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Ballare (male) sui testi deliranti di Pop_X

Fosse nato 20 anni prima, Davide Panizza, la mente che c’è dietro al progetto, avrebbe prodotto rock demenziale. Invece, spacca con basi dance lo-fi
Una foto di un live di Pop_X

Una foto di un live di Pop_X

Un paio di mesi fa sono andato a sentire Pop_X al Cobianchi in Piazza Duomo, a Milano. Mi è sembrato di rivivere un live dei Kap Bambino, ma al posto di Caroline Martial c’era Davide Panizza. Nell’aria c’era lo stesso grado di agitazione mista a ignoranza cinetica. Mi spiego meglio. Ci muovevamo tutti male, con movimenti scoordinati, ma come non succedeva dal 2009. Dai tempi dei Kap Bambino, appunto. Pop_X è puro genio creativo. Credo che se Davide, mente anomala dietro al progetto, fosse nato 20 anni prima, avrebbe fatto la fortuna cavalcando l’onda di rock demenziale à la Skiantos, o Persiana Jones che tanto andava di moda. Caso vuole che il ragazzo sia nato a Trento negli anni ’90, perciò la soluzione del rock sarebbe fuori discussione, visto il bombardamento di dance scadente a cui è stata sottoposta la mia generazione fin dalla tenera età.

Pop_X è basi lo-fi con sopra testi (non sempre) deliranti. Per capirci, la descrizione sul suo Bandcamp.com recita così: “Musica dipendente da sostanze stupefacenti a scopo di lucro, che promuove l’abuso di alcolici tra i minorenni e le nuove generazioni in vista della terza guerra mondiale in diretta sulla quarta rete il prossimo sette gennaio”. Capito? Per entrare nel mondo di Pop_X devi prima dimenticare ogni buon senso e poi cominciare a dimenarti sgraziato, al ritmo di una traccia che ti invita a stare “qui con me / nell’acquario di Cattolica / dove ho incontrato la mia morte parabolica”.

Questo articolo è pubblicato su Rolling Stone di novembre.
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