Non è possibile che in un locale l’acqua costi 5 euro, come al bar del nuovissimo Fabrique di Milano che domenica sera ha accolto Billy Idol e i suoi seguaci. Detto ciò, il concerto dell’ex cantante dei Generation X è stato uno spasso: parecchio divertente e carico di hit degli anni ’80 che furono.
Pezzi dell’ultimo album come Postcards from the Past e Can’t Break Me Down (impossibile non cantare tutti assieme il “bang, bang, bang” in apertura di ritornello) alternati a canzoni dell’era punk rock di Idol – Ready Steady Go, King Rocker, Dancing with Myself – soddisfano l’eterogeneo pubblico presente (Fabrique sold out), esploso come una bomba atomica sulle varie Eyes Without a Face, White Wedding o Rebel Yell.
Ghigno beffardo e pugno chiuso al cielo, Billy Idol sembra godersi al 100 per cento il suo concerto, senza prendersi troppo sul serio: i cambi d’abito consistono sostanzialmente nel togliersi una camicia aperta sul petto per indossare poi un gilet a torso nudo, con sommo piacere delle tante signore presenti. In effetti, sulla soglia dei 60 anni, Idol ha un fisico invidiabile e con la voce se la cava ancora dignitosamente.
Billy Idol deve solo vedersela con l’altro grande protagonista della serata, ossia il suo braccio destro Steve Stevens che, con tanto di giacca e chitarra in tinta glitterata, tra fraseggi gipsy, assoli spaziali e mulinelli da far invidia al miglior Pete Townshend di tanto in tanto ruba letteralmente la scena al suo vecchio amico Billy che, in chiusura, ci ha dato appuntamento all’anno prossimo.