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Carlo Conti: «Le canzoni di Sanremo 2025 non parlano di immigrazione o guerra»

«Si torna a cantare di famiglia e rapporti personali». Intanto il Codacons, preoccupato per la possibile presenza di Tony Effe, vorrebbe un «daspo al festival per rapper e trapper che incitano i giovani alla violenza o offendono le donne»
teatro Ariston sanremo

Foto: Roberto Finizio/Getty Images

Niente guerra o immigrazione, le canzoni di Sanremo 2025 racconteranno un micromondo. Lo ha detto Carlo Conti intervistato per il podcast Pezzi: dentro la musica.

«Quello che mi piace», dice il conduttore e direttore artistico del festival in un estratto dal podcast trasmesso dal programma Rai La volta buona, «quello che è arrivato dai cantautori non è più un macromondo, cioè non vanno a parlare dell’immigrazione o della guerra, ma si ritorna un po’ a parlare del micromondo, della famiglia, dei rapporti personali. È molto intimo».

Siccome girano voci sulla partecipazione a Sanremo di Tony Effe (si parla anche di Fedez, co-protagonista a settembre del noto dissing), qualche giorno fa il Codacons ha «diffidato formalmente» la Rai e Conti. Nel caso salgano sul palco dell’Ariston «artisti che lanciano messaggi errati, diseducativi e pericolosi soprattutto per i più giovani dai testi violenti», l’associazione «è pronta a presentare una denuncia in Procura per la possibile fattispecie di induzione alla violenza sulle donne, e chiederà l’allontanamento dei cantanti dalla città ligure».

Conti rivelerà i nomi dei big che parteciperanno a Sanremo durante l’edizione delle 13:30 del TG 1 di domenica 1 dicembre. Ha già detto che il numero di canzoni in gara aumenterà rispetto alle 24 previste inizialmente e che nella serata delle cover i concorrenti potranno duettare tra di loro.

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