Fidanzata, amica, amante, musa ispiratrice, girlfriend, petite amie. Ad incasellare il nome di una persona in una categoria spesso si finisce per nasconderne la vera identità. Il nome, in questo caso, ai più non dice molto: Annik Honoré (1957-2014), giornalista morta la scorsa settimana, all’età di 56 anni “a seguito di una grave malattia”, come ha riportato la stampa francese e quella del suo Paese, il Belgio. Honoré è tutt’oggi ricordata per la relazione che ebbe con Ian Curtis (1956-1980), poco prima del suicidio del leader dei Joy Division.
Una storia che ha fatto parlare tante persone, creando diverse critiche intorno alla natura del loro incontro, fomentate dapprima con l’uscita del libro della vedova Deborah Woodruff Curtis, Touching From a Distance e dopo, nel 2007, con il lungometraggio del fotografo-regista Anton Corbijn, Control, la cui sceneggiatura è stata tratta liberamente proprio dal libro biografico della Curtis.
Fu a seguito di alcune interpretazioni e commenti che Annik Honoré ribadì, a mezzo stampa, la “castità” del rapporto con il controverso cantante inglese, con cui ebbe, a suo dire, una relazione platonica che non fu causa né del suicidio né di intromissioni con la vita coniugale di Ian.
Se Love Will Tear Us Apart, sia stato o meno ispirato dalla Honoré non lo sapremo mai. Ma aldilà di tutto questo va ricordato il lavoro della Honoré come producer e giornalista musicale attenta alla scena delle band di Bruxelles dove, negli anni Ottanta, è stata una delle menti che hanno fondato Les Disques du Crépuscule, etichetta discografica che organizzava anche molti live, tra cui quelli degli stessi Joy Division.
Della storica formazione del gruppo, a dare notizia della morte di Honoré anche il bassista Peter Hook che, il giorno stesso della scomparsa, ha condiviso su twitter il suo dispiacere.
Very sad to hear the news today about Annik Honore – we’ll be playing Atmosphere tonight for her. Hope she’s sat up there with Ian. RIP.
— Peter Hook (@peter_hook1) 3 Luglio 2014