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Sabato sera i Måneskin si sono esibiti al Circo Massimo di fronte a 70 mila persone muovendo, come sempre accade, lodi entusiastiche e odi viscerali. Durante il concerto, Damiano ha ripetuto il “fuck Putin” già detto al Coachella: «E anche se a qualcuno dà fastidio, continuiamo ad urlarlo: fuck Putin, fanculo la guerra, fanculo i dittatori».
La cosa non è piaciuta a Pierpaolo Capovilla, frontman che da One Dimensional Man, Teatro degli Orrori e ai più recenti Cattivi Maestri ha sempre rappresentato l’avanguardia della scena rock alternativa in Italia. In un post durissimo su Facebook ha scritto: «Che pena che fa questo gruppo di giovani stupidi. Conformisti, intrappolati nel successo, purissima plastica, perfetti rappresentanti di una generazione di imbecilli, incapaci persino di comprendere le circostanze storiche che hanno portato alla guerra in Ucraina».
E ancora: «Tanto, se sei rock, puoi essere superficiale, accontentarti degli slogan, e sopratutto non dare fastidio al Dipartimento di Stato USA. Poverini, non hanno capito niente del mondo, ma tanto, siamo rock, giusto?, basta usare la parola “fuck” e tutto il resto passa in secondo piano. L’ignoranza, la falsa coscienza, l’ideologia americana, la spazzatura al posto del cibo».
Di recente, i Måneskin sono stati criticati, questa volta dal punto di vista musicale, da Steven Wilson dei Porcupine Tree che parlando col Corriere della sera li definiti «terribili».
«Certo è fantastico per l’Italia ed è sempre positivo quando una band fa conoscere ai ragazzi chitarre e batterie, vorrei solo che fossero un po’ meglio», ha detto Wilson. «Per chi è cresciuto sentendo i Led Zeppelin, i Pink Floyd o i Black Sabbath, ascoltare gruppi come i Måneskin o i Greta Van Fleet e prenderli seriamente è dura perché sono una copia scadente di quel che erano gli altri. I Måneskin sono molto meglio dei Greta che sono una specie di versione boy band degli Zeppelin, ma non sarebbe bello se arrivasse qualcuno di un po’ più creativo e ispirato?».