«Tra questo e un concerto che differenza c’è? Facce di merda». Anche Emis Killa ha postato nelle storie di Instagram la foto di uno dei comizi estivi di Giuseppe Conte che sono diventati virali nel mondo della musica come simbolo della disparità di trattamento riservata a chi fa e organizza concerti.
«Penso che non solo certi politici debbano delle scuse a tutti i lavoratori del mondo dello spettacolo (non dico a me che tutto sommato ancora mangio), ma debbano anche immediatamente concederci di riprendere la nostra attività a pieno», scrive Emis Killa. «Perché le vostre campagne elettorali non hanno limite di capienza/affluenza? È forse più importante il vostro ruolo del lavoro o dello svago individuale degli italiani?».
E ancora: «Rompete il cazzo in ogni programma tv se festeggiamo gli europei, se andiamo in discoteca, se organizziamo delle serate, però poi salite sul palco come foste a Woodstock davanti a migliaia di persone accalcate. Ma per quanto volete continuare a prenderci per il culo? Di questo passo la gente si romperà i coglioni e succederanno cose spiacevoli».
«Io» conclude il rapper «non sono né medico, né scienziato. Però sono una persona onesta e in quanto tale credo che le regole e le leggi valgano per tutti. Perché nessuno vi denuncia per il medesimo atto per cui hanno demolito Salmo qualche settimana fa? Ma almeno siate furbi, non palesate la nostra mafia politica in questo modo. La gente non è stupida, a parte chi vi vota ovviamente. Dimettetevi. Disonesti».
Due giorni fa Emis Killa ha accompagnato Angelo Duro in supermercati e fast food della zona Lorenteggio, a Milano, dove il comico ha improvvisato brevi monologhi ironici sulla ripresa delle esibizioni dal vivo.
Ketama126 ha commentato nelle sue storie di Instagram l’ondata di post delle ultime 24 ore nate dalle immagini dei comizi del presidente del Movimento 5 Stelle (vedi qui e qui): «Ammazza, ma ve serviva un post de Conte pe’ capì che ce stanno a rigira come un pedalino avariato dopo la maratona all’altro giorno? Ma da quando qua lo Stato italiano ha fatto qualcosa per noi?».
Dopo l’intervento di Fedez, ieri Conte ha risposto alle tante critiche rivolgendosi direttamente al rapper: «Hai ragione, dobbiamo ripartire tutti insieme». Fedez ha a sua volta replicato che «gli artisti che si sono esposti non volevano risposte personalmente, che vanno date alle persone che non sono messe nelle condizioni di lavorare da oltre due anni, con scarsissimi aiuti da parte dello Stato. La cosa che mi mette tristezza è che domani la macchina della propaganda e i comizi con le piazze gremite con 3, 4 mila persone senza tampone e Green Pass continueranno, mentre i concerti no. Tutto questo per un lavoratore dello spettacolo può suonare come una grande ingiustizia».