzionalmente in uno Stato in cui l’età del consenso era di 16 anni. In buona sostanza, si tratterebbe di traffico di una minorenne attraverso i confini dello Stato per fare sesso con lei».
I fatti sarebbero avvenuto tra il 1973 e il 1976. Il California’s Child Victims Act approvato nel 2019 concedeva tre anni per denunciare questo tipo di reato e Misley lo ha fatto entro il limiti di legge fissati al 31 dicembre 2022.