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Bassi rotondi a trenta metri sottoterra: la notte delle streghe di Salmo a Napoli

Il rapper sardo protagonista ad Halloween di una serata irripetibile organizzata da Red Bull nel Museo del Sottosuolo. Noi c'eravamo, ecco come è andata
Salmo posa per un ritratto durante il Red Bull Salmo Secret a Napoli

Salmo posa per un ritratto durante il Red Bull Salmo Secret a Napoli

Niente cerone in faccia e occhi pesti, nessuna zucca dal ghigno sinistro né qualcuno che da queste parti ti chieda di scegliere tra dolcetto o scherzetto. La notte delle streghe a Napoli aveva un cuore nero che pulsava come rotondi bassi house a trenta metri sottoterra: era il 31 ottobre, Halloween, il sole sotto il Vesuvio tramontato da un pezzo e nessuno ancora sapeva dove Salmo avrebbe accolto i fan che nei giorni passati si sono tuffati a testa bassa dentro il contest ideato dal rapper sardo per il sito di Redbull.

Una domanda al giorno (alcune alla portata di soli, veri fan) per poter accedere a un secret concert nel centro della città partenopea. Ci hanno provato in tremila, ma solo una quarantina sono stati i vincitori, a cui è stata data facoltà di invitare un compagno all’evento. In città qualcosa trapelava già dal pomeriggio, ma in molti non potevano ancora immaginare cosa li attendeva. E soprattutto dove: il Museo del Sottosuolo di Napoli. Insomma, Salmo aspetta tutti sotto le viscere della città, ci dicono.

Centrotrenta scalini da percorrere al buio, calando sempre di più sottoterra, con passi incerti e luci rosso fuoco che sbucano da dietro gli angoli delle pareti, in un giro infernale che porta infine a uno slargo, una enorme stanza in pietra, altissima, umida e spettrale. I ragazzi non fanno altro che guardarsi intorno, a bocca aperta. Sono già eccitatissimi, arrivati direttamente da piazzale Tecchio ancora ignari di cosa avrebbero visto di lì a poco. Gente giovane perlopiù, media vent’anni, quasi tutti da Napoli e dintorni. Il palco – che poi proprio un palco non è – è piuttosto un’alcova dalle linee irregolari illuminata dai fari di scena e dai suoni sempre più lividi, paurosi, in un crescendo che si smorza solo con l’arrivo dietro ai piatti di Dj Slait, cresta nera in controluce e due mani che si scaldano a girare manopole e dischi. Iniziano le danze.

Un botto, parte la base di Russell Crowe e lì dentro non si capisce più nulla. Ecco Salmo apparire tra fumi e luci, si muove a tempo nel suo spazio angusto, cappello calcato sulla testa e maschera nuova nuova (la quinta della serie), e si capisce subito che per questa nera non ce n’è per nessuno. «Su le mani guagliò», grida agli ottanta fan che si accalcano ai suoi piedi, con in mano gli immancabili telefonini. L’aria è satura, le teste si muovono, i beat si ispessiscono. «Dovete saltare tutti», dice, «anche quelli col culo grasso lì dietro». E via con i bassi di Street Drive In e le parole che scorrono fuori come pietre rotolanti: “Hey mama vengo fouri dal buio della palude/con un teschio in faccia e vengo a farvi fuori, a mani nude/vieni a goderti lo spettacolo/faccio più sacrifici che dentro un pentacolo”.

Boom, ed è già il momento di Venice Beach, passaggio obbligatorio di questa sera – il brano è stato registato a Los Angeles per Red Bull – e uno dei singoli del terzo volume della saga Machete Mixtape uscito da poco su Sony Music, sempre più vicina a Salmo e al suo mondo (si parla di un rapporto sempre più stretto che potrebbe portare a un nuovo disco già nel 2015). «A me piacciono i live così, per pochi intimi. Io da piccolo me le sognavo una roba così, raga»», dice lui, su di giri, concentratissimo. Uno scossone e poi inizia a rappare su Old Boy. Suoni pesanti e acidi, pastosi passaggi dubstep e bassi sparati a mille, e la voce roca di Salmo che picchia sulle pareti in pietra e sale fin su, al soffitto.

È tempo di Space Invaders, Killer Game, Crudité, Stanley Kubrick, in un filotto da lasciare senza fiato. Poi arrivano Kimbo Slice, Non sopporto, Stupido gioco del rap, Disobey, S.A.L.M.O, Weishaupt e la bomba di Death USB. Chiusura con Faraway, che rallenta i battiti e dà ossigeno a sufficienza per riprendersi la città, dopo aver esorcizzato, lì sotto, streghe e fantasmi e ogni sorta di creatura della notte.

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