Non ci sono molti concerti in cui vita privata e pubblica, spettacolo e realtà, “real life” e fiction si mescolano così tanto come nell’On the Run tour, firmato The Carters. Il secondo capitolo del miracoloso progetto di coppia, già testato in Europa con due occasioni uniche a Parigi nel 2014, è una riflessione proprio su questo, su due persone comuni, che si mettono a chiarire le loro posizioni personali in pubblico. Meglio, davanti ai loro fan, che conoscono a memoria ogni crepa, ogni spaccatura, ogni momento di crisi e, dall’altra parte, tutte le dimostrazioni d’amore messe in piedi per superarlo.
Dopo due rabbiosi dischi solisti, come Lemonade e 4:44, i Carter hanno voglia di dimostrare che il peggio è passato, le nuvole sono lontane (beati loro, a Milano ci siamo presi la grandine aspettandoli) e tutto può essere chiarito grazie all’amore. Un concetto già cantato, rappato e trappato in Everything Is Love, il disco a due voci uscito a sorpresa a metò giugno.
E se la coppia prima si vedeva come Bonnie e Clyde, ora la prospettiva è cambiata. Sensuali gite di coppia puntellate dall’amore per i figli. Questo il tema portante delle immagini – bellissime – che accompagnano il concerto, un minifilm con una narrazione precisa che mette al centro di tutto l’unione e la bellezza di condividere due vite avventurose che devono ritrovare tutti i giorni il modo in cui incastrarsi. Ed è curioso che fu proprio un video a scatenare – meglio, a confermare – i dubbi del tradimento di Jay: le botte, rabbiose, di Solange Knowles all’interno di un ascensore nei suoi confronti. Una telecamera di sicurezza, un video rubato, come tanti sembrano quelli proiettati a San Siro.
Resterà nella memoria, e sulle t-shirt di tanti, quella mano stretta tra i due, ammanettati, che campeggia dopo una presunta rissa in Giamaica. Mano nella mano nelle difficoltà, non come due gangster ma come una coppia che si sforza per trovare stabilità. Un kintsugi di musica black. Una terapia di coppia efficace.
Ma non vi preoccupate. Non è un concerto di dediche, pianti e occhi dolci. Piuttosto è una bomba di energia, rabbia e reazione. Fuochi d’artificio, ballerine, una band eccezionale, un palco volante (beati coloro che stanno in mezzo ai due palchi, perché hanno la fortuna di farsi sorvolare da due divinità terrene), fiamme… Uno show pensato per dimostrare che Beyoncé e Jay-Z sono qui a ringhiare, che la soluzione è semplicemente fare quello che hanno sempre fatto.
C’è anche poco spazio – ma c’è – per le battaglie personali, girl power per lei, black power per lui. Run the World e The Story of O.J. sono due momenti paralleli di vita sociale, perché oltre ai fatti personali, di famiglia, privati, c’è sempre una società complicata che i due provano a sistemare dal momento della loro uscita, consapevoli della necessità di far sentire la propria voce, che risuona insieme, in un finale romanticissimo e luccicante, sulle note di Young Forever fusa con Perfect.
Due ore abbondanti filatissime, con poche pause, pochi cambi d’abito (lui più di lei) e un bombardamento di emozioni e tensioni continue. Anche i Carter piangono. Ma non c’è cosa più bella al mondo di essere loro.