Beyoncé che fa country è la cosplayer di una donna bianca. Lo ha scritto Azealia Banks nelle storie di Instagram dopo l’annuncio della pubblicazione di Cowboy Carter, il disco di Bey influenzato dal country che uscirà il 29 marzo.
Oltre a criticare il titolo dell’album, che accosta la parola “cowboy” al cognome del marito della popstar Jay-Z («manco hanno fatto un piccolo sforzo per trovare un titolo più artistico»), Banks si prende gioco di Beyoncé dicendo che è passata dagli alberi di baobab (un riferimento, forse, alla colonna sonora di Il re leone) alla posa a cavallo sulla copertina.
Non paga, dice che l’operazione di Beyoncé «rafforza la falsa retorica secondo cui la musica country sarebbe una forma d’arte bianca successiva alla Guerra civile» e di conseguenza «l’idea che non esistano razzismo, segregazione, schiavitù, violenza, furti, massacri, epidemie, follie da “destino manifesto” che stanno alla base di slogan come “orgoglioso di essere americano” o “Dio benedica l’America”».
Infine, citando l’esibizione del 2016 di Beyoncé con le Chicks (all’epoca Dixie Chicks), scrive che Beyoncé fa «cose da sfigata tipo portare delle donne bianche messe sulla lista nera ai premi di musica country quando loro non farebbero mai e poi mai lo stesso per te. Vorrei solo che tu non fossi ossessionata dall’essere sempre noiosa e carina».
Non è la prima volta che Azealia Banks si esprime sull’operazione Cowboy Carter. A febbraio aveva scritto che «non c’è niente di country in tutto questo. Preparati ad essere presa in giro di nuovo» e che «i critici non accetteranno mai una brutta parrucca bionda e la prepotenza di Jay-Z. È una truffa musicale in grande stile». Le ragazze nere, scriveva ancora, «possono fare country», ma Beyoncé non lo sta facendo nel modo giusto».
Nel post in cui ha presentato la copertina del disco, Beyoncé ha spiegato che Cowboy Carter «non è un album country, è un album di Beyoncé» e che nasce dopo «una brutta esperienza vissuta anni fa» con la comunità della country music, forse il rifiuto a includere la sua Daddy Lessons nelle nomination di categoria ai Grammy del 2016. «Quando non mi hanno fatto sentire la benvenuta, ho approfondito la storia della musica country. Mi auguro che fra qualche anno la razza (race, nell’originale, ndr) di un artista diventerà irrilevante in relazione alla musica che fa».
La copertina di Cowboy Carter, che Beyoncé ha pensato come secondo atto di Renaissance: