Non tutti sono stati felici quando Bob Dylan ha annunciato che i suoi cinque concerti italiani a luglio (due a Milano, poi Lucca, Perugia e Roma) sarebbero stati phone free show, ovvero esibizioni in cui sarà vietato l’uso del cellulare. È una scelta dettata dalla volontà di tornare a vivere l’esperienza senza il filtro e la disattenzione causata dagli smartphone.
Il meccanismo è usato da tempo: all’ingresso i telefoni vengono inseriti in una custodia chiusa dal personale di Yondr, che presta il servizio. La custodia resta nelle mani dello spettatore, che, per sbloccarla in qualsiasi momento, deve recarsi in un’area dedicata.
Chi ha comprato i primi biglietti messi stamattina in prevendita ha scoperto che questo servizio è a carico dello spettatore. Abbiamo infatti acquistato un biglietto per una delle due date al Teatro degli Arcimboldi di Milano. Sul costo totale della transazione, oltre al prezzo di 130 euro per la poltronissima, sovraccaricato dalla prevendita pari al 15% del biglietto e dalle commissioni di servizio (10 euro), appare infatti la voce “phone free show”. Costo: 5 euro. Il servizio (o meglio, l’obbligo) è quindi a carico dell’acquirente.
«Avendo sperimentato questa modalità senza telefono durante i tour recenti, crediamo che crei un’esperienza migliore per tutti i presenti», si legge nella pagina di conferma dell’acquisto del biglietto su Ticketone. «I nostri occhi si aprono un po’ di più e i nostri sensi sono leggermente più acuti quando perdiamo la stampella tecnologica a cui ci siamo abituati. E sì, è obbligatoria e non negoziabile».