«Tutte le donne che stanno raccontando la loro storia online mi hanno ispirato», ha scritto Björk su Facebook, «quindi ecco quello che mi è successo con un certo regista danese». L’artista islandese non ha fatto nomi, ma ha girato solo un film con un regista danese nella sua carriera – Dancer in the Dark, nel 2000, Palma d’Oro a Cannes -, diretto da Lars Von Trier.
«Sapevo perfettamente che fare l’attrice significava entrare in un mondo dove l’umiliazione delle donne è una regola scolpita nella pietra. E non era solo il regista il problema, c’erano dozzine di persone che rendevano tutto possibile e che lo incoraggiavano», ha scritto Björk. «Ho capito che è un problema universale, un regista può aggredire sessualmente le sue attrici e il mondo del cinema lo permette ogni giorno».
Ha bisogno di una donna per far funzionare la sua anima. Le invidia e le odia, ed è per questo che deve distruggerle
Tutte le volte che ha provato a rifiutare veniva punita e umiliata. «Ha creato questa rete di illusioni dove ero dipinta come quella difficile. Grazie alla mia forza, alle persone meravigliose che lavorano con me e alla mia mancanza di ambizioni nel mondo del cinema, sono riuscita a girarmi dall’altra parte. Dopo qualche anno ne sono uscita, ma ho paura che per moltissime donne non sia la stessa cosa».
Non è la prima volta che si parla del difficile rapporto tra Björk e Von Trier, ma nessuno immaginava che si fosse arrivati alla violenza sessuale. In una intervista del 2011 per GQ, il regista ha raccontato che Björk scrisse una lettera a Nicole Kidman per avvisarla, non voleva che lavorasse a Dogville.
«Ci sono e ci sono stati registi sessisti, gente come Woody Allen o Stanley Kubrick, ma loro mettevano l’anima nei loro film», ha concluso Björk su Facebook. «Nel caso di Von Trier non è così, e lui lo sa benissimo. Ha bisogno di una donna per far funzionare la sua anima: le invidia e le odia. Ed è per questo che deve distruggerle durante le riprese. E nascondere le prove».