Chappell Roan annulla i biglietti comprati dai bot e li rivende ai fan | Rolling Stone Italia
Contro il bagarinaggio digitale

Chappell Roan annulla i biglietti comprati dai bot e li rivende ai fan

«Voglio essere sicura che finiscano nelle mani di chi vuol venire a vedermi». La procedura prevede che i fan facciano richiesta dei biglietti e aspettino una conferma dell’idoneità all’acquisto

Chappell Roan annulla i biglietti comprati dai bot e li rivende ai fan

Chappell Roan

Foto press

Cercasi rimedi alla speculazione sui biglietti dei concerti che si volatilizzano e ricompaiono sui siti di secondary ticketing a prezzi decuplicati.

Nel bel mezzo delle polemiche sui biglietti degli Oasis, che per inciso hanno appena aggiunto due date a Londra cambiando la procedura di vendita nel tentativo di soddisfare la richiesta di chi non è riuscito ad acquistare un biglietto e hanno scaricato su manager e promoter la responsabilità della scelta del dynamic pricing, la popstar emergente Chappell Roan ha annunciato che annullerà i biglietti comprati da bagarini e bot per il concerto dell’1 ottobre a Franklin, Tennessee. Li rivenderà poi ai veri fan, anche se la procedura non è immediata.

Il concerto, spiega Roan in un video pubblicato su X, è andato sold out molto velocemente. «Bagarini e bot hanno comprato tutti i biglietti», dice la popstar. Dopo un controllo, hanno deciso di «annullare tutti i biglietti dei bagarini che siamo riusciti a trovare».

Roan rimetterà in vendita «un numero limitato di biglietti per assicurarmi che finiscano nelle mani di persone che vogliono effettivamente venire al concerto, che sono fan».

I biglietti (massimo due a persona) saranno venduti su richiesta. Bisogna andare in un sito apposito, fare richiesta tramite il proprio account Ticketmaster, inserire i dati della carta di credito e aspettare una conferma della propria idoneità all’acquisto. Se si è considerati idonei, non è specificato in base a quali parametri, si riceverà una e-mail entro la sera del 6 settembre. A quel punto avverrà l’addebito sulla carta di credito (le vendite sono definitive e non è possibile effettuare rimborsi o cambi).

Per Roan «è la soluzione migliore e ragionevole per me e il mio team. So che è un po’ un casino ed è scomodo, ma sono molto, molto arrabbiata per il bagarinaggio e penso che la gente meriti di venire al mio concerto. È un problema ampio, ma lo stiamo affrontando. Non vedo l’ora di vedere gente che meritano di esserci, significa tanto per me».

I casi di artisti giganteschi come Taylor Swift, Bruce Springsteen e Oasis hanno riaperto il tema del bagarinaggio e delle speculazioni, che con la digitalizzazione e l’arrivo del mercato secondario ha assunto proporzioni gigantesche.

Da una parte c’è chi pensa che il biglietto di un concerto sia un servizio come un altro e che il prezzo lo debba fare il mercato, eventualmente anche tramite il secondary ticketing. Se c’è qualcuno disposto a comprare a 1800 euro il biglietto di un concerto che ne costa 180, vuol dire che quel prezzo non è alto, ma giusto. Dall’altra parte c’è invece chi è invece convinto che si tratti di una questione etica, che bisogna difendere i fan della musica dalle speculazioni.

Sia Roan che gli Oasis hanno individuato come procedura per casi straordinari quella della selezione delle richieste. Ovvero: la transazione non avviene immediatamente, ma dopo la verifica dell’identità dell’acquirente, in modo da eliminare o limitare l’azione dei bot. Funzionerà? E poi, è possibile applicare questo metodo a grandi tour? E infine, quando le polemiche sui biglietti degli Oasis si saranno placate, continuerà la difesa degli interessi dei fan?

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