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Che storia la nuova cover di Eddie Vedder di ‘Save It For Later’

L’ha pubblicata oggi ed è contenuta nella colonna sonora della terza stagione di ‘The Bear’. È la canzone dei Beat che ha in parte ispirato ‘Better Man’ ed è stata accennata spesso dal vivo dai Pearl Jam. Ha un doppio senso. C’entra anche Pete Townshend

Che storia la nuova cover di Eddie Vedder di ‘Save It For Later’

Eddie Vedder sul palco della prima data del tour di 'Dark Matter' dei Pearl Jam a Vancouver

Foto: Andrew Chin/Getty Images

Eddie Vedder ha pubblicato oggi una nuova canzone. Si tratta della cover di Save It For Later dei Beat, la band inglese nota negli Stati Uniti come English Beat. La versione di Vedder è contenuta nella colonna sonora della terza stagione di The Bear e, cosa decisamente inusuale per lui e per i Pearl Jam, contiene un assolo di sassofono come nell’originale (non è al momento noto il nome del musicista che lo suona).

I fan dei Pearl Jam conoscono Save It For Later. Il gruppo l’ha spesso accennata dal vivo come tag all’interno di Better Man per via della somiglianza della progressione armonica delle due canzoni. Scritta da un giovanissimo Vedder per la sua band, i Bad Radio, e registrata col gruppo per il secondo album Vs. ma scartata perché potenzialmente una hit (sì, all’epoca il cantante ragionava così), Better Man è stata poi recuperata su Vitalogy e contiene effettivamente più di una assonanza con Save It For Later. Questa versione suona anche come un, diciamo così, riconoscimento di paternità.

Curiosamente, anche Save It For Later ha avuto una storia travagliata ed è stata composta dal futuro chitarrista del gruppo Dave Wakeling da ragazzo, ma messa da parte per lungo tempo e recuperata solo per il terzo album del 1982 Special Beat Service.

«L’ho scritta da adolescente, prima di entrare nei Beat», ha detto Wakeling. «L’argomento è il passaggio dalla adolescenza ai tuoi vent’anni, quando ti rendi conto che l’idea che ti sei fatto di quant’è facile la vita non corrisponde alla realtà. Parla quindi di sentirsi perso, di non sapere qual è il proprio posto nel mondo, di cercare di trovarlo. Il gancio, “save it for later”, è una battuta sconcia, pensavo fosse esilarante metterla in una canzone: “save it – virgola – for later F-E-L-L-A-T-O-R”».

«Pensavo sarebbe stato divertente metterlo in un pezzo che tutti avrebbero cantato, ma non immaginavo che lo scherzo sarebbe durato 30 anni. E così, non riuscivi a trovare il tuo posto nel mondo e chiunque ti dava un consiglio senza dare l’impressione di saperne più di te. Quindi il pezzo diceva di tenerti i consigli per sé, conservali per dopo».

Il pezzo è stato cantato dal vivo a metà anni ’80 da uno degli idoli di Vedder, Pete Townshend. È possibile che Vedder l’abbia sentita per la prima volta nel 1986, nell’album dal vivo del leader degli Who Deep End Live!. Racconta Wakeling: «Ricevo una telefonata alle 11 del mattino, qualcuno mi passa il telefono e mi dice: “È Pete Townshend per te”. E io, pensando a uno scherzo: “Come no, chiama ogni sabato a quest’ora, giusto?”. Rispondo con tono sarcastico: “Ehi, ciao Pete”. E lui: “Ehi, ciao Dave, sono Peter Townshend e sono qui con David Gilmour e stiamo cercando di capire l’accordatura di Save It For Later”».

La versione di Eddie Vedder:

Eddie Vedder - Save It For Later (Official Audio)

L’originale dei Beat:

The English Beat - Save It For Later (Official)

La versione di Pete Townshend in cui parla di Wakeling: