Nove e venti di sera, 24 febbraio 2024: da un lato del mondo cominciava il secondo listening party di Vultures 1 di Kanye West e Ty Dolla Sign; dall’altro, anche se poi non così distante, i CCCP attaccavano il primo dei concerti (del tutto dal vivo) della speciale triade “CCCP in DDDR” (ovvero, nella DDR “smantellata”). Tre date all’Astra Kulturhaus di Berlino per ritornare dove, più di 40 anni fa, tutto è cominciato, e riallacciare un filo dopo il Gran Galà Punkettone al Teatro Valli di Reggio Emilia, la mostra Felicitazioni! CCCP – Fedeli alla linea 1984-2024 sempre nel capoluogo di provincia emiliano, e l’arrivo di Altro che nuovo nuovo, registrazione live del primo concerto della band, al secolo composta dei “soli” Giovanni Lindo Ferretti e Massimo Zamboni. Il sold out si è registrato in poco tempo per tutte e tre le serate, che, dopo quella di ieri, continueranno anche oggi e domani. Ecco com’è andata la prima.
Si comincia con Depressione caspica, e già il pubblico reagisce, è caldo, si sente che il momento l’hanno aspettato da tanto, pregustato. D’altronde, il funereo “produci, consuma, crepa” che scandisce il ritmo di Morire non è mai suonato tanto attuale, e infatti il brano segue subito, con le sue lodi a Mishima e Majakovskij. Anche sul palco l’energia è presente. Fatur e Annarella si alternano in un gioco di sacro e profano: da una parte la Benemerita Soubrette, aggraziata ed eterea, porta in scena mille cambi d’abito (se mai ci sarà un biopic, Tilda Swinton, ve ne preghiamo). Dall’altra le mosse di un satiro uscito dalla terra, performance e situazione, come direbbero quelli bravi. Presenze opposte che ben commentano la stranezza del momento, poco meno di mezzo secolo e ancora qui, a urlare da un’Emilia paranoica che diventa tutto il mondo.
Ciò che è certo è che, naturalmente, nei confini i CCCP non ci vogliono stare. A un certo punto, lo schermo in fondo al palco ordina di lasciare spazio, l’act abbandona la scena e comincia la proiezione del video della cover di Tomorrow insieme ad Amanda Lear. Era il 1988, nel 2024 sono emozioni e vecchi, bellissimi ricordi. L’interruzione a seguire non sortisce, però, lo stesso effetto.
Infatti, dopo alcuni brani sul palco è il turno del giornalista Andrea Scanzi. È all’Astra per, in teoria, recitare un monologo sulla storia dei CCCP. Non è una sorpresa, è tutto annunciato. Ma il pubblico è in mezzo al concerto, forse fa sua la prima impressione che Ferretti ebbe di Scanzi («Ti vedevo a 8 e mezzo e mi stavi sul cazzo»), sta di fatto che i seguenti due minuti circa sono solo di fischi, alti e rumorosi. L’intervento si perde mentre Ferretti mostra ambo i medi alla folla.
Sceso dal palco, il giornalista ha poi pubblicato un video di commento nelle sue storie Instagram: «Una bella selva di fischi, è stato meraviglioso. Mi sono sentito punk come nessuno, sono stato fischiato come i CCCP quando andavano ad Arezzo Wave». All’uscita di scena di Scanzi, Ferretti ha recitato al microfono: «Quanta voglia di purezza in questi sguardi, quanta voglia di poter odiare qualcuno perché ti sta sui coglioni, e lui sta qua, perché vi sta sui coglioni, perché non abbiamo mai voluto che tutti la pensassero come noi, perché portiamo il disordine e non l’ordine, non quello che volete voi, non sono come tu mi vuoi».
Sembrerebbe l’apice di una serata completa, se non che, poco dopo, durante un altro monologo (questa volta di Danilo Fatur), è saltata la corrente. Non un guasto al locale, pare, ma un problema alla rete elettrica di Friedrichshain, quartiere dell’Astra, risolto in breve tempo («La luce se ne va, neanche lei ci sopporta», il commento di Ferretti).
Nessun bis al termine della scaletta, conclusa da Ferretti alle parole di «Fedeli alla linea, CCCP, altro che nuovo nuovo, CCCP in DDDR».
La scaletta del concerto:
Depressione caspica
Morire
Oh! Battagliero
Stati d’agitazione
Libera me domine
Tu menti
Curami
Emilia paranoica
Islam punk
Radio Kabul
Bang Bang
Spara Jurij
Annarella
Kebab Träume (cover dei D.A.F)
Amandoti