Britney Spears è finalmente libera. La conservatorship, cioè la tutela legale che la cantante ha definito un «incubo crudele», è stata revocata venerdì a Los Angeles, nello stesso tribunale dove tutto è cominciato 14 anni fa.
«La corte stabilisce che la tutela della persona e del suo patrimonio non sono più necessarie», ha detto la giudice Brenda Penny. «La conservatorship è quindi terminata a partire da oggi». La decisione arriva circa cinque mesi dopo la straziante testimonianza pubblica di Britney e quattro dopo l’assunzione del suo nuovo avvocato, Mathew Rosengart.
«Dio, amo davvero i miei fan, è assurdo. Credo che piangerò per tutto il resto della giornata», ha scritto Britney su Instagram, dove ha pubblicato un video dei fan che festeggiano per la decisione del giudice. «È il giorno migliore di sempre».
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La conservatorship è stata attivata a febbraio 2008, dopo due ricoveri in ospedali e la richiesta del padre James “Jamie” Spears, che all’epoca sosteneva che la figlia soffrisse di demenza. Britney, che aveva 27 anni, era al centro di una tempesta mediatica, con i paparazzi e il pubblico che seguivano ogni sua mossa. La cantante era ricoverata in ospedale quando un giudice ha firmato i documenti per attivare la tutela. All’inizio Jamie Spears poteva solo controllare le visite in ospedale e la documentazione medica della figlia. Più avanti, però, il tribunale gli ha permesso di controllare completamente la sua vita e il suo patrimonio, e la conservatorship si è trasformata in una struttura che gestiva la carriera di Britney.
Nel giro di un anno, la cantante è tornata a esibirsi in un tour che ha incassato milioni. A marzo 2011 ha pubblicato l’album Femme Fatale, mentre nel 2012 è diventata giudice della versione americana di X Factor. L’anno successivo è iniziata la residency a Las Vegas.
Nella dichiarazione dello scorso giugno, Britney ha detto che la conservatorship la faceva sentire esausta, sfruttata e impotente. Si è chiesta com’è possibile che una persona incapace di gestire la sua vita potesse «guadagnare denaro e pagare così tanta gente».
«Non ha nessun senso», ha detto alla giudice Penny. «Io voglio solo gestire i miei soldi, voglio che tutto questo finisca e che il mio fidanzato possa portarmi in giro in macchina. Se devo essere onesta, vorrei denunciare la mia famiglia».
Britney ha detto anche che i tutori «hanno fatto un ottimo lavoro nello sfruttare la mia vita» e che era pronta a combattere. La testimonianza è andata avanti per 25 minuti: la cantante ha accusato il suo «padre ignorante», i vecchi manager e «tutti quelli coinvolti nella conservatorship» di averla abusata emotivamente, costretta a prendere medicine e a lavorare contro la sua volontà. Si sentiva «bullizzata, impotente e sola». La conservatorship, inoltre, le impediva di sposarsi, di avere un altro figlio e anche di incontrare i suoi vecchi amici.
«Merito di avere una vita», ha detto. «Sono stanca di sentirmi sola. Merito gli stessi diritti degli altri, un figlio, una famiglia e tutto il resto».
Poche settimane dopo, il 14 luglio, la giudice Penny le ha concesso di assumere Rosengart. Due settimane dopo, l’avvocato ha richiesto di sospendere Jamie ed eliminare la tutela, accusandolo di approfittare della conservatorship per arricchirsi.
Nei documenti depositati il 26 luglio, Rosengart accusava Jamie Spears di essersi assegnato uno “stipendio” di 16mila dollari, quando la figlia poteva utilizzarne solo 14mila, e anche di aver incassato due milioni di dollari dalla residence e il 2,95% dei guadagni del tour di Femme Fatale. «È comune che manager, agenti e altri professionisti dell’industria prendano una percentuale sugli incassi di un artista, ma Mr. Spears non è niente di tutto questo».
Il 29 settembre la giudice ha sospeso Jamie Spears dal suo ruolo, nonostante gli avvocati del padre avessero chiesto di eliminare la tutela. Rosengart, inoltre, sosteneva che la completa rimozione non era la strada giusta, perché voleva avere tempo per dimostrare la «corruzione» di Jamie Spears. Per questo, ha convinto il tribunale a sostituirlo con John Zabel, così da obbligarlo a consegnare la documentazione relativa alla tutela. L’obiettivo, ha detto, era di verificare alcune affermazioni di «un informatore» che sosteneva che Jamie sorvegliasse la figlia in maniera inappropriata, anche ascoltando le sue conversazioni con un avvocato.
L’informatore era Alex Vlasov, un uomo della sicurezza di Britney che ha partecipato anche al documentario Controlling Britney Spears. «Mi portavano i suoi sms, chiedevano di decifrarli e consegnarli a Robin e Jamie», ha detto nel film. «Controllavano le sue conversazioni con gli amici, la madre e l’avvocato Sam Ingham».
Ora la conservatorship è finalmente stata revocata, e Britney può finalmente guardare avanti. Il prossimo passo potrebbe essere il matrimonio con Sam Asghari. Ma dopo tredici anni sotto il controllo del padre, ci vorrà del tempo prima che la cantante si abitui alla sua nuova situazione. L’ha spiegato lei stessa con un post Instagram dello scorso 15 ottobre.
«Devo essere onesta, ho aspettato così tanto tempo per liberarmi da quella situazione… e ora che sono qui ho paura di fare qualsiasi cosa. Ho paura di sbagliare!», ha scritto. «Per molti anni mi hanno detto che se avessi avuto successo sarebbe finita, ma non è mai successo. Ho lavorato duramente, ma ora che la fine si avvicina sono felice ma ho anche molta paura».
Adesso, ha detto, vuole stare «lontana dal lavoro» almeno per un po’. «È ancora tutto molto confuso. Che dio vi benedica tutti!».